Sermone di Don Gonzague Peignot

per il pellegrinaggio di Cristo Re a Lourdes della Fraternità San Pio X

25 ottobre 2025



Pubblicato sul sito francese della Fraternità

La Porte Latine
 
 

Don Gonzague Peignot è Superiore del Distretto di Francia.
Nato l’11 settembre 1986, è stato ordinato sacerdote nel Seminario San Pio X a Ecône il 29 giugno 2015.
E’ stato nominato collaboratore alla Scuola Saint-Michel Garicoïtz, e direttore dopo due anni. Ha assunto la direzione della Scuola Saint-Joseph-des-Carmes nel 2018.
Il 15 agosto del 2024 è stato nominato Superiore del Distretto di Francia da Don Davide Pagliarani, Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X






Don Gonzague Peignot pronuncia il sermone


In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia.

Cari fedeli,

Oggi, sono cinquant’anni che il nostro Distretto ha aperto il nostro primo Priorato.
Cinquant’anni da quando abbiamo intrapreso la riconquista del nostro paese.

I frutti di questa lotta sono magnifici; il Buon Dio ha benedetto questa bella opera della Fraternità San Pio X, ed è certo che la figlia primogenita della Chiesa conserva un posto privilegiato nel Cuore di Nostro Signore, in quello della Madonna.
Lo vediamo facilmente nello sviluppo senza pari del Distretto di Francia. Bisogna esserne fieri.

Malgrado questo bellissimo sviluppo, la vittoria definitiva, vittoria assicurata perché ci è stata promessa dal Cuore Immacolato di Maria, questa vittoria sembra ancora lontana.

E questo non per mancanza di generosità, per mancanza di opere, per mancanza di apostolato. Ma è perché permangono alcuni ostacoli; come per gli Apostoli inviati da Nostro Signore Gesù Cristo per guarire i malati e istruire il popolo, vi sono alcuni demoni che resistono, che impediscono il pieno sviluppo.
Di fronte all’impotenza confessata dagli Apostoli, Nostro Signore Gesù Cristo ha dato il rimedio: «Vi  sono dei demoni che possono essere scacciati solo con la preghiera e il digiuno». I demoni che incatenano il nostro mondo, il nostro paese, sono di questo tipo.

Se noi vogliamo trionfare dobbiamo prendere questi demoni per le corna e malmenarli, aggredirli, schiacciarli come fa la Madonna!
E’ per questo che veniamo in pellegrinaggio a Lourdes, per attingere dal Cuore della Madonna la forza per scacciare questi demoni dal nostro paese, dalle nostre famiglie, dai nostri cuori.

Ora, in che modo Satana impone oggi il suo regno, la sua legge? In che modo siamo portati a subire l’atmosfera che Satana ispira nel mondo?

Certo, vi sono aspetti diversi, ma oggi vi è una evidenza che appare chiaramente: noi siamo portati ad essere dipendenti e talvolta anche un po’ schiavi dei nostri schermi, delle nostre reti sociali, del consumo dei film e delle serie o dei brevi video; così siamo un po’ schiavi e questo impedisce il pieno sviluppo della nostra vita cristiana, noi siamo schiavi dello sguardo degli altri, di ciò che pensano di noi quelli che ci circondano.
Ecco, è su questo che deve rivolgersi il nostro digiuno.

L’avete quindi capito, e la Madonna nella sua materna delicatezza ce lo ha insegnato: non si tratta di fare un digiuno «alimentare», ma si tratta di fare un digiuno di ciò contamina il nostro cuore. «Non è ciò che entra nella bocca che contamina l’uomo, ma ciò che esce dal suo cuore» ci dice Nostro Signore Gesù Cristo. 

E questo digiuno ha una doppia importanza: non solo di tratta di scacciare questi demoni e la distruzione di questo ostacolo che essi costituiscono assicurerà una abbondanza delle grazie necessarie per la vittoria, ma bisogna non più pensare che siamo invulnerabili e allora questo ci permetterà di non affondare.

In effetti, è facile constatare, come mai prima, che i cuori si sporcano perché noi guardiamo ciò che non dovremmo guardare, perché noi andiamo a conoscere ciò che non dovremmo conoscere – basta citare gli scandali che oggi la stampa pubblica spudoratamente – perché cerchiamo di essere guardati ben oltre l’intimità familiare – è l’esposizione talvolta immodesta della nostra vita sulle reti sociali -, perché noi condividiamo ovunque ciò che dovrebbe rimanere segreto, senza mai pensare che forse diffamiamo il nostro prossimo.
In definitiva, questo eccesso di scambi, di condivisioni, di comunicazioni, di visioni, sporca le anime, fa perdere l’innocenza, distrugge le reputazioni, sviluppa il narcisismo, indebolisce la famiglia, la impregna dello spirito del mondo; in poche parole, questi eccessi ci riducono in schiavitù.
Non possiamo fare orecchie da mercante, non possiamo non reagire, non possiamo non proteggerci, non possiamo non proteggere i nostri figli.

Che fare?
Non lasciamo che i nostri figli vadano liberamente su internet, non lasciamo che guardino dei film senza vigilanza e installiamo gli strumenti necessari, i filtri, per bloccare le infamità. Smettiamo anche di alimentare queste cosiddette reti sociali, che non fanno altro che alimentare l’individualismo e dunque distruggere lo spirito di famiglia e uccidono la generosità così necessaria per formare dei buoni genitori per il domani, dei buoni sacerdoti, religiosi o religiose. 

Bisogna riconoscere che in questo ambito sono stati fatti molti progressi.
Molti vi prestano sempre più attenzione e noi abbiamo potuto constatare che le misure adottate due anni fa per chiedere alle famiglie che iscrivevano i figli nelle nostre scuole di non permettere ai loro figli di avere gli smartphone, hanno ampiamente purificato le anime degli adolescenti. Che bell’incoraggiamento!
Ma è necessario perseverare, andare anche oltre.

Quanto a noi, non dobbiamo avere timore di prendere grandi decisioni, di ridurre l’uso degli schermi allo stretto necessario, cioè a quanto necessario per la nostra professione, per il nostro dovere di stato, per delle relazioni familiari oneste e limitate alla sfera familiare, e non per distrarci, per rilassarci, per divertirci o, e questo sarebbe ancora più nocivo, per condividere con tutti quello che dovrebbe rimanere riservato agli intimi, per metterci in mostra, per esprimere il minimo malcontento o diffondere le nostre critiche e lasciare che si diffondano e si amplifichino fino a diventare diffamazioni talvolta gravi.
Che lo smartphone non sia il prolungamento della nostra mano: teniamolo a distanza con una reale ascesi e non cediamo a tutte le funzionalità che offre.

Non dimentichiamo inoltre che possiamo meritare per gli altri, per i nostri figli, per le anime a noi affidate, la grazia di essere preservati da tutta questa sporcizia, da questa frenesia comunicativa, tramite la nostra parsimonia!
Questo è il dogma della Comunione dei Santi. Che grazia poter meritare per i genitori, per gli educatori, poter meritare la purezza dei loro figli con la loro parsimonia!

Ecco, cari fedeli, come distruggere questa così diffusa schiavitù degli schermi, questa schiavitù del narcisismo che sviluppano le reti sociali.   

Possiamo aggiungere, poiché questa è una difficoltà crescente che indebolisce i cuori, che in questa ricerca di una vittoria mariana, di un trionfo del Cuore Immacolato di Maria, bisogna esercitare vigilanza sul nostro abbigliamento, secondo le raccomandazioni della nostra dolce Madre a Fatima.
Il nostro mondo sta crollando in questo ambito e siamo costretti a constatare che cattive abitudini stanno penetrando sempre più nelle nostre case e nelle nostre famiglie, sia la Domenica a Messa sia durante la settimana.
Questo richiede la nostra attenzione.

Oh, grazie a Dio, non arriviamo agli eccessi di questo mondo in cui l’immoralità è senza limiti e conduce a degli abbigliamenti di una volgarità sconcertante.
Nella maggior parte dei casi si tratta di abbigliamenti insidiosi e sempre a doppio senso: con l’impronta di una spiccata sensualità, una sensualità che oltrepassa ampiamente le regole della decenza cristiana.  

Ah! Se potessimo vedere con i nostri occhi, come hanno fatto i tre fanciulli di Fatima nella loro visione miracolosa dell’Inferno, le drammatiche conseguenze per la salvezza delle anime prodotte dagli scandali della moda! Quanti peccati mortali derivano da un cattivo sguardo suscitato da un abbigliamento inadeguato: pensieri impuri, desideri peccaminosi, parole oscene, azioni gravemente peccaminose.
Se colui o colei che guarda deliberatamente è colpevole, colui o colei che l’ha provocato per frivolezza o per spensieratezza non lo è meno.  
Quale conto dovremo rendere a Dio per queste colpe a volte sconosciute!

Con umiltà, andiamo a chiedere ai nostri pastori, ai nostri sacerdoti, e durante questo pellegrinaggio al nostro confessore, quali siano queste regole; e abbiamo la delicatezza di coscienza di rispettarle.
Offriamo alla nostra Buona Madre questo tesoro di modestia cristiana in ogni circostanza. 

Si tratta evidentemente di un argomento delicato da affrontare per un sacerdote, soprattutto di fronte a tanta incomprensione in questa materia. Ebbene, cari fedeli, per questo avete il vostro ruolo da svolgere in questa restaurazione della nobiltà femminile, perché di questo si tratta, della vostra parte da svolgere, non abbiate dubbi. Gli sposi e padri non restino muti su questa materia, essi che conoscono meglio delle loro spose e delle loro figlie quali siano le lotte di un adolescente, le lotte di un uomo.

Dobbiamo essere cristiani, cari fedeli, fin nel profondo della nostra anima, senza dicotomie.
Viviamo in questo mondo ma non siamo di questo mondo. Noi siamo di un’altra razza, noi siamo di una razza divina, perché siamo figli di Dio, fratelli di Nostro Signore Gesù Cristo e tempio dello Spirito Santo.

Fortificati con tale digiuno, i nostri cuori saranno meglio disposti alla preghiera, secondo pilastro della nostra riconquista, come ci ha insegnato Nostro Signore Gesù Cristo: «Vi sono dei demoni che possono essere scacciati solo con la preghiera e il digiuno».

E poiché la preghiera più grande è il Santo Sacrificio della Messa, si tratta di farne il centro della nostra devozione, prendendo la risoluzione, per quanto possibile, di assistere alla Messa durante la settimana almeno una volta in più.
E se siamo impossibilitati ad andare a Messa, prendiamoci il tempo di proiettarci spiritualmente vicino al Tabernacolo per abbeverarci del Sangue divino versato sugli Altari in cui sono celebrate le Messe.
Questa assistenza può essere nutrita, per i più ferventi, dalla pratica della preghiera quotidiana che avrà tutto il suo posto perché il cuore, liberato dalla schiavitù dello sguardo degli altri, usando un tempo prezioso che non è più sprecato, aspirerà a questa intima unione col suo Creatore e Salvatore. 

Ecco, in definitiva, un programma che, ne sono pienamente cosciente, costituisce una sfida e non sarà privo di croce poiché bisognerà lottare conto il nemico più insidioso che siamo noi stessi! La croce è una realtà concreta per il cristiano, segnato fin dal suo Battesimo col suo segno.
Ma la speranza cristiana può superare tutti gli ostacoli. Essa può superare tutte le difficoltà, perché si appoggia sull’Onnipotenza divina, sulla mediazione universale della Vergine Immacolata che non mancherà di avvolgerci con la sua materna presenza in quest’opera di santificazione personale e sociale.
 
E’ per attingere alla sorgente, ai piedi della Madonna, che siamo venuti a compiere questo pellegrinaggio.

«Penitenza! Penitenza! Penitenza!», ecco il suo programma, le sue istruzioni a Bernardette. E questo deve essere il nostro programma: penitenza con la parsimonia degli schermi e delle reti sociali, penitenza con la decenza e con la nostra modestia cristiana, penitenza con la nostra preghiera perseverante.
E’ questo programma che apre le porte del Cuore di Gesù, della Carità divina. Questo è il prezzo da pagare per la restaurazione della nostra Patria. 

Comprendere questo profondamente, cari fedeli, significa fare un passo da gigante verso la vittoria totale.
Ecco a cosa ci chiama la Madonna. Che noi si possa rispondere a questa chiamata. 

«Io non ti prometto di renderti felice in questo mondo», disse la Vergine a Bernardette. Intendiamoci: nel modo in cui questo mondo rende le persone superficialmente felici.
«Ma ti prometto di renderti felice nell’altro mondo»: quello dell’eternità, certo, ma anche il nostro – quest’altro mondo – quando è vissuto nell’amore di Dio e nelle opere che gli corrispondono.   

In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia.





 
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