Dei protestanti irlandesi

si ergono contro la visita di Carlo III in Vaticano


di Fraternità San Pio X







Il Re Carlo III e la regina Camilla nella Cappella Sistina


Descrivendo la recente visita di stato di Re Carlo III d’Inghilterra a Papa Leone XIV come un “tradimento del protestantesimo”, diverse figure del protestantesimo irlandese chiedono al monarca britannico di abdicare e lasciare il posto a un protestante “autentico”.

No Irish need apply” – “Gli irlandesi non devono candidarsi”.
È probabilmente questo vecchio e sarcastico proverbio inglese che più di uno dei sudditi di Sua Maestà deve aver pensato dopo aver scoperto l’ultima dichiarazione del reverendo Kyle Paisley alla stampa.

Questo ministro presbiteriano – che non è altri che il figlio di Ian Paisley, fondatore del Partito Unionista Democratico dell’Irlanda del Nord – non è stato contento di vedere il monarca britannico, in visita di Stato alla Santa Sede il 23 ottobre 2025, seduto con alla sua destra Papa Leone XIV nella Cappella Sistina per partecipare a una preghiera ecumenica guidata dal successore di Pietro.

“Alla sua incoronazione, il Re ha solennemente affermato la sua adesione al protestantesimo autentico e si è impegnato a preservare la religione della Chiesa fondata in Inghilterra e Scozia”, ha ricordato Kyle Paisley agli ascoltatori alla BBC.
Ha aggiunto: “Il nostro sovrano ha quindi infranto il suo giuramento e dimostrato di non essere ciò che afferma di essere: un protestante sincero”.

Kyle Paisley non sembra essere stato l’unico protestante inorridito dallo storico incontro tra Papa Leone XIV e Re Carlo III: l’Ordine di Orange, una confraternita protestante internazionale con sede nell’Irlanda del Nord e strettamente legata ai protestanti dell’Ulster, ha descritto la visita di Stato del successore della Regina Elisabetta II come “un giorno buio per il protestantesimo”, esprimendo “profonda tristezza” e formulando le sue riserve nei termini più forti possibili.

Wallace Thompson della Società Evangelica Protestante dell’Irlanda del Nord ha fatto eco a questo sentimento: “Permangono abissali differenze dottrinali [tra anglicanesimo e cattolicesimo]. Le due chiese rimangono così distanti che era inappropriato impegnarsi in una simile liturgia. Il Re si è impegnato a salvaguardare la religione protestante riformata nel Regno Unito”. “Oggi sta inviando un chiaro segnale che, in fondo, non ha alcuna intenzione di onorare questo impegno”, ha dichiarato alla BBC.

Kyle Paisley e i suoi amici hanno colto l’occasione per mettere in discussione la partecipazione di Re Carlo III e dei membri della famiglia reale al funerale della Duchessa di Kent, una devota cattolica che aveva rinunciato al protestantesimo con il permesso della Regina Elisabetta II.
Secondo Kyle Paisley, “È sconcertante che nessun membro della Camera dei Comuni, né alcun membro della Camera dei Lord, abbia pubblicamente denunciato lo spudorato compromesso del Re riguardo al suo giuramento”.

E conclude con un’affermazione poco ecumenica: “La bestia funesta [il cattolicesimo, ndr], che ha guarito le ferite inflittele dalla Riforma, ora prevede la sua completa guarigione, aiutata e favorita da un Re infedele alla sua parola, da un governo e da un Ministero degli Esteri britannici, nonché da un Primo Ministro privo di ogni pietà”.

Non è la prima volta che la famiglia Paisley fa una dichiarazione così audace: il padre di Kyle, Ian Paisley, nel 1959, in seguito alla visita della Regina Elisabetta a Papa Giovanni XXIII, aveva parlato nientemeno che di un atto di “fornicazione e adulterio con l’Anticristo”.
Trent’anni dopo, nel 1988, Ian Paisley fu espulso con la forza dal Parlamento Europeo per aver urlato a Papa Giovanni Paolo II, in visita ufficiale: “Ti denuncio, Anticristo!”.

Sebbene le reazioni dei fondamentalisti irlandesi rimangano, nel complesso, una piccola minoranza, esse illustrano a modo loro il divario che persiste – e continua ad ampliarsi – tra cattolicesimo e anglicanesimo, un divario che spinge sempre più anglicani ad unirsi all’unità cattolica romana, incarnando così un vero ecumenismo.


 
ottobre 2025
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