Viva papa Bergoglio,
il tenero, il paziente, il settatore, l’ingiusto

di Giacomo Devoto





Erano le 12,30 questa mattina (1.2.14), nell’aula Paolo VI, quando papa Bergoglio ha parlato ai neocatecumenali, raccolti numerosissimi per l’udienza.
Uno spettacolo stupendo? Un discorso assurdo!

Dopo elogi affettuosi e ringraziamenti numerosi, papa Bergoglio rivolge a questi cattolici moderni, che finora non s’è capito cos’abbiano di cattolico, tre raccomandazioni.

Costruire e conservare la comunione all’interno delle Chiese particolari
Tenendo conto che “La comunione è essenziale: a volte può essere meglio rinunciare a vivere in tutti i dettagli ciò che il vostro itinerario esigerebbe, pur di garantire l’unità tra i fratelli che formano l’unica comunità ecclesiale, della quale dovete sempre sentirvi parte.”

Ragionamento semplice e strumentale.
Questi neocatecumenali è da anni che fanno quello che vogliono, in tutti gli ambiti della vita ecclesiale, liturgia e dottrina comprese, eppure papa Ratzinger li benedisse e ne approvò gli Statuti; oggi papa Bergoglio ne segue l’esempio, mentre loro, gli elogiati affettuosamente, continuano a fare come credono.
Però, il Papa una tiratina d’orecchie l’ha data… bravo il Papa… com’è paziente!
Peccato che ad altri, che a lui non piacciono, è da quanto è stato eletto che li bacchetta, li offende, li apostrofa e… a qualcuno gli fa dare gli arresti domiciliari.
Che papa settatore!

…dovunque andiate, vi farà bene pensare che lo Spirito di Dio arriva sempre prima di noi. … Da qui scaturisce la necessità di una speciale attenzione al contesto culturale nel quale voi famiglie andrete ad operare: si tratta di un ambiente spesso molto differente da quello da cui provenite. … Tanto più importante sarà il vostro impegno ad ‘imparare’ le culture che incontrerete, sapendo riconoscere … quell’azione che lo Spirito Santo ha compiuto nella vita e nella storia di ogni popolo.”

Raccomandazione scontata, a partire dal Vaticano II, con la quale è da cinquant’anni che si insinua che le culture non cristiane sarebbero impregnate di “semi del Verbo”, tale che noi cattolici avremmo solo da “imparare”.
Clamoroso equivoco basato su un minimo di verità che il Vaticano II ha modernisticamente travisato, inducendo gli uomini di Chiesa a praticare la famosa inculturazione con la quale si sono stravolte la liturgia e la dottrina cattoliche.
Peraltro, questa raccomandazione è davvero curiosa e forse anch’essa serve solo a far vedere che il Papa tira le orecchie ai neocatecumenali, perché anche le pietre sanno che questi continueranno a fare come pare a loro: in questo caso predicando e diffondendo una liturgia non cattolica e impregnata già di giudaismo, e una dottrina che si fonda su Argüello e Hernández, non certo su Gesù Cristo.
Ma questo a papa Bergoglio non fa impressione, quello che lo disturba è che i nuovi “evangelizzatori” non si preoccupino di “imparare” le culture altrui. Brutta cosa, in verità, perché, dice papa Bergoglio, lo Spirito Santo ha compiuto delle azioni nella vita e nella storia di ogni popolo. Quali azioni? Non lo dice, ma insinua che esse sarebbero foriere di belle cose da “imparare”.
Convertitevi e credete al Vangelo! Si gridava un tempo. Oggi i papi conciliari gridano: cattolici, credete alle culture non cristiane!
Come cambiano i tempi!

La libertà di ciascuno non deve essere forzata, e si deve rispettare anche la eventuale scelta di chi decidesse di cercare, fuori dal Cammino, altre forme di vita cristiana che lo aiutino a crescere nella risposta alla chiamata del Signore.

Che bello! Peccato che è da anni che si fa questo bel discorso, ma i neocatecumenali se ne infischiano e continuano a trattare da minorati mentali tutti coloro che vogliono sottrarsi al loro arbitrio. Ed è da anni che i papi conciliari li coccolano, li approvano e li benedicono… salvo, qua e là, qualche benevola tirata d’orecchie.
D’altronde, i simili vanno con i simili, perché nei fatti i neocatecumenali praticano la stessa politica dei papi conciliari: chi dissente da questi, foss’anche cattolico ortodosso, viene perseguitato e, se è il caso, finanche scomunicato. Anzi, più ortodosso è, più viene perseguitato e intanto, essendo cattolico ortodosso… viene commissariato con un commissario modernista.
Un vecchio proverbio siciliano dice: ‘u voi ci rici cunnutu ‘o sceccu!, il bue dice cornuto all’asino! E papa Bergoglio rimprovera agli altri quello che pratica lui stesso… per esempio con i Francescani dell’Immacolata.

Dite a quanti incontrerete sulle strade della vostra missione che Dio ama l’uomo così com’è, anche con i suoi limiti, con i suoi sbagli, anche con i suoi peccati. Per questo ha inviato suo Figlio, perché Lui prendesse i nostri peccati su di sé. Siate messaggeri e testimoni dell’infinita bontà e dell’inesauribile misericordia del Padre.”

E questo è un ritornello che papa Bergoglio continua a ripetere, inducendo a credere che a Dio non importi un bel niente dei peccati degli uomini. Ma qui va ancora oltre e raggiunge Lutero, che si gloriava di avere capito tutto affermando: Pecca fortiter, sed crede fortius, pecca fortemente, ma credi sempre più. Come dire: anche se commetti peccato, sarà la fede a salvarti.
Infatti papa Bergoglio ci tiene ad affermare che è per questo che Dio ha inviato Suo Figlio, perché fosse Lui a prendere i nostri peccati su di Sé.
E in qualche modo papa Bergoglio segue un filo logico coerente: se noi non continuassimo a peccare, quali peccati il Figlio prenderebbe su di Sé?
Ci rendiamo conto che stiamo scivolando nella blasfemia, ma chi ci spinge è il Papa, che invece di confermarci nella fede in Cristo si adopera per confermarci nel peccato, tanto bisogna essere testimoni dell’infinita bontà e dell’inesauribile misericordia del Padre.

E la carità cristiana?
Subito! Non possiamo esimerci dal pensare che forse papa Bergoglio è in buona fede e quindi dice quello che gli sembra giusto ed edificante – chi siamo noi per giudicarlo? -, quindi lasciamo spazio al suo ravvedimento e alla sua conversione, ma è proprio per questo che è nostro dovere riprenderlo, perché così possiamo aiutarlo a ritornare sulla retta via, evitandogli di precipitare nel baratro in cui sicuramente incappa colui che credendo di fare bene predica il male.
Il vecchio proverbio dice: fa più danno uno stupido che cento assassini.

Madonna Santa Benedetta, ottienici l’aiuto del tuo Figlio Divino perché le anime non abbiano a perdersi a causa delle colpe degli uomini di Chiesa.





febbraio 2014

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