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|   La Chiesa non può continuare a sprofondare nella confusione Intervista a Mons. Athanasius Schneider 22 ottobre 2025 ![]() Mons. Athanasius Schneider Presentazione di Messa in Latino 
      Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo pubblicato il 22 ottobre sul sito Per Mariam, in cui si riporta l’intervista del vaticanista Michael Haynes a Mons. Athanasius Schneider, il quale ha parlato della necessità che Papa Leone XIV affronti l’attuale crisi di «confusione» nella Chiesa, il tema dell’accettazione delle persone LGBT e il «camminare insieme». Lorenzo V. Intervista 
      Michael Haynes – Negli ultimi giorni di vita di Papa Francesco, e poi nei primi giorni del regno di Papa Leone XIV, lei ha individuato una serie di questioni che riteneva necessitassero di un intervento piuttosto rapido. Ci stiamo avvicinando ai cinque mesi di Pontificato di Papa Leone XIV, e finora è stato piuttosto tranquillo. Quali sono, secondo lei, le esigenze più urgenti della Chiesa oggi? Mons. Athanasius Schneider – Direi
che l’esigenza più urgente è che Papa Leone XIV rafforzi
l’intera Chiesa nella fede, che è il suo primo compito, uno dei
compiti principali di un Papa che Dio stesso ha affidato a San Pietro e
ai suoi successori. 
      È evidente a tutti che la vita della Chiesa è immersa in una confusione senza precedenti riguardo alla fede, alla morale e alla liturgia: la Chiesa è davvero immersa in una sorta di polvere o nebbia di confusione. Non possiamo continuare come Chiesa ad andare incontro a ulteriore confusione. Questo è contro Cristo stesso, contro il Vangelo stesso. Cristo è venuto per portarci la verità, e verità significa chiarezza. E quindi, il compito più urgente è che Papa Leone XIV compia un atto del suo magistero per rafforzare tutti nella fede. Ciò potrebbe essere fatto con una sorta di professione di fede, simile ad esempio a quella che San Paolo VI fece nel 1968, chiamata «Credo del Popolo di Dio», in cui espresse in forma di professione di fede questioni e argomenti che all’epoca erano negati o confusi nella Chiesa. È ancora più urgente dopo quasi cinquant’anni; la confusione è aumentata e non diminuita, specialmente durante l’ultimo pontificato. Pertanto, questo sarebbe il primo compito più urgente, che sarebbe allo stesso tempo uno dei più grandi atti di carità di Papa Leone XIV verso i suoi figli spirituali, i fedeli e verso i suoi fratelli Vescovi. Michael Haynes – Papa Leone XIV recentemente, nella sua lunga intervista con il quotidiano Crux, ha parlato della dichiarazione Fiducia supplicans sul senso pastorale delle benedizioni e dell’«accettazione» delle persone [QUI: N.d.T.]. C’è una frase in cui dice che la dichiarazione Fiducia supplicans, che
sostanzialmente dice che, naturalmente, possiamo benedire tutte le
persone, ma non cerca un modo per ritualizzare un qualche tipo di
benedizione perché non è ciò che insegna la
Chiesa. Questo non significa che quelle persone siano cattive, ma penso
che sia molto importante, ancora una volta, capire come accettare gli
altri che sono diversi da noi, come accettare le persone che fanno
delle scelte nella loro vita e rispettarle. 
      Quindi, secondo la concezione cattolica, come possiamo «accettare» qualcuno pur rimanendo fedeli all’insegnamento della Chiesa cattolica e alla pienezza della dottrina? Mons. Athanasius Schneider – La
prima cosa è che, tuttavia, la dichiarazione Fiducia supplicans usa
espressamente le parole «coppie dello stesso sesso». Sono
usate in questo documento. E questo è già di per
sé fonte di grande confusione, perché si tratta di una
benedizione. E anche se dicono «non benediciamo la loro
relazione, ma benediciamo la coppia», questo è
impossibile, è inseparabile. Si presentano come coppie dello
stesso sesso. Quindi questo è solo un gioco di parole che
confonde le persone e che per una persona normale che legge il testo
[lo legge come] un permesso di benedire le unioni o le coppie dello
stesso sesso, o altre coppie extraconiugali che vivono pubblicamente in
stato di peccato. 
      Pertanto, questo documento deve essere abolito, perché è evidente – dato che è formulato in modo altamente ambiguo su una questione importante per la Chiesa, anche per le persone al di fuori della Chiesa – che anche i Cattolici lo leggono come un testo che benedice le coppie dello stesso sesso. Non possiamo continuare a fare questo gioco. Inoltre, per benedire una persona non è necessario emettere un documento. La Chiesa ha sempre benedetto anche un peccatore se veniva a chiedere una benedizione. Naturalmente, [la benedizione viene data] a condizione che egli chieda davvero seriamente la benedizione di Dio per la sua conversione, non possiamo sempre dare una benedizione per qualche motivo per cui la persona la chiede. Ad esempio, non possiamo benedire una persona che viene da noi e dice: «Padre, mi dia la benedizione per un aborto. Oppure mi dia la benedizione per rubare qualcosa». Questo è evidentemente impossibile, ma queste coppie vivono in una situazione stabile di peccato, poiché l’unione stessa è già contro la volontà e il comando di Dio. Su quale base sono unite: per fare opere di carità o unite dalla stessa attrazione erotica per lo stesso sesso? E questo è contro la creazione di Dio. È contro la volontà di Dio. Pertanto, non possiamo benedirlo. La seconda parte della domanda sull’«accettare» le persone: naturalmente Dio accetta tutti, ma Dio chiama al pentimento. Questa è la prima parola che il Dio incarnato, Gesù Cristo, pronunciò quando iniziò la sua missione pubblica di insegnamento. «Pentitevi», disse. E poi, quando il Signore risorto apparve agli Apostoli prima di ascendere al Cielo, alla fine del Vangelo di San Luca il Signore disse che la Chiesa deve imporre la penitenza a tutte le persone, e questa era la prima cosa: la penitenza, convertirsi dal male al bene con l’aiuto di Dio, naturalmente. Questo è il compito della Chiesa. Pertanto, Dio accetta tutte le persone, tutti i peccatori, a condizione che abbiano un sincero desiderio di convertirsi, di accettare la volontà di Dio di convertirsi, di abbandonare il male. Quindi accettare i peccatori senza trasmettere loro – ovviamente con amore – la necessità della conversione, non è il metodo di Dio. Non è un metodo del Vangelo, e non è stato il metodo della Chiesa nel corso di duemila anni. Altrimenti è un fallimento – confermarli nel male. E naturalmente dobbiamo dire: «Siete i benvenuti, ma vi invitiamo a riflettere seriamente su ciò che state facendo, su ciò che state vivendo, perché non corrisponde alla volontà di Dio, per la vostra salvezza, dobbiamo esprimervi questo come una forma di amore per voi. Quindi siete sempre i benvenuti e vi aiuteremo ad abbandonare il male e tutto ciò che è contrario alla volontà di Dio, anche se ci vorrà tempo». Ma comunque, la cosa importante è che queste persone decidano di abbandonare lo stile di vita malvagio e di accettare la volontà di Dio. In ogni caso, la Chiesa deve evitare la complicità con il male o di essere connivente con il male, questo non è Gesù Cristo e questo non sono gli apostoli o l’intera Chiesa. Questo sarebbe un altro metodo completamente strano: semplicemente collaborare [e così] dare loro un segno che il loro stile di vita va bene. Questo dobbiamo evitarlo. Dobbiamo dire: «Vi amiamo come persone anche se non siete ancora pronti o disposti a convertirvi, ma vi amiamo e preghiamo per voi affinché accettiate la volontà di Dio di convertirvi». È l’unica via per la salvezza eterna, non c’è altra via senza la conversione. Dobbiamo trasmettere loro questo messaggio, ma non impegnarci in organizzazioni pubbliche come quelle LGBT, che con il loro obiettivo ufficiale cercano di cambiare i comandamenti di Dio. [Queste organizzazioni] hanno l’obiettivo che il loro stile di vita peccaminoso sia confermato dalla Chiesa. Questo è un tradimento del Vangelo: la Chiesa tradirebbe la sua missione di salvare le anime, di chiamare tutti al pentimento. Ripeto, il metodo deve essere con amore, ma dobbiamo evitare di confermare gli obiettivi di queste organizzazioni di cambiare la volontà di Dio, di cambiare i comandamenti di Dio o l’insegnamento immutabile della Chiesa. Questo è il vero significato dell’accettazione. Michael Haynes – Ora abbiamo l’Assemblea sinodale nel 2028 dopo il Sinodo sulla sinodalità. Uno dei grandi temi è «camminare insieme». Come Vescovo e pastore di anime, qual è il significato di «camminare insieme» in termini di mantenimento della struttura gerarchica della Chiesa così come istituita da Cristo? Mons. Athanasius Schneider –
Sì, camminare insieme, o in greco synodus, è l’unico modo che
la Chiesa ha e conosce. Come disse Nostro Signore: «Io sono la
via, io sono la verità, io sono la vita». Questo è
il programma. 
      Lo sappiamo chiaramente
perché Gesù Cristo ha detto: «Io sono la Via, io
sono la Verità, e vi rivelo tutta la verità che il Padre
mi ha dato da rivelare. E perciò vi ho mandato lo Spirito Santo
che vi ricorderà ciò che vi ho detto. Egli vi
introdurrà alla piena verità e alla piena comprensione.
Lo Spirito Santo non parlerà di sé stesso, ma solo di
ciò che ha udito da me, Gesù Cristo, la verità, la
parola di Dio». 
      Questo è il compito
sempre più importante della Chiesa: non parlare di sé
stessa, ma trasmettere fedelmente solo ciò che lo Spirito Santo
e Cristo hanno rivelato. 
      La Chiesa deve proclamarlo
in modo più chiaro, non meno chiaro, ma più chiaro. 
      Questa è la visione
dello Spirito Santo nella Chiesa: guidare la Chiesa verso una
comprensione più chiara e profonda e non diminuire la
comprensione o renderla ambigua. San Paolo dice anche che nessuno
può correre nell’arena senza conoscere l’obiettivo,
perché non lo raggiungerà. San Paolo scrive che noi, la
Chiesa, dobbiamo sapere molto chiaramente dove stiamo andando. 
      San Paolo dice anche che chi combatte non può semplicemente colpire a vuoto, senza sapere come combattere. La Chiesa sulla terra è una Chiesa militante, una Chiesa che combatte. Questa è la realtà della terra. Noi lottiamo continuamente, naturalmente, prima di tutto contro noi stessi, contro le nostre inclinazioni malvagie, contro il peccato, contro la carne e contro il diavolo nel mondo. Questo è scritto dagli Apostoli, da San Paolo e da San Giovanni, e da Nostro Signore Gesù Cristo. E così, essendo consapevoli di guidare, di andare, di camminare insieme, verso Cristo, poiché egli è l’unico obiettivo. Camminiamo verso l’eternità. Questa è la Chiesa pellegrina sulla terra. Dove siamo in pellegrinaggio? Siamo in pellegrinaggio verso il Cielo, verso la Gerusalemme celeste che ci attende. La Chiesa deve sempre presentare questo alle persone, che questo è l’obiettivo del nostro cammino insieme, verso la Gerusalemme celeste. Questo ci attende, questa è la realtà. In questo cammino, naturalmente, come ha predetto Gesù Cristo, ci saranno molte tentazioni e attacchi del padre della menzogna, gli attacchi dei falsi profeti. Il Signore ci ha messo in guardia contro i falsi cristi, i falsi profeti, e lo stesso hanno fatto San Paolo e San Giovanni nel Nuovo Testamento. Ci mettono in guardia dai falsi profeti all’interno della comunità. Quindi, nel nostro cammino, purtroppo abbiamo tra noi falsi profeti, e quindi dobbiamo essere vigili affinché questi falsi profeti non confondano e non rovinino gli altri. Dobbiamo camminare come una processione in pellegrinaggio con gioia e convinzione, e tutti coloro che camminano insieme devono dire, come disse San Paolo, che «so in cosa credo», e dobbiamo essere profondamente convinti della verità cattolica. Questo è lo scopo del cammino sinodale: proclamare, presentare più chiaramente la bellezza della verità rivelata da Cristo, e quindi evitare la confusione, evitare l’ambiguità e poi presentare la bellezza della preghiera. Il primo compito della Chiesa è adorare Dio come l’intera creazione e questo sarà il nostro obiettivo in Cielo. Questo è lo scopo della Chiesa trionfante, lodare Dio per tutta l’eternità, e quindi, nel nostro cammino insieme, dobbiamo esprimerlo anche nella liturgia sacra, bella e dignitosa. Questo è uno strumento potente di evangelizzazione: unirsi per invitare i non cattolici, i non credenti che, metaforicamente, stanno guardando la nostra processione. Quando vedono che sappiamo in chi crediamo, che presentiamo la verità con bellezza e chiarezza, che preghiamo e adoriamo Dio con dignità, sacralità e bellezza, questo li inviterà e li attirerà con forza a unirsi alla nostra bella processione e al cammino comune della Chiesa. Per questo il Signore ha detto: «Andate e proclamate la mia verità, andate e proclamate il Vangelo, andate e insegnate a tutti ciò che vi ho comandato, e insegnate loro a viverlo». Non ha detto: «Andate e ascoltate la gente. Andate e chiedete loro cosa ne pensano». Questo non è Cristo. Questo è un metodo mondano, non il metodo di Gesù Cristo e della sua Chiesa. Pertanto, la Chiesa, il Papa e i Vescovi hanno il compito molto serio di proclamare la Verità, di assicurarsi che l’intera esistenza terrena della Chiesa proclami la Verità. La Chiesa è l’unica che ha ricevuto da Dio questo compito, qui sulla terra, di proclamare con amore la bellezza e la chiarezza di tutta la verità di Dio e di indicare la via verso l’adorazione di Dio in dignità. E anche per mostrare al mondo che crediamo veramente in Cristo, che abbiamo veramente il permesso di liberare l’umanità dal male. In primo luogo dal male mortale che distrugge la vita spirituale dell’anima: i peccati contro Dio. [Inoltre] per liberare l’umanità dalle catene dei peccati e dall’organizzazione dei peccati contro il Primo Comandamento, come l’idolatria, e poi la fornicazione e tutti i peccati contro l’amore. Questo dobbiamo dimostrarlo con forza alla Chiesa con la nostra vita. Naturalmente, questo amore è il primo e fondamentale comandamento, ma dobbiamo anche essere buoni medici e dottori per liberare l’umanità dalle malattie spirituali mortali dei vizi e delle strutture dei peccati contro la volontà di Dio. Questo è quindi il compito e il vero significato del camminare insieme.  |