Bill Gates

denuncia il catastrofismo climatico 


di Fraternità San Pio X







Bill Gates


La via di Damasco esisterebbe anche per i sostenitori dell’apocalisse climatica?
Comunque sia, è proprio ad una specie di «conversione ecologica» che assistiamo nel leggere il lungo testo pubblicato da Bill Gates sul suo blog: gatesnotes.com.

Questo documento – non a caso – esce una settimana prima che i dirigenti mondiali si riuniscano a Belém, in Brasile, per la COP30.

Da dieci anni, Bill Gates ha devoluto una parte importante della sua fortuna personale alla promozione di politiche volte a ridurre il gas a effetto serra. Egli ha investito in energia pulita e in iniziative volte ad aiutare le comunità svantaggiate ad adattarsi a temperature estreme, incendi, siccità, e all’intensificarsi di tempeste e inondazioni.

Nel 2015, egli ha creato il Breakthrough Energy, un fondo di capitale a rischio per sostenere le nuove imprese emergenti nel campo delle energie pulite. Il quale si è sviluppato per includere un gruppo di politica climatica a Washington atto a promuovere dei metodi per la riduzione delle emissioni.

Solo quattro anni dopo la pubblicazione del libro intitolato Climat - Comment éviter un désastre, il testo pubblicato il 28 ottobre 2025 appare come una importante revisione del modo in cui Bill Gates considerava le sfide poste da un mondo in rapido riscaldamento.


Un testo che rischia di essere rivoluzionario

Bill Gates comincia col denunciare una visione apocalittica del cambiamento climatico, che descrive così: «In pochi decenni, un cambiamento climatico catastrofico decimerà la civiltà. Le prove sono ovunque: basta guardare tutte le ondate di calore e le tempeste causate dall’aumento delle temperature mondiali. Nulla è più importante che limitare l’aumento delle temperature»
Ma a questo quadro aggiunge un commento: fortunatamente, «questa visione è erronea».  

Il suo nuovo atteggiamento consiste nel «concentrarsi su un indicatore che dovrebbe essere ancora più importante delle emissioni e del cambiamento di temperatura, e cioè il miglioramento delle condizioni di vita. Il nostro obiettivo principale dovrebbe essere il prevenire la sofferenza, in particolare quella delle persone che vivono nelle condizioni più difficili, nei paesi più poveri del mondo».

Egli giustifica questo suo nuovo atteggiamento proponendo tre «verità».

La prima è che il cambiamento climatico è un problema serio, ma non significherà la fine della civiltà.
Segue una lunghissima discussione sui risultati già acquisiti da diversi settori di emissione di carbonio (elettricità, industria manifatturiera, agricoltura, trasporti, costruzioni), che giustificano il suo ottimismo.

La seconda è che la temperatura non è il mezzo migliore per misurare i nostri progressi in materia di clima, piuttosto bisogna interessarsi alla qualità della vita, secondo l’indice di sviluppo umano (IDH) delle Nazioni Unite. E insiste: «il cambiamento climatico non è la minaccia più grande per la vita e i mezzi di sussistenza delle popolazioni dei paesi poveri» e non lo sarà in futuro.

Infine, la terza è che la salute e la prosperità sono le migliori difese contro il cambiamento climatico. Egli insiste sull’importanza della salute pubblica: «Più velocemente le popolazioni prosperano e sono in buona salute, più vite possiamo salvare».

Egli conclude sperando che la prossima COP30, sotto la guida del Brasile, seguirà i suoi consigli.

Questa sorta di “conversione ecologica” del fondatore di Microsoft ha scatenato un’ondata di panico. Non perché l’opinione di Bill Gates sia quella di un esperto in materia – come la grande maggioranza di coloro che trattano questo argomento – ma perché egli è soprattutto uno dei (molti) grandi finanziatori…

Quanto al clero, come dice giustamente InfoCatolica: «Questa non è una buona notizia per un gran numero di ecclesiastici che, fin dal precedente pontificato, sono stati ossessionati da questo argomento e dell’approccio relativo, al punto da privilegiarlo» rispetto a ciò che rientra nella loro missione di pastori.

Infine, questa inversione di tendenza completamente inattesa prova che le previsioni catastrofiche che i sostenitori del cambiamento climatico propagandano – e che Bill Gates sbandierava ancora ieri – non sono così evidenti perché un climatologo possa abbandonarle da un giorno all’altro.

Se questo potesse allentare un po’ la presa dell’ecologia e di tutti i movimenti Laudato si’ nella Chiesa, sarebbe già un frutto molto apprezzabile.





 
ottobre 2025
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI