Religión Digital:

l’autocoscienza della sconfitta



di El Wanderer


Pubblicato sul sito dell'Autore





I redattori di Religión Digital e,
in basso, i giovani che fanno la Comunione alla Messa tradizionale celebrata nella Basilica di San Pietro a Roma



C’è ci dice che la parte migliore della vittoria stia nel guardare in faccia gli sconfitti.
Credo che sia un’esagerazione, ma sicuramente una buona maggioranza degli Argentini, a prescindere dalle simpatie che suscita Milei, ha apprezzato i volti sgomenti e increduli dei giornalisti di C5N quando è stata resa nota la schiacciante sconfitta del Peronismo. I numeri mostravano inconfutabilmente che avevano perso e che stavano cercando giustificazioni e spiegazioni per la sconfitta.

Contemporaneamente, il sito web progressista Religión Digital, privo di dati o dichiarazioni ufficiali e basandosi solo sulle poche foto e notizie pubblicate dai media di tutto il mondo, si è reso conto di essere stato sconfitto e che, con grande disappunto, Leone XIV non è una continuazione di Francesco.
Si è trattato di una sorta di autocoscienza che ha lasciato sconcertati i redattori del sito; poiché non si aspettavano che la Messa tradizionale fosse stata permessa nientemeno che nella Basilica di San Pietro e che, in sovrappiù, la presenza di circa cinquemila persone avesse superato ogni aspettativa.
 
Ma la cosa più curiosa è costituita dai discorsi pronunciati da due giornalisti del sito Web: José Manuel Vidal e José Carlos Enriquez, che si sono avvalsi dell’aiuto di Xabier Pikaza e José Maria Castillo.
E parlo di cosa curiosa perché in tali discorsi le argomentazioni usate sono state le meno appropriate ed efficaci, in quanto si contraddicevano a vicenda.

Vidal sostiene che «[la riforma liturgica del] Vaticano II non è stata un capriccio, ma un suggerimento dello Spirito Santo per avvicinare l’Eucarestia al popolo».
Dice sul serio?
Ebbene dopo quasi sessant’anni di liturgia riformata, quello che si vede in tutto il mondo è che il popolo, non solo non è riuscito ad avvicinarsi alla nuova Eucarestia, ma se ne è addirittura allontanato. Basta comparare i numeri sull’assistenza alla Messa in Spagna, per esempio.
Secondo uno studio del luglio di quest’anno, dopo la riforma liturgica l’assistenza è crollata: nel 1965, assisteva alla Messa tradizionale il 78% dei fedeli, mentre solo il 21% lo fa nel 2025. E non c’è neanche bisogno di uno studio: basta andare in una chiesa qualsiasi e costatare il numero e l’età dei fedeli che assistono alla Messa.
L’argomentazione di Vidal serve quindi a dimostrare che la famosa primavera conciliare non è mai arrivata, o che lo Spirito ha soffiato nella direzione sbagliata, o che chi ha soffiato era uno spirito completamente diverso.
La realtà non è altro che la conferma della sua stessa sconfitta.

Da parte sua, Enriquez si chiede: «I tradizionalisti festeggiano, felici di vedere ripristinata la loro estetica del mistero, dell’incenso e della distanza. Ma che dire del popolo? Che dire di coloro che hanno sentito di nuovo il senso dell’appartenenza grazie al Concilio?».
Queste domande ne sollevano subito un’altra: chi ha sentito di nuovo il senso di appartenenza grazie al Concilio?
Doveva essere un numero molto piccolo, perché oggi non li si trova da nessuna parte e oltretutto la maggior parte di essi è morta.
Ed è inutile dire che si tratterebbe dei fedeli di oggi, perché non hanno mai avuto l’opportunità di non «sentirsi parte» e viene loro negata l’esperienza di «non esserne parte», che, secondo l’autore, si realizzerebbe come conseguenza della liturgia tradizionale. 

Per di più, Enriquez ci offre il piatto servito, e inizia dicendo: «Ricordo - come qualcuno che ritorna ad un antico paesaggio della memoria -, quelle Messe della mia infanzia. Il sacerdote che, dando le spalle al popolo, mormorava in latino e mia madre mi zittiva mentre pensavo: “non capisco niente”.
Non solo l’autore tenta di stabilire una regola universale a partire da un’esperienza particolare – la sua -, ma con tale richiamo rivela anche la sua età avanzata.
Si possono vedere le persone che ho posto nelle foto di apertura di questo articolo e la foto in basso di alcuni fedeli che sabato scorso nella Messa nella Basilica di San Pietro si sono avvicinati per ricevere la Comunione: dei cinquemila pellegrini, l’80% aveva meno di 40 anni. E lo stesso vale ovunque venga celebrata la Messa tradizionale.
Come è stato commentato in rete: «Si capisce che un rito è antico dalla giovane età di quelli che vi assistono».

La liturgia preconciliare, quella in cui il sacerdote dava le spalle al popolo e mormorava in latino, e quella che attrae i giovani.
La liturgia del Concilio, quella che avrebbe avvicinato la Messa al popolo e che sarebbe stata ispirata dallo Spirito, li allontana, e attrae solo persone anziane, o molto anziane, che riconoscono in essa la Messa della loro giovinezza perduta. Gli altri vi si sono abituati e la sopportano nel bene o nel male.

Non sto esprimendo un’opinione, sto semplicemente esponendo i fatti che chiunque può facilmente verificare.

Per discutere con i redattori di Religión Digital non è necessario ricorrere a trattati teologici. E’ sufficiente mostrare loro la realtà.



 
novembre 2025
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