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| Vaticano: sala di preghiera musulmana e mini-Assisi ![]() Momento di preghiera dei partecipanti al 60° anniversario di Nostra Aetate La novità è stata riferita dal giornale The Catholic Herald: la biblioteca vaticana avrebbe allestito una sala di preghiera per accogliere gli universitari seguaci di Maometto, perché possano praticare la loro fede. Una novità che ha fatto rapidamente il giro del mondo suscitando reazioni più o meno indignate nonché alcune soddisfazioni. Il giornale cattolico ha tratto l’informazione da una intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica concessa dal vice-prefetto della biblioteca: Padre Giacomo Cardinali, in cui spiega senza battere ciglio che «alcuni studiosi musulmani ci hanno chiesto una sala con tappeto per pregare, e noi gliela abbiamo data». Di fronte alle accese reazioni, la Sala Stampa della Santa Sede ha rilasciato una risposta, brevemente riportata da Le Figaro: si è trattato di una cattiva interpretazione delle dichiarazioni del vice-prefetto. In effetti, occasionalmente, è stata prestata una piccola stanza, ma «si trattava di un piccolo salotto e non di un luogo di culto arredato o di una sala di preghiera». Ne prendiamo atto. Ma per un verso, la risposta imbarazzata («una o due volte», «occasionalmente») suggerisce che si può moltiplicare la cifra indicata. Per altro verso, i responsabili delle comunicazioni sembrano ignorare che una sala di preghiera non è né una chiesa consacrata e neanche una moschea, può bastare alla bisogna qualsiasi stanza. I musulmani pregano anche per strada. Non è quindi un giudizio temerario affermare che nella biblioteca vaticana vi è effettivamente un luogo dedicato alle preghiere musulmane. A quando un luogo per i protestanti, gli Ebrei, gli Indù o gli Shintoisti? La cosa è più che deplorevole soprattutto se si tiene conto che per i musulmani il loro luogo di preghiera è terra dell’Islam… L’esempio viene dall’alto Ma se un tale deriva, denunciata da Mons. Marian Eleganti o dal cardinale Gerhard Müller, è stata resa possibile è a causa di Nostra Aetate, il cui 60° anniversario è stato celebrato in pompa magna in Vaticano, e a tutto ciò che è seguito, a partire dalla scandalosa riunione di Assisi del 1986, voluta da Papa Giovanni Paolo II e allora denunciata da Mons. Marcel Lefebvre. Tale riunione, come un terremoto, ebbe numerose repliche in diversi luoghi, prima di ripetersi con Benedetto XVI, sempre ad Assisi nel 2011, con qualche modifica. E prima che Papa Francesco partecipasse all’incontro interreligioso del 2016, organizzato dalla Comunità Sant’Egidio, con 450 dignitari di 9 diverse religioni. Infine, in occasione del 60° anniversario di Nostra Aetate, la famosa Dichiarazione sulla relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, che ha aperto la strada a queste funeste e scandalose riunioni, è stato organizzato in Vaticano un evento che ha riunito dirigenti e rappresentanti del giudaismo, dell’Islam, dell’induismo, del Giainismo del sikkismo, del buddismo, dello zoroastrismo, del confucianesimo, dei taoismo, dello shintoismo e delle religioni tradizionali africane… Dopo la presentazione di due cardinali, sono stati offerti degli spettacoli dall’induismo, dal cattolicesimo, dall’Islam, dal giudaismo e dalle tradizioni africane, seguiti dalla proiezione di un video sui gesti e le parole dei Papi per promuovere l’armonia; il tutto seguito dal discorso di Papa Leone XIV che ha ripreso tutta la retorica interreligiosa sviluppata in 60 anni. Il Papa ha concluso il suo discorso esortando i responsabili religiosi a «risvegliare in tutti gli uomini e in tutte le donne il loro senso dell’umanità e del sacro». Ma qual è il senso dell’umanità e del sacro di un buddista, di uno zoroastriano o di un musulmano? E’ un senso che porta alla soluzione della disastrosa situazione del mondo? Può esistere un vero «senso dell’umanità e del sacro» al di fuori di Nostro Signore Gesù Cristo? E ha chiuso il suo discorso invitando tutti i partecipanti a pregare silenziosamente. Ma a pregare quale Dio? |