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| Card. Fernández: il titolo di «Corredentrice» è «inappropriato» ![]() Card. Víctor Manuel Fernández Presentazione di Messa in Latino
Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo di Michael Haynes, pubblicato il 4 novembre sul sito Per Mariam, in cui commenta la nota dottrinale del card. Fernández, la quale sostiene che il titolo mariano di «Corredentrice» causi «confusione» e «squilibrio» nelle verità della fede. Lorenzo V. L'articolo
Utilizzare il titolo di Maria «Corredentrice» in riferimento alla sua cooperazione nella Redenzione «è sempre inappropriato», ha dichiarato oggi il Vaticano (7 ottobre 2025). In una nota dottrinale intitolata Mater Populi Fidelis, il card. Víctor Manuel Fernández, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, ha affrontato la questione di Maria come Corredentrice e Mediatrice, in un documento che, secondo lui, attirerà le critiche dei «massimalisti e minimalisti» mariani. La decisione del card. Víctor Manuel Fernández è contraria al titolo mariano: Considerata la necessità di
spiegare il ruolo subordinato di Maria a Cristo nell’opera della
Redenzione, è sempre
inappropriato usare il titolo di Corredentrice per definire la
cooperazione di Maria.
Difendendo la sua logica, il Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede ha scritto: «Questo titolo rischia di oscurare l’unica
mediazione salvifica di Cristo e, pertanto, può generare
confusione e squilibrio nell’armonia delle verità della fede
cristiana, perché «in nessun altro c’è
salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli
uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati» (At 4,12).
Quando un’espressione richiede numerose e
continue spiegazioni, per evitare che si allontani dal significato
corretto, non serve alla fede del Popolo di Dio e diventa sconveniente. In questo caso, non
aiuta ad esaltare Maria come prima e massima collaboratrice dell’opera
della Redenzione e della grazia, perché il pericolo di oscurare
il ruolo esclusivo di Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo
per la nostra salvezza, l’unico capace di offrire al Padre un
sacrificio di infinito valore, non costituirebbe un vero onore alla
Madre. In effetti, ella come «serva del Signore» (Lc 1,38), ci indica Cristo e ci chiede di fare
«qualsiasi cosa Lui vi dica» (Gv 2,5).
Anche il titolo di Maria come Mediatrice di tutte le grazie è stato oggetto di critiche, con il card. Víctor Manuel Fernández che ha chiesto «speciale prudenza» nell’uso del termine, attestando che esso presenta dei limiti che non facilitano la corretta comprensione del ruolo unico di Maria. Il card. Víctor Manuel Fernández ha invece proposto la devozione a Maria sotto la denominazione di «Madre del Popolo fedele». Papa Francesco, Papa Leone XIV e il card. Víctor Manuel Fernández Ci si potrebbe chiedere: perché una tale nota dottrinale è stata pubblicata proprio in questo momento? La nota dottrinale era stata infatti già redatta sotto il pontificato di Papa Francesco ed era stata approvata dal Dicastero per la Dottrina della Fede a marzo. Dopo la morte di Papa Francesco ad aprile, il documento non è stato archiviato, ma ha ricevuto l’approvazione di Papa Leone XIV il 7 ottobre. L’ombra di Papa Francesco è molto presente nel testo. Dei sei paragrafi che trattano specificamente della Corredentrice, due contengono l’opposizione personale del card. Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede negli anni Novanta e un altro l’opposizione molto pubblica di Papa Francesco. In qualità di stretto confidente e ghost-writer di Papa Francesco, non sorprende che il testo del card. Víctor Manuel Fernández riecheggi da vicino il pensiero del defunto Papa. Il card. Víctor Manuel Fernández ha anche concluso citando la 5ª Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e dei Caraibi (la Conferenza di Aparecida), la conferenza episcopale del 2007 in America Latina in cui l’allora card. Jorge Mario Bergoglio S.I., allora Arcivescovo metropolita di Buenos Aires e Presidente della Conferencia Episcopal Argentina, ha svolto un ruolo chiave e che, come Papa, ha spesso citato in riferimento alla 16ª Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi (il Sinodo sulla sinodalità). Un ulteriore collegamento allo spirito con cui è stata scritta la nota dottrinale Mater Populi Fidelis. Un altro motivo sottostante era l’ecumenismo. Nella presentazione al testo, il card. Víctor Manuel Fernández ha scritto: «Questo testo, mentre chiarisce in che
senso sono accettabili o meno alcuni titoli ed espressioni riferiti a
Maria, allo stesso tempo si propone di approfondire i corretti
fondamenti della devozione mariana, precisando il posto di Maria nella
sua relazione con i fedeli, alla luce del mistero di Cristo quale unico
Mediatore e Redentore. Ciò implica una fedeltà profonda
all’identità cattolica e, allo stesso tempo, un particolare
sforzo ecumenico».
Ciò è in linea con il motivo per cui la Corredentrice non è stata formalmente definita nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium al Concilio Vaticano II, nonostante fosse stata richiesta da una cinquantina di Vescovi. A loro fu detto che: «Sono state omesse alcune espressioni e parole usate dai Sommi Pontefici, che, di per sé, sono assolutamente vere, ma che possono essere comprese con difficoltà dai fratelli separati. Tra queste parole si possono annoverare le seguenti: “Corredentrice del genere umano”». I movimenti mariani e i teologi hanno a lungo esortato i Papi che si sono succeduti a definire formalmente il quinto dogma mariano di Maria come Corredentrice, Mediatrice e Avvocata. Il prof. Mark Miravalle, uno dei più eminenti mariologi, esortò Papa Leone XIV a fare proprio questo, poche settimane dopo l’inizio del suo Pontificato. Ma la nota dottrinale odierna rappresenta un rapido rifiuto di tali speranze e probabilmente dà il tono per gli anni a venire. Tuttavia, il card. Víctor Manuel Fernández non ha negato – anzi, non poteva negare – la legittimità della teologia della Corredentrice, ma ha piuttosto messo in guardia contro il termine stesso. Indipendentemente dalla sua nota dottrinale, l’insegnamento della Chiesa di molti secoli rimane immutato. Che cos’è la Corredentrice? Come spesso sottolineato in questo sito – dedicato a Maria Corredentrice – la Corredentrice non è un tentativo di porre Maria alla pari di Cristo. Piuttosto la pone come Sua compagna, che rimane sempre subordinata a Lui. Il mariologo francese padre Emile Neubert S.M. ha scritto: «Possiamo dire di essere stati salvati in primo luogo e principalmente da Cristo e in secondo luogo dall’azione di Maria in subordinazione all’azione di Cristo». La parola Corredentrice ha origine dal latino ed è composta dalle due parole «cum» e «redimere». «Cum» si traduce in italiano con «con», indicando una persona che agisce insieme a un’altra. Consultando qualsiasi dizionario di latino o altro testo, si può vedere che in nessun caso la parola «cum» significa «uguale a» o «intercambiabile», a differenza del modo in cui un «copilota» si riferisce a qualcuno che è intercambiabile con il pilota. «Redimere» è il verbo che significa «ricomprare, liberare mediante pagamento». Quando è combinato con la desinenza femminile del verbo, si ottiene il significato «colei che riacquista con», essendo la Corredentrice una cooperatrice nell’azione salvifica di Cristo. Con le sue origini nella Sacra Scrittura, la teologia della Corredentrice ha trovato presto terreno fertile negli scritti dei Padri della Chiesa, prima di esplodere con grande ricchezza nel Medioevo e dopo. San Bernardo di Chiaravalle, San Bonaventura da Bagnoregio, San Tommaso d’Aquino, San Louis-Marie Grignion de Montfort e Sant’Alfonso Maria de’ Ligouri sono annoverati tra i più eminenti scrittori sull’argomento. ![]() Statua devozionale del XVII secolo della Pontificia e Reale Arciconfraternita del Dolce Nome di Gesù Nazareno del Paso e di Maria Santissima della Speranza, Malaga, Spagna. Poi, nel 1908, la Congregazione dei Riti dichiarò il desiderio che la devozione verso la Madre Addolorata possa aumentare e si intensifichino la pietà dei fedeli e la loro gratitudine verso la misericordiosa Corredentrice del genere umano. Nel 1913 la Sacra Congregazione del Sant’Uffizio – l’ufficio che ora dirige il card. Víctor Manuel Fernández – concesse un’indulgenza parziale a una preghiera di riparazione alla Madonna, che terminava con le parole: Benedico il tuo santo Nome, lodo il tuo
eccelso privilegio di essere veramente Madre di Dio, sempre Vergine,
concepita senza macchia di peccato, Corredentrice del genere umano.
Papa Pio XI usò spesso il termine «Corredentrice», così come fece Giovanni Paolo II, anche se quest’ultimo smise di farlo dopo che il card. Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, si oppose al termine nel 1996. Il card. Víctor Manuel Fernández ha infatti fatto riferimento alla pletora di dichiarazioni papali che utilizzano il termine e ai testi ufficiali del Vaticano che lo utilizzano. Lo ha fatto tramite un link in una nota a piè di pagina che segue questa breve frase: Alcuni Pontefici hanno impiegato questo
titolo senza soffermarsi a spiegarlo.
Solo chi segue il link alla nota a piè di pagina si rende effettivamente conto di quanto il card. Víctor Manuel Fernández stia minimizzando con tale frase l’insegnamento formale della Chiesa, costruito su secoli di lavoro teologico [QUI: N.d.T.]. Nonostante la dichiarazione odierna, la grande ricchezza dell’insegnamento e della teologia della Chiesa sulla Corredentrice Maria rimane immutata. La preghiera indulgente che la invoca rimane quindi in vigore. Anche la spiegazione coerente e costante della teologia nel corso di molti secoli rimane un fatto innegabile. Se dovesse sorgere una legittima confusione sul termine, la Chiesa non manca certo di materiale di riferimento. Ancora una volta sembra che, proprio come nel Concilio Vaticano II, la mariologia sia stata sacrificata sull’altare dell’ecumenismo. |