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| L’inopportuna Corredentrice di Don Nicolas Cadiet, FSSPX ![]() La Medaglia miracolosa Secondo San Pio X: «poiché Maria supera tutti in santità e in unione con Gesù Cristo ed è stata associata da Gesù Cristo all’opera della Redenzione, ella merita per noi de congruo, come dicono i teologi, ciò che Gesù Cristo ha meritato per noi de condigno (1), ed ella è la ministra suprema della dispensazione delle grazie (2)». In poche righe, il santo Pontefice riassume ciò che si può dire della partecipazione della Madre di Dio alla salvezza: meritare in maniera secondaria le grazie della salvezza, dispensarle in maniera universale (3). Questa dottrina è molto tradizionale, anche se qui è espressa con i termini propri dei teologi. Essa ha cominciato ad essere espressa dai Padri della Chiesa quando hanno parlato di Maria come «nuova Eva» (4), seguendo San Paolo che parla di Gesù come «nuovo Adamo» (Rm. 5 e I Cor. 15), per dare un’idea del suo ruolo unico, anche se secondario, nell’opera della salvezza. All’Annunciazione, Maria accettò che il Verbo si facesse carne: ai piedi della Croce, ella accettò la Passione, e quindi contribuì a fornire e ad offrire la Vittima del Sacrificio. La nostra azione di grazie è rivolta innanzi tutto al Figlio di Dio, che solo ha compiuto l’atto di offrirsi al Sacrificio dal valore infinito. Ma noi siamo debitori anche alla Madonna della nostra salvezza, quantunque a titolo secondario. Dobbiamo ringraziarla e non rendere vana la spada che ha trafitto il suo Cuore, rendendo sterile la grazia in noi. Ne deriva quindi che è per la sua intercessione che dobbiamo chiedere tutti gli aiuti divini soprannaturali di cui abbiamo bisogno. Per esprimere con una parola questa dottrina, gli scrittori ecclesiastici hanno proposto da tempo il termine «Corredentrice», che è stato oggetto di numerosi studi, colloqui (5) e richieste di definizioni dogmatiche. La risposta di Roma a arrivata questo martedì 4 novembre 2025 con una «Nota dottrinale su alcuni titoli mariani che si riferiscono alla cooperazione di Maria all’opera della salvezza», intitolata Mater Populi fidelis. Nella nota, il termine «Corredentrice», che è stato usato da diversi Papi: da Pio XI a Giovanni Paolo II, è stato dichiarato «sempre inopportuno» «per definire la cooperazione di Maria». Il motivo addotto è che «quando una espressione necessita di numerose e costanti spiegazioni, per evitare che si allontani dal suo corretto significato, essa non serve alla fede del Popolo di Dio e diventa un ostacolo (6)» (n° 22). Siamo lieti di apprendere che bisogna escludere dall’insegnamento della Chiesa quelle espressioni suscettibili di false interpretazioni. A questo punto, possiamo suggerire una revisione molto completa del Concilio Vaticano II? I teologi romani possono avvalersi di una vasta documentazione accumulata in 60 anni! Ma forse vi sono delle inopportunità che sono più opportune di altre! La spiegazione da dare è che il ruolo della Santa Vergine nella Redenzione non sostituisce il ruolo principale di Gesù Salvatore. Ma le spiegazioni proposte dalla Nota del Dicastero per la Dottrina della Fede, piuttosto complesse e che sono una caricatura degli insegnamenti mariani tradizionali (7), mettono al condizionale il valore meritorio della com-passione della Madonna (8) e minimizzano la sua portata universale (nn° 67-70). Non ci resta che seguire l’insegnamento di Papa Leone XIII, secondo cui «per volontà di Dio, Maria è l’intermediaria attraverso la quale ci viene distribuito l’immenso tesoro di grazie accumulato da Dio, poiché la grazia e la verità sono state create da Gesù Cristo; così, come non di può andare al Padre supremo che tramite il Figlio, non si può arrivare a Cristo che tramite Sua Madre» (9). NOTE 1 – I teologi intendono per merito de condigno il titolo stretto a ricevere da Dio una ricompensa per un’azione meritoria. Infatti Dio promette di ricompensare le buone opere motivate dalla carità, in proporzione al valore meritorio dell’opera. Il merito de congruo indica che Dio ricompensa, non in virtù di questa promessa e secondo questa proporzione, ma perché è conveniente che un’anima a Lui devota riceva i Suoi favori. 2 – San Pio X, Enciclica Ad diem illum laetissimum, 2 febbraio 1904. 3 – Certo, la Madonna non ha potuto meritare le grazie che l’hanno resa capace di meritarle Lei stessa. 4 – San Giustino, Sant’Ireneo, Tertulliano. 5 – Fino all’anno di grazia 2025, un colloquio a Maggio a Parigi. 6 – Un imbarazzante errore di ortografia, così come il corsivo, autentiche nella versione del sito del Vaticano, consultato il 5 novembre. 7 – Come se stessimo parlando di un «deposito di grazie separate da Dio» di cui Maria potrebbe disporre. Come se considerassimo la Vergine come la «fonte» stessa della grazia (n°45), o come «causa principale della grazia» (n°50), o come meritevole della sua santificazione primaria (n°67). 8 – In nota 37; questo punto è attribuito ad alcuni teologi mentre invece è affermato da San Pio X. Ma la parola di Francesco, nel suo stile sinodale inimitabile, ha più peso quando etichetta questa dottrina come tontería (12 dicembre 2019)! 9 – Leone XIII, Enciclica Octobri mense, 22 settembre 1891. |