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| Catechismo per i semplici fedeli, perché possano, in pace e con frutto, venerare l’Immacolata sempre Vergine Maria, Madre di Dio, invocandola come Corredentrice e Mediatrice. ![]() I sette dolori di Maria Santissima “Bisogna difendere i suoi privilegi quando vengono messi in discussione; bisogna sostenere la sua gloria quando viene attaccata; bisogna attirare tutti, potendolo, al suo servizio”. San Luigi M. Grignion de
Montfort,
Trattato della vera devozione a Maria, § 265. 1. Quali sono i titoli che maggiormente onorano la Madonna e rallegrano il cuore dei buoni cristiani? I titoli sono innumerevoli,
tanto quasi da non potersi contare: ma, tra di essi, senz’altro sono
molto importanti gli appellativi di Corredentrice
e Mediatrice di tutte le grazie.
2. Cosa vuol dire Corredentrice? Corredentrice significa che, data la reale “comunione di dolori e d’angosce […] tra la Madre e il Figlio, è stato concesso all’Augusta Vergine di essere «presso il suo unico Figlio la potentissima mediatrice e conciliatrice del mondo intero»” [1]. 3. Cosa vuol dire Mediatrice? Mediatrice significa che se
è “evidente che non dobbiamo attribuire alla Madre di Dio una
virtù produttrice di grazie: quella virtù che è
solo di Dio, tuttavia, poiché Maria supera tutti nella
santità e nell’unione con Gesù Cristo ed è stata
associata da Gesù Cristo nell’opera di redenzione, Ella ci
procura de congruo, come
dicono i teologi, ciò che Gesù Cristo ci ha procurato de condigno ed è la suprema
dispensatrice di grazie” [2].
4. I termini de congruo e de condigno sono difficili. Puoi spiegarli? Per spiegare questi termini
è necessario capire che cos’è il merito.
5. Allora mi puoi spiegare che cos’è il merito? Il merito è il
diritto alla ricompensa soprannaturale, ovvero alla beatitudine del
Paradiso.
6. Che differenza c’è tra il merito de congruo e de condigno? Il merito de congruo vuol dire che è
di stretta giustizia: e solo Gesù ha meritato in questo modo.
Tutti gli altri esseri umani, Madonna compresa, possono meritare solo de condigno, cioè per una
capacità donata da Dio stesso. Nessuno può esigere nulla
da Dio.
7. Puoi spiegare con un esempio quest’ultimo concetto? Gesù ci dice: “Anche
se tu fai una buona azione, di per sé non meriteresti nulla, ma
sono io che ti faccio il dono della capacità di meritare; per
cui, tu meriti realmente per un mio dono. Sono io che, pur non
dovendoti nulla, liberamente mi faccio tuo debitore”.
8. Esiste una frase di qualche Santo che chiarisce ulteriormente questo concetto? Sì: S. Agostino ha
scritto: “[O Dio] incoronando i nostri meriti dei santi tu incoroni i
tuoi doni” [3].
9. Puoi applicare questo principio alla Madonna? Gesù liberamente ha
associato la Sua Santissima Madre alla Sua Passione, e Lei stessa ha
corrisposto in tale modo da meritare, con Gesù e per i meriti di
Gesù (e non senza di Lui), la salvezza dell’intero genere umano.
10. Ma forse non erano sufficienti i soli meriti di Gesù per salvare il mondo? Certamente erano sufficienti; tuttavia, il buon Dio ci ha voluto associare alla Sua Passione, per farci collaboratori non solo nel governo del mondo, ma anche nell’opera della Redenzione. 11. Come il Magistero della Chiesa esprime questi concetti? Ad esempio, Pio XI insegna: “Sebbene la copiosa
redenzione di Cristo, con sovrabbondanza «ci condonò tutti
i peccati» (Col. 2,16),
tuttavia, per quella mirabile disposizione della divina Sapienza
secondo la quale nel nostro corpo si deve compiere quello che manca dei
patimenti di Cristo a favore del corpo di Lui, che è la Chiesa (Col. 1,24), noi possiamo, anzi
dobbiamo aggiungere alle lodi e soddisfazioni «che Cristo in nome
dei peccatori tributò a Dio» (Orazione dopo le Litanie del Sacro Cuore),
anche le nostre lodi e soddisfazioni” [4].
12. Hai citato un testo un po’ vecchio: la Chiesa ritiene questi concetti ancora oggi? Certamente sì: San Giovanni Paolo II scriveva “…i
testimoni della Nuova Alleanza parlano della grandezza della
Redenzione, che si è compiuta mediante la sofferenza di Cristo.
Il Redentore ha sofferto al posto dell’uomo e per l’uomo. Ogni uomo ha
una sua partecipazione alla Redenzione. Ognuno è anche chiamato
a partecipare a quella sofferenza, mediante la quale si è
compiuta la Redenzione. È chiamato a partecipare a quella
sofferenza, per mezzo della quale ogni umana sofferenza è stata
anche redenta. Operando la Redenzione mediante la sofferenza, Cristo ha
elevato insieme la sofferenza umana a livello di redenzione. Quindi
anche ogni uomo, nella sua sofferenza, può diventare partecipe
della sofferenza redentiva di Cristo” [5].
13. Cosa dice la S. Scrittura a questo riguardo? Ad esempio, San Paolo scrive: “Figliolini miei,
che io di nuovo partorisco nel dolore finché Cristo non sia
formato in voi! (Gal. 4,19) e
“Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do
compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia
carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col. 1, 24)
14. Se, come diceva San Giovanni Paolo II, “ogni uomo ha una sua partecipazione alla Redenzione”, dobbiamo essere un po’ tutti corredentori? Certamente, è questo
mistero si realizza soprattutto nella vera partecipazione attiva al
Santo Sacrificio della Messa, dove “con questo augusto Sacrificio
Eucaristico si deve congiungere l’immolazione dei ministri e degli
altri fedeli, affinché anche essi si offrano quali
«vittime vive, sante, gradevoli a Dio» (Rom. 12,1)” [6].
15. Ma se dobbiamo essere tutti corredentori, che senso ha chiamare Maria Corredentrice? Non è forse questo titolo superfluo? Assolutamente il titolo non
è superfluo; se Maria è la prima redenta, ed è
stata “redenta in un modo più sublime” [7], in un modo altrettanto più sublime
è stata associata alla Redenzione. Tra tanti suoi figli
corredentori, Ella è la Corredentrice per antonomasia.
16. Oltre a quanto sopra, ci sono altri motivi per attribuire alla Madonna il titolo di Corredentrice? Senz’altro, a cominciare
dalle indicibili pene che ha voluto soffrire e offrire per la
Redenzione del mondo: come fu piena
di grazia, così è piena di dolore, totalmente offerto
unita al suo Figlio. A Lei la Chiesa attribuisce, in senso spirituale,
le parole della Lamentazione 1,12: “Voi tutti che passate per la via,
considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore,
al dolore che ora mi tormenta, e con cui il Signore mi ha afflitta nel
giorno della sua ira ardente”.
17. Che cosa dice la Chiesa a questo proposito? San Giovanni Paolo II,
citando San Carlo Borromeo,
Alla Madonna - la Corredentrice - san Carlo si rivolge con accenti
singolarmente rivelatori. Commentando lo smarrimento di Gesù
dodicenne nel tempio, egli ricostruisce il dialogo interiore, che
poté intercorrere tra la Madre e il Figlio, e soggiunge:
“Sopporterai dolori ben più grandi, o Madre benedetta, e
continuerai a vivere; ma la vita ti sarà mille volte più
amara della morte. Vedrai consegnato nelle mani dei peccatori il tuo
Figlio innocente… Lo vedrai brutalmente crocifisso, tra i ladri; vedrai
il Suo fianco santo trapassato dal crudele colpo di lancia; vedrai,
infine, effondere il Sangue che tu gli hai dato. E tuttavia non potrai
morire!” (Omelia nel duomo di Milano
la Domenica dopo l’Epifania del 1584) [8].
18. Questo titolo “minaccia” la verità di fede di Gesù Cristo unico Redentore del mondo? Assolutamente no, anzi rende
onore alla generosità di Gesù nel partecipare la Sua
causalità, nell’ordine della Redenzione, ad altre creature
ragionevoli: come Gesù si è fatto obbediente fino alla
morte e non ha considerato un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio [9],
neppure ha considerato un tesoro geloso il suo essere Redentore.
19. Hai parlato di causalità di Maria nell’ordine della Redenzione. Questo non toglie forse qualcosa alla perfetta e più che sufficiente causalità di Gesù Cristo? No, perché
nell’ordine delle cause, la causa prima causa di più l’effetto e
agisce più intimamente in esso della causa seconda [10].
20. Questo concetto è molto difficile. Puoi spiegarlo con un esempio? Dante Alighieri (causa principale)
ha scritto la Divina Commedia
(effetto) con una penna (causa seconda). Il poema, sebbene scritto
realmente con una penna, è molto di più opera di Dante
che della penna.
21. Allora questo significa che è la stessa Redenzione operata da Cristo che causa la Corredenzione da parte di Maria, e che quindi Gesù è tutt’altro che sminuito? Esattamente. Più
c’è Maria più c’è Gesù, e non viceversa.
22. Ma perché Dio agisce servendosi di cause seconde, quando potrebbe fare tutto da solo? Ti faccio rispondere da San Tommaso: “Perché [la
Provvidenza] governa gli esseri inferiori mediante gli esseri
superiori, non già per difetto di potenza, ma per sovrabbondanza
di bontà, perché vuole comunicare anche alle creature la
dignità di cause” [11].
23. Se consideriamo Maria come una causa seconda, non rischiamo forse di “cosificarla”? Assolutamente no: infatti
una causa seconda agisce secondo la propria natura: ad esempio, la
penna di uno scrittore agisce lasciando un segno sul foglio, una
creatura razionale conoscendo e amando. La Madonna è una
creatura Immacolata piena di grazia, una donna che liberamente crede
con una “fede non adulterata da alcun dubbio” [12] e che ama
di una grandissima carità: in tal modo, pur agendo da causa
seconda, mantiene il suo agire conforme a questo suo essere. Del resto,
anche il ministro dei sacramenti è una “causa seconda”
nell’ordine soprannaturale, e Dio è la “causa prima”.
24. Come il Magistero ribadisce questo aspetto? San Giovanni Paolo II, ad esempio,
ha insegnato: “Maria però, miei cari fratelli e sorelle, non
è l’aurora della nostra redenzione alla maniera di uno strumento
inerte e passivo. All’alba della nostra salvezza risuona la sua libera
risposta, il frutto, il suo sì incondizionato alla
collaborazione che Dio attendeva da lei, come attende anche da noi” [13].
25. Si può dire che il titolo di Corredentrice non è opportuno perché difficile da spiegare, in relazione al fatto che Gesù è l’unico Redentore? Assolutamente non si
può dire: altrimenti dovremmo abolire anche i titoli di Immacolata e di Madre di Dio, che certamente non
sono di immediata comprensione.
26. Oltre ai Papi ricordati sino ad ora, ve ne sono altri che hanno usato il termine Corredentrice? Certamente: Benedetto XV è stato il
primo, tra i Papi, a formulare la dottrina della Corredenzione Mariana
in termini inequivocabili: Maria, “per quanto dipendeva da Lei,
talmente immolò il suo Figlio per placare la divina giustizia,
che a ragione si può dire che Ella abbia redento il genere umano
insieme a Cristo” [14].
Pio XI è stato il primo Papa dare a Maria il titolo di Corredentrice: “O Madre di pietà e di misericordia, la quale, come compaziente e Corredentrice, stesti presso il dolcissimo Figlio tuo mentre operava la Redenzione del genere umano sull’altare della Croce” [15]. 27. Eppure, alcune personalità sicuramente devote della Madonna hanno ritenuto, nei recenti anni, non indispensabile il titolo di Corredentrice: ad es. Il Card. Joseph Ratzinger, quando era ancora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. È vero che Benedetto XVI, da Cardinale e non da
Pontefice, aveva espresso perplessità sul termine: ma poi, da
Papa, ha espresso chiaramente la dottrina della Corredenzione: Ecco
qualche esempio “…il ruolo di Maria nella storia della salvezza non si
esaurisce nel mistero dell’Incarnazione, ma si completa nell’amorosa e
dolorosa partecipazione alla morte e alla risurrezione del Signore” [16].
E ancora, nella preghiera a Nostra Signora di Sheshan: “Con il docile "sì" pronunciato a Nazaret tu consentisti all’eterno Figlio di Dio di prendere carne nel tuo seno verginale e di avviare così nella storia l’opera della Redenzione, alla quale cooperasti poi con solerte dedizione, accettando che la spada del dolore trafiggesse la tua anima, fino all’ora suprema della Croce, quando sul Calvario restasti ritta accanto a tuo Figlio che moriva perché l’uomo vivesse” [17]. 28. Visto che hai citato più volte San Giovanni Paolo II, puoi dirmi le parole che meglio riassumono il suo insegnamento in materia? Volentieri ti riporto il
contesto più ampio di un’omelia già citata: “Maria ci
precede e ci accompagna. Il silenzioso itinerario che comincia con la
sua Immacolata Concezione e passa per il «sì» di
Nazareth che la rende Madre di Dio, trova sul Calvario un momento
particolarmente importante. Anche là, accettando ed assistendo
al sacrificio di suo Figlio, Maria è aurora della redenzione;
... Spiritualmente crocifissa col
Figlio crocifisso (cfr. Gal
2,20), contemplava con amore eroico la morte del suo Dio
«consentendo amorosamente alla immolazione della vittima, che
ella stessa aveva generato» (Lumen
Gentium, 58). … Effettivamente, sul
Calvario, ella si unì al sacrificio del Figlio che tendeva alla
fondazione della Chiesa; il suo cuore materno condivise fino in
fondo la volontà di Cristo di «riunire insieme tutti i
figli di Dio che erano dispersi» (Gv 11,52). avendo sofferto per la Chiesa, Maria
meritò di diventare la Madre di tutti discepoli del suo Figlio,
la Madre della sua unità. I Vangeli non ci parlano di
un’apparizione di Gesù risorto a Maria. In ogni modo,
poiché ella fu in modo speciale vicina alla croce del Figlio,
dovette avere anche un’esperienza privilegiata della Sua Risurrezione.
Effettivamente, il ruolo corredentore
di Maria non cessò con la glorificazione del Figlio” [18].
29. In conclusione, e in base a quanto detto, si può mettere in discussione l’appropriatezza del titolo di Corredentrice attribuito alla Vergine Santa? Ti faccio rispondere dal
Card. Eduard Gagnon: “Come può un fedele cattolico mettere in
dubbio l’appropriatezza del titolo di Corredentrice
attribuito alla Vergine Santa, se è stato usato da una schiera
di papi, santi, beati, mistici, dottori della Chiesa e teologi
conciliari nel corso della storia della Chiesa, incluso il Papa
Giovanni Paolo II?” [19]
30. Veniamo ora anche al titolo di mediatrice. Abbiamo già visto che San Pio X ha ribadito, facendo proprie le affermazioni di alcuno santi, che Maria è “l’acquedotto della grazia” ed è come “il collo del corpo mistico di Cristo”. Cosa significa tutto questo? Nell’unica opera della
Redenzione possiamo considerare due aspetti, non divisibili ma ben
distinguibili: da un lato la soddisfazione di Gesù al nostro
posto e l’acquisizione dei meriti (“Egli è stato trafitto per le
nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che
ci dà salvezza si è abbattuto su di lui” [20]);
dall’altro l’effusione di questi meriti su tutto il genere umano.
Ebbene, la Madonna è un tutt’uno con Gesù, sia nella
acquisizione dei meriti, sia nella distribuzione dei doni.
31. Mi sembra molto di più di una semplice mediazione d’intercessione… Hai detto molto bene:
infatti non si può ridurre la Mediazione materna della Madonna a
una semplice richiesta di grazie presso il Figlio: Ella riceve da Lui
la pienezza di Grazia, e assieme ai suoi meriti, la riversa sui membri
della Chiesa.
32. Allora la Madonna distribuisce le grazie non solo intercedendo presso Gesù, ma quasi per volontà propria? Certamente sì:
già San Gregorio Magno
diceva: “Chi aderisce a Dio con mente devota suole, esigendolo il
bisogno, operare miracoli nell’uno e nell’altro modo: fa prodigi
talvolta in virtù della preghiera, altre volte per proprio
potere. Dice Giovanni: «A quanti lo accolsero, diede potere di
diventare figli di Dio» (Gv
1, 12). Ora chi è figlio di Dio per potere datogli, non
meraviglia che abbia potestà di fare miracoli” [21].
33. Il Magistero si è pronunciato su questo argomento? Il Magistero ha lasciato ai
teologi l’investigazione circa il modo nel quale la Madonna esercita la
sua mediazione: tuttavia non mancano importanti pronunciamenti che
indicano chiaramente un’azione che va oltre l’intercessione.
34. Puoi darmene un esempio? Ad esempio, Pio XII afferma: “La beata Vergine
non ha avuto soltanto il supremo grado, dopo Cristo, dell’eccellenza e
della perfezione, ma anche una partecipazione di quell’influsso, con
cui il suo Figlio e Redentore nostro giustamente si dice che regna
sulla mente e sulla volontà degli uomini. Se infatti il Verbo
opera i miracoli e infonde la grazia per mezzo dell'umanità che
ha assunto, se si serve dei sacramenti dei suoi santi come di strumenti
per la salvezza delle anime, perché non può servirsi
dell’ufficio e dell’opera della Madre Sua santissima per distribuire a
noi i frutti della redenzione?” [22]
Inoltre, Leone XIII ha insegnato che Maria, “…come era stata strumento del mistero della umana redenzione, così, con il potere quasi illimitato che le era stato conferito, fu dispensatrice della grazia che per tutti i tempi deriva da questa redenzione… Quindi sono giustissimi i solenni encomi che presso tutte le genti e in tutti i riti furono resi a lei, e che vennero ognora crescendo nei secoli: tra gli altri molti, ella fu celebrata “Signora nostra e nostra mediatrice”; “Riparatrice dell’universo”; “Mediatrice dei suoi doni divini”. [23] 35. Puoi ripetermi, a mo’ di sommario, alcune espressioni che il Magistero adopera, a proposito della Mediazione della Vergine? Ti rispondo pregando: “Potentissima mediatrice e conciliatrice
del mondo intero”, “Signora
nostra e nostra mediatrice”; “Riparatrice
dell’universo”; “Mediatrice dei suoi doni divini”, “Colei che partecipa dell’influsso, con cui
il suo Figlio e Redentore nostro giustamente si dice che regna sulla
mente e sulla volontà degli uomini”, “Colei di cui il Verbo si serve per
distribuire a noi i frutti della redenzione”.
È molto difficile
ridurre, alla luce di queste parole, la mediazione di Maria alla sola
opera di intercessione.
36. Ma come può una creatura produrre un effetto eminentemente soprannaturale, quale la distribuzione della grazia? Il fatto è che con la
grazia noi non siamo più semplici creature: siamo infatti
“partecipi della natura divina” (2 Pt.
1,4), “profondamente impiantati” in Cristo (Rom. 6,5), “una nuova creatura” (2 Cor 5,7); di conseguenza, se
siamo rigenerati in modo soprannaturale, agiremo in base al nostro
nuovo essere; con la grazia, agiamo da creature ingraziate. E chi
è più ingraziata se non la piena di grazia? E c’è
forse da meravigliarsi se da Colei che è massimamente una nuova
creatura procedono azioni soprannaturali?
37. Ma non mi dici niente della maternità spirituale nell’ordine della grazia? Non vedevo l’ora che mi
facessi questa domanda. Gesù ci ha donato, prima di morire, la
Sua stessa Madre come vera nostra Madre. Questa maternità
spirituale comporta la mediazione da parte della Madonna non solo delle
grazie attuali (che ci vengono date volta per volta per compiere le
buone azioni), ma anche della grazia santificante, mediante la quale
nasciamo come figli di Dio, avendo Dio per Padre e Maria per Madre.
38. Alcuni dicono che il Vaticano II avrebbe ridotto il termine Mediatrice a un titolo devozionale; è giusta questa interpretazione? È assolutamente
scorretta, perché nel punto in cui il testo di Lumen gentium dice che “la beata
Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di avvocata,
ausiliatrice, soccorritrice, Mediatrice [24]”, è citata, alla nota
187, anche l’enciclica Ad diem
illlum laetissimum dove si spiega il titolo Mediatrice in termini tutt’altro
che meramente devozionali. Questa enciclica costituisce il contesto
prossimo per l’interpretazione del testo.
39. Allora possiamo dire che il capitolo VIII di Lumen gentium depone a favore del titolo di Mediatrice? Sicuramente: infatti il
Concilio, volendo ribadire che Maria è membro della Chiesa, non
ha potuto che affermare che ne è membro eminente, eminentissimo:
in altre parole ha favorito l’idea agostiniana per cui Maria non solo
è parte della Chiesa, ma è in qualche modo la Chiesa
stessa: “Questa santa Madre degna di venerazione, la Chiesa, è
uguale a Maria: essa partorisce ed è Vergine, da lei siete nati;
essa genera Cristo, perché voi siete le membra di Cristo” [25].
Ora chi negherà che, se “la Chiesa, è, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”, e con lei Maria, Figlia e Madre della Chiesa, Chiesa essa stessa, sono estranee alla mediazione della grazia? 40. Permettimi un’obiezione: se la Sacra Scrittura dice che “Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù”, come possiamo applicare questo titolo ad altra persona fuori che a Cristo? È sufficiente
considerare la coppia dei termini Mediatore/Mediatrice in modo non
univoco, ma in senso analogico. Faccio un esempio: Gesù ha detto
di non chiamare “nessuno «padre» sulla terra, perché
uno solo è il Padre vostro, quello del cielo” [26]. Eppure,
il Papa è chiamato Santo
Padre, ci sono i Padri della Chiesa, i religiosi
sacerdoti sono chiamati Padre;
dovremo allora cessare questa consuetudine perché c’è un solo Padre? No! E San Paolo ci spiega come le
prerogative di Dio sono partecipate: “Per questo, dico, io piego le
ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni
paternità nei Cieli e sulla terra prende nome” [27].
Per toglierti dal cuore questo dubbio, basta che tu legga la Scrittura cum granu salis, con i grani del sale della prudenza umana e della fede della Chiesa. 41. Grazie di tutto, caro “Padre” (l’ultima tua risposta cade a fagiolo): ma dimmi, abbiamo speranza che questo inverno mariologico finisca, e si possa tornare a parlare della Madonna senza le restrizioni e le obiezioni dei falsi devoti? Ti faccio rispondere ancora
una volta Card. Gagnon, il quale se constatava che “la definizione
dogmatica della Corredenzione mariana sia oggetto di controversia
è un dato che qualsiasi studente di storia dei Dogmi mariani
poteva prevedere. Così è stato per il dogma della
Maternità divina al Concilio di Efeso nel 431 e per l’Immacolata
Concezione nel 1854”, non di meno è certo che “Dopo la tempesta
del dibattito teologico spunterà l’arcobaleno della definizione
che, purificata dalla tempesta stessa, rifulgerà con la
più meridiana chiarezza e precisione in un dogma di fede mariano
attentamente delineato” [28]
Ave Maria NOTE 1 - San Pio X, Lett. enc. Ad diem illum laetissimum, 2 febbraio 1904: la citazione interna e tratta dalla bolla Ineffabilis Deus del beato Pio IX. Grassetto redazionale. 2 - San Pio X, Lett. enc. Ad diem illum laetissimum. Grassetto red. 3 - S. Agostino d’Ippona, Enarratio in Psalmum 102, 7: CCL 40, 1457 (PL 37, 1321). 4 - Pio XI, Lett. enc. Miserentissimus Redemptor, 8 maggio 1928. 5 - Giovanni Paolo II, Lett. apost. Salvifici doloris, 11 febbraio 1984, § 19. 6 - Pio XI, Lett. enc. Miserentissimus Redemptor. 7 - “…la Santissima Vergine Maria, Madre di Dio, in previsione dei meriti del Redentore Cristo Gesù, non fu mai soggetta al peccato originale e fu perciò redenta in una maniera più sublime”. Pio IX, Bolla «Ineffabilis Deus», Definizione Dogmatica dell’immacolato Concepimento della B. V. Maria, 8 dicembre 1854, DS 2800 ssqq. Cf. CCC 492. 8 - Giovanni Paolo II, Angelus, Arona (Novara), 4 novembre 1984 (Visita pastorale in Lombardia e Piemonte). Corsivo redazionale. 9 - Cf. Fil. 2, 5-11. 10 - “…nell’ordine delle cause vediamo che una causa precedente agisce a un livello più profondo rispetto a una successiva… poiché Dio è la causa prima, dalla Sua azione deriva ciò che è più intimo in una cosa, ovvero il suo essere” (“In ordine enim causarum videmus quod causa prior intimius operatur quam causa posterior… Quia ergo Deus est prima causa simpliciter, ideo eius operatione producitur illud quod est intimius ipsi rei, scilicet esse eius”); San Tommaso d’Aquino, In Epist. ad Hebr., c. IV, lect. 2. 11 - S. Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, Iª q. 22 a. 3 co: “La provvidenza comprende due cose: cioè il piano, l’ordinamento degli esseri verso il loro fine, e l’esecuzione di questo piano, la quale si chiama governo. Per quanto riguarda la prima cosa, Dio provvede immediatamente a tutto. Perché nella sua mente ha l’idea di tutti gli esseri, anche dei più piccoli: e a tutte le cause che ha prestabilito per produrre degli effetti, ha dato capacità di produrre quei dati effetti. Perciò è necessario che abbia avuto in antecedenza nella sua mente (tutto) l’ordine di tali effetti. Per quanto riguarda la seconda cosa, (cioè il governo) vi sono alcuni intermediari della divina Provvidenza. Perché essa governa gli esseri inferiori mediante gli esseri superiori, non già per difetto di potenza, ma per sovrabbondanza di bontà, perché vuole comunicare anche alle creature la dignità di cause”. Grassetto redazionale. 12 - Lumen Gentium § 63: “praestans fidem, nullo dubio adulteratam”. 13 - Giovanni Paolo II, Omelia durante la Santa Messa nel Santuario di Nostra Signora de La Alborada, Guayaquil (Ecuador), 31 gennaio 1985. Corsivo redazionale. 14 - Lettera Apostolica Inter sodalicia (1918). 15 - Messaggio radiofonico per la chiusura del Giubileo dell’umana Redenzione (28 aprile 1935) 16 - Omelia nella festa della Presentazione del Signore, 2 febbraio 2006. 17 - Preghiera a Nostra Signora di Sheshan; Nel 2008 Papa Benedetto XVI compose la preghiera alla Vergine affidando a lei le sorti della Chiesa in Cina e sempre a lei, l’anno prima, aveva affidato la Cina cattolica in una Lettera, chiedendo che la ricorrenza del 24 maggio diventasse in tutto il mondo giornata di unione e preghiera per la Chiesa nel Paese. Corsivo redazionale. 18 - Omelia durante la Santa Messa nel Santuario di Nostra Signora de la Alborada, Guayaquil (Ecuador), 31 gennaio 1985; grassetto redazionale. 19 - Card. Edouard Gagnon, prefazione a Mark Miravalle, “Con Gesù”. La storia di Maria Corredentrice, Frigento 2003, p. 6. 20 - Is. 53,5. 21 - S. Gregorio Magno, Vita di San Benedetto, cap. 30 22 - Pio XII, lett. enc. Ad Caeli Reginam, 11 ottobre 1954. 23 - Leone XIII, Lett. enc. Adiutricem populi, 5 settembre 1895. 24 - Lumen gentium § 62. L’iniziale maiuscola di “Mediatrice” è rimasta nel testo del sito vatican.va… Sarà un errore casuale, oppure la Provvidenza vorrà dirci qualcosa? 25 - S. Agostino d’Ippona, Sermo 25, 8, Morin, p. 163, cit. in H. Rahner, S.J., Maria e la Chiesa. Indicazioni per contemplare il mistero di Maria nella Chiesa e il mistero della Chiesa in Maria, (Già e non ancora 17), Milano: Jaca Book, 1977/2, p. 53. 26 - Mt. 23,9. 27 - Ef. 3, 14-15. 28 - Card. Edouard Gagnon, prefazione a Mark Miravalle, “Con Gesù”. La storia di Maria Corredentrice, Frigento 2003. |