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| Il Sinodo pubblica i suoi rapporti intermedi ![]() In un contesto contrassegnato dalla lenta transizione tra i due pontificati, la Segreteria Generale del Sinodo ha pubblicato, il 17 novembre 2025, i rapporti intermedi dei dieci gruppi di studio incaricati di esaminare le questioni più sensibili emerse durante le diverse sessioni. Queste sintesi, approntate tra l’estate e l’autunno 2025, mettono in luce i progressi del processo sinodale, lasciando trasparire le difficoltà che persistono, in particolare sul ruolo delle donne e sulle rivendicazioni dei gruppi di pressione LGBT+ in seno all’istituzione ecclesiastica. Una delle figure più importanti del precedente pontificato: il cardinale Mario Grech, in qualità di Segretario del Sinodo, ha ricevuto il compito di introdurre la pubblicazione dei rapporti sinodali intermedi, con una nota che sottolinea l’opportunità della pubblicazione. Nella nota si legge: «La ricchezza e la complessità dei temi trattati hanno richiesto più tempo del previsto»; e precisa che alcuni gruppi sono prossimi alla conclusione mentre altri proseguiranno il loro lavoro oltre il 2025. Un modo che cancellare le divisioni e le numerose opposizioni sui testi più disputati. Disponibili in italiano e in inglese sul sito del Sinodo, i rapporti si guardano bene dall’azzardare soluzioni definite, ma aprono «percorsi per una Chiesa più missionaria e inclusiva», secondo la metodologia sinodale. Questo potrebbe essere forse un modo per scaricare il peso del passato sul nuovo pontificato, qualora si avesse l’intenzione di intraprendere una strada diversa. Nel marzo 2024, Papa Francesco creò dieci gruppi di lavoro per favorire la collaborazione tra i Dicasteri della Curia romana e la Segreteria del Sinodo. Temi come la povertà, la formazione sacerdotale o le relazioni ecumeniche erano stati identificati come aventi bisogno di uno studio approfondito a livello della Chiesa universale. A questi gruppi si sono aggiunti i lavori della Commissione canonica e del SECAM – Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madacascar – relativi alla poligamia. Più recentemente, Papa Leone XIV ha aggiunto due nuovi progetti: sulla liturgia nella prospettiva sinodale e sugli Statuti delle Conferenze Episcopali, avviati alla fine di luglio 2025. Inizialmente, i rapporti finali dovevano essere sottoposti a Papa Francesco alla fine di giugno 2025. La morte del Pontefice e l’elezione di Leone XIV hanno indotto quest’ultimo a concedere una proroga: «per quanto possibile» al 31 dicembre 2025. Il primo gruppo di lavoro, guidato dal Dicastero per le Chiese Orientali, si dedica alle relazioni tra le Chiese cattoliche orientali e la Chiesa latina. Esso ha distribuito un questionario composto da 25 domande, consultato dal Consiglio dei Patriarchi cattolici del Medio Oriente e ha analizzato la pastorale dei fedeli orientali nella diaspora senza gerarchia locale. E’ in programma la revisione delle norme del Diritto Canonico orientale. Il secondo gruppo aveva lo scopo di ascoltare «il grido dei poveri e della terra». Esso ha raccolto più di 200 contributi di Istituti religiosi femminili attraverso l’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG) e ha compiuto diverse riunioni. E’ stato messo l’accento sulla accoglienza delle persone marginalizzate a causa della povertà, con l’impegno personale di ogni membro a favore della comunità vulnerabili. Il terzo gruppo si interessa dell’appello sinodale per una Chiesa più «connessa»: consultazioni e avvio dell’iniziativa «la Chiesa vi ascolta», che coinvolge 1618 «missionari digitali, e dialoga con la Pontificia Commissione per la protezione dei minori sulle questioni etiche online. Tre sottogruppi preparano un rapporto finale arricchito dai frutti del Giubileo degli influencer. Il rapporto del quarto gruppo sulla formazione sacerdotale giudica prematura la revisione completa della Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis del 2016, ancora in fase di attuazione in numerosi seminari. Ma identifica dei bisogni definiti «urgenti», tra cui: la formazione congiunta dei futuri sacerdoti con i laici, l’accresciuto ruolo della donne e l’adattamento alle sfide delle reti sociali e dell’Intelligenza Artificiale. Il gruppo 5, che si interessa del ruolo delle donne, sotto l’egida del Dicastero per la Dottrina della Fede, si avvia a produrre un rapporto finale strutturato in tre parti: sintesi dei risultati, appendici con le testimonianze delle donne in posizioni di responsabilità – compresa la Curia – e riflessione sulla nota accusa onnicomprensiva di «clericalismo». La questione dell’accesso delle donne al diaconato è lasciata a Papa Leone XIV. Il gruppo 6 si interessa delle relazioni fra i vescovi e le religiose. Dei sottogruppi tematici hanno analizzato queste relazioni attraverso questionari, promettendo un maggiore ascolto delle Superiore Generali. I gruppi 7 e 8 lavorano alla elaborazione di una riflessione sul processo di selezione dei vescovi diocesani e dei Nunzi, con l’intervento di esperti nella gestione delle risorse umane in seno ai grandi gruppi internazionali. Il gruppo 9 è anche più esplosivo sulle questioni dottrinali, pastorali ed etiche «controverse» - definite «emergenti» - e tratta dell’omosessualità e della violenza sulle donne nelle zone di guerra. Ispirandosi al «paradigma del cambiamento» di Papa Francesco e ad Amoris Laetitia, esso mira a stabilire alcuni «criterii di riferimento», piuttosto che soluzioni uniformi. Infine, l’ultimo gruppo esamina il tema dell’ecumenismo: primato del Pontefice romano, ospitalità eucaristica per le coppie di religione mista, e ascesa dei movimenti protestanti detti «revivalisti». Questi rapporti intermedi, pubblicati due giorni dopo l’annuncio del cardinale Grech, segnano una fase nello svolgimento del Sinodo che lascia indovinare le tensioni tra «sinodalisti» integralisti e «conservatori» che non intendono svendere la divina Costituzione della Chiesa. Ma non bisogna dimenticare la Commissione canonica, che ha già prodotto dei risultati inquietanti, come da noi sottolineato. Quanto alla Commissione sulla poligamia, essa ha già ultimato un rapporto, presentato a Roma, ma che deve essere emendato e perfezionato. La Commissione sulla liturgia, come prevedibile, vorrebbe promuovere delle celebrazioni «sinodali», nonché «la responsabilità che deriva dal battesimo», «il riconoscimento del ruolo delle donne» e «proseguire sulla strada di una sana decentralizzazione liturgica», valorizzando i vescovi diocesani e le Conferenze Episcopali. Il breve, atomizzando la liturgia. |