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| Iraq: riapertura ufficiale di due chiese cristiane a Mosul ![]() La chiesa dell’Immacolata Concezione – distrutta e ricostruita Il 1 settembre 2025, il Primo Ministro iracheno ha inaugurato tre edifici a Mosul dopo la loro completa ricostruzione: la moschea Al-Nouri, il convento dei Domenicani ad Al-Saa’a e la chiesa dell’Immacolata Concezione dei Caldei ad Al-Tahera. Situati nella città vecchia di Mosul, questi edifici erano stati fortemente danneggiati durante l’occupazione della città da parte dello Stato Islamico tra il 2014 e il 2017. L’iniziativa dell’UNESCO: Far rivivere lo spirito di Mosul, dopo il suo inizio nel 2018, ha raccolto più di 115 milioni di dollari. Gli Emirati Arabi Uniti si sono impegnati ad aumentare la cifra con 50,4 milioni di dollari per la ricostruzione della moschea Al-Nouri e del suo minareto, nonché di due chiese. L’Unione Europea ha contribuito ad aumentare la cifra con 20 milioni di Euri. Il programma di ricostruzione ha promosso lo sviluppo di competenze, di nuovi mezzi di sussistenza e dell’insegnamento, affinché la rinascita del patrimonio andasse a beneficio degli abitanti di Mosul. L’Immacolata Concezione dei Caldei Nel 1743, i cristiani parteciparono attivamente alla difesa della città contro il persiano Nãdir Shãh e in seguito poterono costruire delle chiese. E’ così, nel 1744, fu costruita la chiesa dell’Immacolata Concezione dei Caldei, un anno dopo l’assedio di Mosul da parte delle truppe persiane, sul sito di un antico convento: Mar Gabriel (San Gabriele), scomparso nel XIII secolo. La chiesa dei Caldei «è un raro esempio di unione di stili e di epoche; è semplicemente un capolavoro del XVIII secolo (…). L’armonia di questa chiesa deriva dalla sua grande unità e dalla sua estrema eleganza. E’ possibile che questa chiesa possa essere classificata tra le più belle dell’Oriente, scrisse il Padre domenicano Jean-Marie Mérigoux. Le degradazioni e i saccheggi commessi tra il 2014 e 2017 dall’ISIS, ma anche i bombardamenti intensivi durante la battaglia di Mosul nel giugno e nel luglio del 2017, danneggiarono i muri, il tetto e il campanile. Tuttavia, linterno della chiesa rimase relativamente indenne. La chiesa fu la sede episcopale dell’arcivescovado caldeo di Mosul fino all’assassinio del suo arcivescovo: Mons. Paulos Faraj Rahho, nel marzo del 2008. L’arcidescovado venne allora trasferito nella zona curda nella Cattedrale Mar Youssef d’Ankawa [San Giuseppe di Ankawa]. Dal 22 dicembre 2018, Mons. Michaeel Najeeb è il nuovo arcivescovo caldeo di Mosul. Il convento della Madonna dell’Ora Nel XVII secolo vengono aperte delle missioni cattoliche latine in Mesopotamia. Nel 1636, a Mosul si stabilirono i Cappuccini. Nel 1750 arrivarono i Domenicani della Provincia di Roma, seguiti da quelli della Provincia di Francia nel 1859, che ricostruirono il convento. Tra il 1915 e il 1917, Mosul visse il genocidio degli Armeni e degli Assiro-Caldei dell’Impero Ottomano. Dopo la caduta di Saddam Hussein nel 2003, le persecuzioni anticristiane portarono all’esodo dei cristiani da Mosul, prima della distruzione del loro patrimonio storico durante la battaglia di Mosul nel 2017. In gran parte distrutto dallo Stato Islamico, il convento dei Domenicani è posto al centro della città vecchia di Mosul. Fu sede della prima scuola per ragazze in Iraq, la prima scuola per istitutrici, di una tipografia che stampò la prima Bibbia in arabo. Il campanile della chiesa della Madonna dell’Ora si erge a Nord tra le sue absidi. Fu l’Imperatrice Eugenia di Montijo, sposa di Napoleone III, che nel 1880 donò questo campanile, il primo in Iraq, su cui venne installato nel 1881 il celebre orologio a quattro quadranti, che indicava l’ora a tutta la città. Convinta che il tempo fosse un dono di Dio, ella desiderava che tutti, indipendentemente dalla propria religione, potessero servirsi di tale orologio. E' da quest'ultimo elemento che deriva il nome della chiesa. La chiesa latina della Madonna dell’Ora fa parte di un complesso conventuale restaurato negli anni 2000, che fu saccheggiato e devastato durante i tre anni di occupazione di Mosul da parte dell'ISIS, tra il 2014 e il 2017. Il campanile fu crivellato di proiettili, le campane, i quadranti e il meccanismo dell’orologio furono rubati. I cristiani dell’Iraq saranno dimenticati? In occasione della cerimonia di inaugurazione, Mons. Benedectinus Younan Hanno, vescovo cattolico siriaco di Mosul, ha esortato il Primo Ministro a rivolgere ai cristiani dell’Iraq la stessa cura che rivolge al patrimonio storico. Egli ha detto: «Gli abitanti della piana di Ninive hanno bisogno di protezione e di ascolto, in particolare i vostri figli e le vostre figlie della comunità cristiana», ricordando che quasi l’80% dei cristiani del paese subiscono violazioni e discriminazioni che li costringono all’esilio. Ed ha aggiunto: «I cristiani iracheni hanno lasciato la loro terra perché costretti, e hanno lasciato la loro patria con dolore e lacrime, e continuano a sperare di poter ritornare, sognando di ritrovare un Iraq in grado di accogliere i suoi figli cristiani a fianco dei loro fratelli di altre comunità». Alla fine della cerimonia, Mons. Hanno e il Primo Ministro hanno suonato la campana della chiesa e hanno piantato un ulivo nel cortile come simbolo di pace, prima di recarsi al monastero domenicano per riaprire la chiesa della Madonna dell’Ora. |