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| I Martiri francescani di Damasco Articolo tratto da: Almanacco di Terra Santa per l'Anno di Grazia 1927, Gerusalemme, Tipografia dei P. P. Francescani. ![]() Presentazione del Centro Studi Federici
Ci avviciniamo all’800°
anniversario della morte di san Francesco d’Assisi e lo prepariamo con
un articolo apparso sull’Almanacco di
Terra Santa relativo al Martirio dei francescani a Damasco,
beatificati da Pio XI nel 1926.
Articolo
PAGINA DI MARTIRIO La pagina che segna la glorificazione dei martiri di Damasco, il più bel fiore che la Terra Santa offre al Serafico Patriarca nel VII Centenario della sua morte. Nel tracciare una croce sul mondo, il Santo, sin dal 1217, aveva inviato i suoi frati verso l’Oriente, creando la Provincia di Siria, e due anni dopo, il 1219, si recava lui stesso in Egitto ed in Terra Santa. Non aveva, lui, potuto cogliere laggiù la palma che aveva sognato, ma i suoi figliuoli — per conservare l’eredità lasciata loro dal Padre — vi hanno per settecento anni raccolto una mèsse di martirio e di gloria. Ed ecco, benché non ultimo, l’episodio dei Martiri caduti in Siria, a Damasco, il 1860. La Chiesa ha posto sulla loro fronte l’aureola dei Beati il 10 ottobre 1926, e qui ne diamo a brevi tratti la storia. Sono 8, uno solo del Tirolo austriaco, gli altri 7 spagnuoli. Duce dell’eroico drappello, il P. Emanuele Ruiz. Tutti animati dello stesso fervore, quando a Damasco scoppiò la bufera della persecuzione, fedeli alla propria consegna, versarono il sangue per Gesù Cristo. Come avvenne la bufera? Il pretesto politico dobbiamo cercarlo nella libertà religiosa, che con Decreto del 30 marzo 1856, il Sultano Abdul-Megid concesse ai suoi sudditi cristiani: la causa diretta, la vera causa, nell’odio secolare dei musulmani contro Gesù Cristo e la sua Chiesa. Rivolte del fanatismo turco si ebbero in tutto l’Impero, ma le giornate più sanguinose si svolsero in Siria, prima in Libano, per opera dei Drusi, contro i cattolici Maroniti che, inermi, furono dalle autorità abbandonati a tutte le rappresaglie; poi a Damasco, dove lo sfogo brutale dei turchi, dal 7 all’11 Luglio 1860, devastò, incendiò, distrusse tutto il quartiere cristiano, massacrando nel modo più barbaro quanti cristiani fu loro possibile, tra i quali, le vittime più gloriose e più eroiche furono gli 8 religiosi di Terra Santa che abitavano il Convento di Damasco. Per il tradimento di un ebreo beneficato, il quale additò alla marmaglia inferocita e ai sicari del Vali, Ahmed Pascià, una porticina dietro il Convento, il Convento fu invaso e nessun religioso fu risparmiato, dopo aver invano posto ciascuno davanti all’alternativa di morire o di apostatare. Commoventi i particolari che narrano la morte del P. Emanuele. Inseguito dagli assassini, egli scese nella chiesa, aprì il Tabernacolo, consumò le Particole, e raggiunto, domandò solo pochi istanti per raccogliersi. All’intimazione di rinunziare a Gesù Cristo e di farsi musulmano, il P. Emanuele si levò in piedi, appoggiò il capo sulla mensa dell’altare e: — Colpite! — gridò ai suoi carnefici. La mensa fu tutta spruzzata del suo sangue: così il piccolo Messale dei Vangeli in arabo che porta le visibili tracce del suo sacrificio. Questo il fiore profumato che, deposto ai piedi del gran Santo di Assisi — mentre ancora la celebrazione sette volte centenaria continua — dice la vitalità perenne dell’opera di S. Francesco e come la Missione di Terra Santa, che più di tutte egli amò, abbia risposto, in mezzo alle vicende tempestose di 7 secoli, alla fiducia che il Padre aveva posto nei suoi figliuoli sino dagli albori dell’Ordine. P. PELLEGRINO PAOLI, O. F. M. - La drammatica storia dei Martiri di Damasco - un volume riccamente illustrato presso la Libreria di S. Antonio, via Merulana, 524 - Roma. |