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| San Charbel continua a toccare vite oggi ![]() San Charbel Makhluf, “Il Padre Pio
del Libano”
Il viaggio apostolico di Papa Leone XIV in Medioriente è stato segnato da un momento destinato a rimanere nella memoria dei fedeli del Libano: la visita al Monastero di San Maroun ad Annaya, dove riposa San Charbel Makhluf, il grande eremita maronita, spesso definito il “Padre Pio del Libano”. Il Pontefice è giunto in papamobile accolto dal Superiore del Convento e dal Superiore Generale dei Maroniti. All’esterno, sotto la pioggia, centinaia di fedeli hanno atteso il suo passaggio: segno vivo della devozione popolare che circonda questo santo, la cui figura continua a unire, guarire, ispirare. Vissuto nel XIX secolo, morto la Vigilia di Natale del 1898 in odore di santità, venne canonizzato nel 1977. Da allora, miracoli e guarigioni – tra cui la celebre guarigione del 1993, riconosciuta ufficialmente – hanno trasformato Annaya, il luogo della sua sepoltura, in una meta di pellegrinaggi per malati, disabili e persone ferite nell’anima. San Charbel, santo maronita-cattolico, è oggi venerato anche da ortodossi, drusi e perfino musulmani. La preghiera silenziosa di Papa Leone XIV presso la sua tomba assume quindi un valore profondo, spirituale e anche politico: mentre purtroppo ci sono esponenti politici nel nostro Paese che soffiano sul fuoco dell’islamofobia, che vedono in ogni arabo un tagliagole, che si accaniscono contro le usanze religiose come il portare il velo da parte delle donne, al solo fine di accaparrarsi qualche voto in più, il gesto del Santo Padre, e il richiamo all’amatissimo san Charbel, può costituire un invito alla riconciliazione e alla fraternità che parte dal Medio Oriente per arrivare auspicabilmente fino all’Europa centrale e orientale. La visita del Pontefice offre l’occasione per suggerire una lettura che permette di comprendere più da vicino la straordinarietà di questo santo: “San Charbel” di Fabrizia Perrachon (recentemente pubblicato da Monasterium) è un viaggio narrativo e spirituale che porta il lettore nel cuore dell’esperienza monastica libanese, dal villaggio d’infanzia di Charbel tra le valli montuose alla scelta radicale della vita eremitica. Il suo nome al secolo era Youssef Antoun, ed era nato in una famiglia povera ma religiosissima. A 22 anni entrò in noviziato scegliendo il nome di Charbel, che significa “storia di Dio”. Trasferitosi al monastero di San Marone, ad Annaya, emise i voti perpetui nel 1853. Nello stesso anno si trasferì al monastero di San Cipriano di Kfifen dove studiò filosofia e teologia sotto la guida – tra gli altri – di Nimatullah Youssef Kassab Al-Hardini, canonizzato nel 2004. Diventato sacerdote, fu rimandato dai suoi Superiori al monastero di Annaya. Qui maturò in lui la volontà di ritirarsi in totale solitudine e di vivere in un eremo, permesso che gli fu accordato il 13 febbraio 1875. Taumaturgo, la sua fama è legata ai numerosi miracoli attribuitigli soprattutto dopo la sua morte, ma fatti anche con le sue benedizioni durante la sua vita. Dopo la sua morte, diversi testimoni riferirono di aver visto una luce abbagliante intorno alla sua tomba pochi mesi dopo la sua sepoltura. Inoltre, il corpo, rimasto morbido e con una temperatura di un corpo vivo, avrebbe inspiegabilmente trasudato un liquido rossastro vischioso che parrebbe sangue misto ad acqua. Questo avvenne fino al 1950 quando i monaci notarono del liquido che trasudava dal muro, così fu riaperta la bara ed in seguito fu stabilito da tre medici, che si trattava del medesimo liquido del 1899 e del 1927. In ragione di tali fatti, iniziò un primo intenso pellegrinaggio presso la salma di Makhluf, a opera di fedeli di diverse religioni che chiedevano la sua intercessione. Nel 1954 – anno mariano - Pio XII firmò un decreto che accettava la proposta di beatificazione di Charbel Makhluf. L’Autrice di questa toccante biografia del santo offre una meditazione guidata sulla sua eredità spirituale: il valore della solitudine, la forza della preghiera, la fiducia assoluta nella Provvidenza divina. Attraverso testimonianze contemporanee, il libro mostra come la santità di Charbel non appartenga soltanto al passato: continua a toccare e trasformare vite oggi, spesso tramite segni che sfidano ogni spiegazione razionale. |