Supplicare i traditori modernisti?

No, grazie! 


di Aldo Maria Valli


Pubblicato sul sito dell'Autore









Ho ricevuto la consueta newsletter di Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP).
In questo primo numero di dicembre il sempre interessante notiziario del direttore Julio Loredo – al quale rinnovo la mia stima e simpatia – ha dato spazio a una “Supplica filiale” indirizzata a Prevost.

Obiettivo dell’esortazione è chiedere a Leone XIV un qualche tipo di intervento per eliminare o dirimere le problematiche che sono sorte con la pubblicazione della “Mater populi fidelis”; questioni che stanno generando in tutto il mondo moltissime e sacrosante reazioni contrarie. Si tratta, in sostanza, di una sorta di petizione che gli estensori chiedono di firmare.

Non intendo affatto contestarne la pubblicazione, ci mancherebbe, quanto piuttosto esprimere le sensazioni che ho provato rispetto al merito specifico della supplica.
Posso dire, a riguardo, di essere rimasto francamente sconcertato se non peggio.
Nel condividere queste mie impressioni con chi avrà la pazienza di leggerle, so bene di scontrami con molte visioni diverse o opposte alla mia, prima fra tutte, credo, proprio quella del professor Loredo. Conosco e rispetto le sue posizioni “moderate” ma, al tempo stesso, mai passivamente accondiscendenti sulle tempeste che stanno squassando la nostra Chiesa.
Assicuro quindi che non è mia intenzione fare una sterile polemica ma soltanto dare voce a una reazione che nasce, insieme, dalla pancia e dalla testa.

Come si può pensare di sottoporre una supplica – per di più con uno stile e un linguaggio di ingiustificabile ubbidienza, riverenza e sottomissione –  proprio a colui che quel documento ha firmato, dimostrando così all’intero mondo cattolico che i concetti espressi dalla “Mater populi fidelis” egli approva incondizionatamente, sottoscrivendoli dalla prima all’ultima riga?

Possibile che non siano stati sufficienti oltre sessant’anni di nefanda ermeneutica postconciliare – generata dalla Chiesa e nella Chiesa – per comprendere come sia inutile perseguire la strada di un dialogo basato su un’assurda sudditanza che non ha più ragione di esistere?
Si tratta del medesimo madornale errore che si sta compiendo nel cercare compromessi e mediazioni o sottoscrivere petizioni con l’obiettivo di mendicare spazi liturgici che diano ancora voce e vita alla plurisecolare tradizione tridentina.
E quale gioia se il principe di turno, benevolo e magnanimo, ogni tanto questi spazi ce li concede.

Penso sia invece giunto il momento di dire basta.

Ma a quali personaggi dovremmo, non da oggi, riconoscere riverenza e obbedienza nel loro modo di governare a tutti i livelli la barca di Pietro?
A colui che, ad esempio, solo poche settimane fa ha pubblicamente benedetto un pezzo di ghiaccio dell’Alaska? O a quella sorta di novello Richelieu che gioca a fare il papa ombra dal suo democratico rifugio bolognese?

È incredibile che si rivolgano ancora lacrimevoli suppliche a chi, da decenni, sta deliberatamente facendo a pezzi la Chiesa cattolica. Forse non è a tutti chiaro come costoro stiano derubando il popolo cattolico di tutto ciò che gli appartiene da millenni.
Maria corredentrice e mediatrice di tutte le Grazie è solo una delle realtà che vogliono sottrarci. Lo stanno facendo goccia a goccia, giorno dopo giorno.
Rubano per portare tutto nell’oblio. E noi siamo qui a mandare petizioni.

Non firmerei quella supplica nemmeno sotto tortura.







dicembre  2025
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