Le epurazioni a Radio Maria.
L’articolo di Roberto de Mattei è integralmente cattolico?

di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro


Articolo pubblicato sul Riscossa Cristiana

Impaginazione e neretti sono nostri


Riprendiamo questo articolo il cui titolo contiene una domanda retorica che è ormai divenuta d'uso corrente nel mondo cattolico e da cinquant'anni assilla gli spiriti cattolici relativamente alla conduzione stessa della Chiesa da parte dei suoi legittimi Pastori.
Il rispetto dovuto alla Gerarchia non può costringere i cattolici a chiudere gli occhi e a tapparsi le orecchie, perché ne va della salvezza delle loro anime.
L'istanza non è criticare la Gerarchia, Papa compreso, ma aderire ai comandamenti di Dio e agli insegnamenti della Sua Chiesa, al solo scopo di conservare la Fede, senza la quale non si può piacere a Dio; e se non si piace a Dio non si ottiene la beatitudine eterna, ma l'eterna dannazione.

Quando un cattolico si trova al cospetto di parole, gesti, attitudini e atti venienti dagli attuali Pastori della Chiesa e comportanti contrasti e contraddizioni con l'insegnamento dei Vangeli, degli Apostoli, dei Padri della Chiesa e della Chiesa stessa nelle persone dei suoi Pontefici, egli ha, non solo il diritto, ma il dovere di reagire e di ammonire questi stessi attuali Pastori, sia per amore della Verità, sia e soprattutto per il bene delle loro anime e delle anime di tutti i fedeli. E questo deve farlo apertamente, pubblicamente, con ogni mezzo possibile, conservando sempre la carità e usando sempre misericordia e rigore. L'eccesso umano è sempre in agguato, a causa della debolezza degli uomini, ma il rimanere vigili e il parlare SISI NONO non può essere barattato per il piatto di lenticche del rispetto meramente umano.
Chi non rispetta Dio e i Suoi Comandi, non rispetta neanche gli uomini.

E quando i legittimi Pastori, Papa compreso, inducono a credere alcunché di difforme dai comandi di Dio, e inducono ad agire in contrasto con essi e in accordo col mondo, il cattolico ha il dovere di resistere e di rifiutare le induzioni offerte da questi Pastori, perché si deve ubbidire a Dio e non agli uomini, si deve piacere a Dio a non agli uomini.
Il mondo non ha bisogno di tiepidi e di pusillanimi, ma di semplici veri credenti, che nella semplicità della Verità testimoniano l'Unico Vero Dio e promuovono l'unica Sua vera Chiesa, per il bene delle anime e a maggior gloria di Dio.



Vogliamo considerare quel suo articolo che tanto ha inquietato padre Livio Fanzaga come se l’avessimo scritto anche noi, dalla prima all’ultima riga, titolo compreso e sotto ci mettiamo anche la nostra firma.
Anzi, a questo proposito, vogliamo lanciare una piccola iniziativa: lo firmino tutti coloro che lo ritengono integralmente cattolico

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per seguire il suggerimento e aggiungere il proprio nome collegarsi col sito Riscossa Cristiana]



Pare proprio che sia venuto il momento di mettere da parte il pietoso eufemismo “mondo cattolico” dietro il quale molti, troppi volonterosi hanno sempre cercato di nascondere il concetto di “Chiesa”. Naturalmente, per “Chiesa”, si intende la sua componente umana e allora bisogna avere il coraggio di mostrarne il disastro, intellettuale e umano. Quanto alla fede, penserà Nostro Signore a giudicare una per una le anime.
Quale categoria, se non quella del disastro umano e intellettuale, si può applicare alla componente umana della Chiesa per commentare la cacciata di Roberto de Mattei da Radio Maria? Un’altra bella prova di padre Livio Fanzaga, inflessibile dispensatore di francescana misericordia: francescana nel senso di Francesco il Papa, non Francesco il Santo.

I fatti sono noti. Dopo l’articolo “2013-2014 Motus in fine velocior” pubblicato su “Corrispondenza Romana” e che potete leggere CLICCANDO QUI, il direttore di Radio Maria ha preso carta e penna per dire a de Mattei che in quella radio non ci può più stare e la sua trasmissione è stata cancellata dal palinsesto. Per vedere la pochezza delle argomentazioni fanzaghiane, l’ineccepibile risposta di de Mattei e l’evanescente replica di padre Livio CLICCATE QUI.
Bisogna ammettere che, in una Chiesa dove sembra che la misericordia l’abbia inventata Papa Francesco, una materia così nuova riesca difficile da maneggiare. Dopo duemila anni di un cristianesimo improntato all’algida inflessibilità degli specialisti del logos, ora che la misericordia è stata appena scoperta non si sa ancora bene dove posarla, cade di mano e va dove capita.  E si finisce per trovarsi davanti a un panorama in cui gli omosessuali diventano ingiudicabili mentre per i cattolici a tutto tondo come de Mattei pietà l’è morta. Insomma, c’è bisogno di una bella messa a punto per tutti quei fedeli di buona volontà che si sono gettati con entusiasmo ma senza perizia nei misericordiosi esercizi di nuovo conio.

Così, dopo aver già fatto fuori i sottoscritti, il  misericordioso padre Fanzaga ha fatto fuori anche de Mattei con la stessa motivazione: non si può criticare il Papa, un cattolico non lo può fare. Dunque, le posizioni di Roberto de Mattei, di Gnocchi e Palmaro e quella di tanti, tantissimi fedeli che ci hanno testimoniato la loro vicinanza e il totale consenso sarebbero, quanto meno, dei scismatici neanche troppo latenti, dunque non cattolici.
Roberto de Mattei ha provato a spiegare nella sua lettera a padre Livio che non è così. Ma, evidentemente, la dottrina cattolica è troppo difficile per i tempi correnti. E poi bisogna riconoscere che dentro la Chiesa, nella sua componente umana, vale quella tragica osservazione che Giovannino Guareschi faceva cinquant’anni fa per gli italiani: i nostri compatrioti, si lamentava lo scrittore, preferiscono alzarsi la mattina e trovare già tutto pensato.
Ecco, questo è quello che fanno tanti, troppi cattolici. La mattina si alzano, leggono i giornali, se del caso fanno la rassegna stampa oppure accendono il megafono per diffondere la “voce del magistero” e sono felici tutto il giorno perché la testa la possono lasciare nell’armadio in sacrestia.
Invece, ad averla, questo sarebbe proprio il momento di farla funzionare. Dentro e fuori la Chiesa stanno accadendo troppi fatti su cui non si può evitare di pensare, di ragionare e quindi di parlare. Se questo parlare non è cattolico, viene da chiedersi quanto lo sia il silenzio di coloro che autoassolvono le loro convenienze e le loro viltà dietro l’idea che siccome la Chiesa è di Cristo ci penserà Lui.

Per Roberto de Mattei non usiamo la parola solidarietà, che puzza troppo di manifesto della sinistra anni Settanta. Preferiamo usare amicizia e stima per tutto quello che ha fatto, che sta facendo e che farà. Vogliamo considerare quel suo articolo che tanto ha inquietato padre Livio Fanzaga come se l’avessimo scritto anche noi, dalla prima all’ultima riga, titolo compreso e sotto ci mettiamo anche la nostra firma.
Anzi, a questo proposito, vogliamo lanciare una piccola iniziativa: lo firmino tutti coloro che lo ritengono integralmente cattolico. Non ci vuole molto: basta aggiungere il proprio nome e il proprio cognome in coda a un pezzo veramente splendido. E poi vediamo quanti sono quei cattolici che preferiscono usare la testa invece che lasciarla in sacrestia.

Questo sì che farà del bene alla Chiesa. Altro che le purghe in stile sovietico.







febbraio 2014

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