Diaconite


di Don Nicolas Cadiet, FSSPX






Diaconessa


Roma è in imbarazzo per la pressione delle richieste per l’ordinazione delle donne al diaconato.

L’ordinazione delle donne al diaconato è uno dei temi ricorrenti nella Chiesa fin dall’istituzione dei diaconi permanenti dopo il Concilio (1). Davanti alle rivendicazioni dell’ordinazione delle donne al sacerdozio o all’episcopato, Roma pubblicò dei documenti (2) che risolvevano definitivamente la questione per questi due gradi superiori del sacramento dell’Ordine, ma non parlò del diaconato.
La Commissione Teologica Internazionale sollevò la questione del diaconato in un documento pubblicato nel 2002.

Nel frattempo Paolo VI aveva riformato gli ordini minori, trasformandoli in «ministeri» conferiti a uomini laici (lettorato e accolitato) (3).
Papa Francesco, citando le richieste formulate nel corso dei Sinodi del vescovi, e riferendosi al fatto che le funzioni proprie di questi ministeri derivassero dal «sacerdozio battesimale», con la Lettera Apostolica Spiritus Domini concesse la possibilità di conferirli alla donne; non sorprende quindi che i documenti preparatori del Sinodo sulla sinodalità menzionino pressanti richieste per il diaconato. Il documento finale si limita a dire che la questione è aperta e che «il discernimento su questo argomento deve proseguire» (n° 60).

Dei vescovi hanno introdotto delle innovazioni affidando delle funzioni clericali a delle donne (delegato episcopale con l’incarico di vicario episcopale, nella parte germanofona del Cantone svizzero di Friburgo nel 2020, e nel Brabante Vallone nel 2024).
Ma Papa Francesco si è spinto oltre nominando una religiosa Prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e per le Società di Vita Apostolica.

In tutti questi casi, le nominate sono affiancate da un sacerdote (o da un cardinale, noblesse oblige!) per controfirmare gli atti di giurisdizione.

Come si vede, la tendenza è conferire alle donne il maggior numero possibile di funzioni normalmente maschili, tergiversando davanti alla barriera dei poteri di ordine e giurisdizione.

Francesco affidò nel 2016 ad una prima Commissione la riflessione sul diaconato femminile, poi ad una seconda Commissione nel 2020. Quest’ultima consegnò al Papa un rapporto, il 7 febbraio 2025, e una sintesi (4) è stata pubblicata dalla Sala Stampa del Vaticano il 4 dicembre 2025, con una esposizione dei voti dei membri.

La risposta è stata «no», ma ritenendo che non sia definitiva a causa delle divergenze di opinioni.
Notevole il tono delle conclusioni: «mantenimento di una linea di valutazione prudente», necessità di «una indagine a livello mondiale», «saggezza lungimirante», per «sondare questi orizzonti ecclesiali», insistenza sulla «diaconia della verità», sulla «paressia evangelica»; in breve, una cauta circospezione.

Le sole cose che hanno ottenuto l’unanimità sono l’aumento dei ministeri da attribuire alle donne e la valorizzazione della «diaconia battesimale». Insomma: lusingare tutti perché il terreno è minato.

Infatti, il testo sottolinea che i gruppi che insistono per il diaconato femminile nel contesto del Sinodo sono poco rappresentativi, che sono in conflitto con la tradizione (il sospetto è che non vogliano fermarsi al diaconato) e che le loro motivazioni sono poco convincenti (sensazione di averne diritto, di esservi chiamati, bisogno di essere riconosciuti nella Chiesa, ecc.).

Insomma, un gruppo di attivisti che calpestano gli insegnamenti definitivi della Chiesa e vogliono abbattere una dopo l’altra le barriere della Tradizione.

Tutto questo per un ministero di cui non sempre si sente l’urgenza a 60 anni della sua istituzione: «Va notato che in molte diocesi del mondo, il ministero del diaconato non esiste e in interi continenti questa istituzione sacramentale è quasi assente. Ove è vigente, le attività dei diaconi coincidono spesso con i ruoli dei ministri laici o dei ministri della liturgia, suscitando in seno al popolo di Dio interrogativi sul «significato specifico della loro ordinazione». In altri termini, «il corpo diaconale è ancora in una nebulosa» (5).

Questa è la storia della Chiesa a partire dal Concilio: lasciarsi intimidire da una minoranza attivista e imporre a tutti i cattolici i capricci di alcuni progressisti eterodossi.


NOTE


1 – Constituzione Lumen Gentium, n°29; Paolo VI, Lettera Apostolica in forma di motu proprio: Sacrum diaconatus ordinem (18 giugno 1967), Lettera Apostolica in forma di motu proprio Ad pascendum (18 agosto 1972).
2 – Dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede: Inter insigniores del 15 ottobre 1976, e Lettera Apostolica Ordinatio sacerdotalis del 22 maggio 1994.
3 – Motu proprio Ministeria quaedam, 15 agosto 1972.
4 –  https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/
pubblico/2025/12/04/0950/01725.html
5 Bernard Litzler, diacono del Cantone Vaud, https://www.cath.ch/newsf/diaconat-feminin-des-catholiques-
romands-entre-deception-et-comprehension/






dicembre  2025
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