CENTRALINO SANTA MARTA – S.C.V.

di L. P.





E’ di pochi giorni fa’ la notizia di una telefonata di papa  Bergoglio ad una signora argentina, sposata civilmente con un divorziato, alla quale  il Pontefice - secondo quanto riferito dal marito della donna - ha  consigliato di recarsi in altra parrocchia ove, almeno questo è l’intento sotteso al consiglio, non conosciuta, non avrebbe destato scalpore o scandalo (ma non per questo avrebbe fatto fesso il Padreterno).
Il capo Ufficio Stampa Vaticana, Padre Lombardi, così come tanti opinionisti e vaticanisti, hanno tenuto a precisare che, ancora una volta, il Santo Padre è stato frainteso. Ci risiamo: un canovaccio che si ripete da tempo, puntualmente e sempre, dopo ogni estemporanea uscita, telefonica o diretta, del Papa il quale sembra non esser capace di parlar chiaro e di aver bisogno dei filtri esegetici della sala stampa o dei tanti laici inebriati ed ammaliati dalla sua figura.
Omettiamo, per questioni di spazio, e per averne scritto a suo tempo, l’elenco seppur incompleto delle tante telefonate  partite dal centralino, vero “call center”, di Santa Marta. Ci  soffermiamo, invece, sull’ultima, recentissima e fresca, con la quale papa Bergoglio si è voluto sincerare, personalmente, dello stato di salute del radicale Giacinto, alias Marco, Pannella reduce, sì, da intervento chirurgico ma, ed è questo il motivo dell’accorato intervento  papale, in immediato e  volontario stato di “astinenza” da acqua quale segno di protesta per le condizioni biasimevoli delle carceri italiane.
Diciamo “astinenza” e non “sciopero della sete”perché, quello che i massmedia indicano come tale, è una sciocchezza semantica che, ad una pur superficiale analisi logica dei significati, sta ad indicare che il pluridigiunatore Pannella, o altro personaggio, quando intrattiene lo “sciopero della fame” starebbe, in verità, stante l’accezione negativa di “sciopero” – ex opera, vale a dire “astensione dal lavoro” - mangiando  o  bevendo, dacché “sciopero di” vuol dire astenersi da un che, e in questo caso, astenersi  dalla fame o dalla sete e, quindi, essere intenti a lauti banchetti e tonificanti libagioni.

Quindi, Sua Santità, che non ha fatto di certo il nostro ragionamento, si è sentito in ansia e allarmato dalla notizia, cosicché, contattato  dalla radicale Emma Bonino – laurea in “abortologìa  a pompa pneumatica  cicloaspirante” – ha preso la cornetta – o lo smartphone – e, paternamente, ha  raggiunto il santone digiunatore.

Costui – personaggio benestante, privilegiato, cocco dei salotti e percettore di svariati milioni annui a vantaggio di Radio Radicale - da decenni ci ha abituati e nauseati a queste sortite, e le sue pratiche di inedia o di disidratazione hanno sempre puntato al conseguimento e al riconoscimento dei diritti dell’uomo, cioè: divorzio, aborto, eutanasìa, eugenetica, legalizzazione della droga, vincoli omosessuali, trasgressività, valori in perfetto allineamento con il pensiero laicista, massonico, giacobino.  Mai che avesse digiunato per i diritti di Dio, cosa comprensibile soprattutto perché egli è un ateo convinto e nemico, pertanto, della Chiesa Cattolica.
   
L’attuale astinenza dall’acqua tendeva a destare l’attenzione sulle condizioni disumane delle carceri italiane e, pertanto, un impegno del Parlamento e del Papa, avrebbe messo in  moto un meccanismo di indagine e di iniziative allo scopo di sfoltire il numero dei detenuti. I quali – ricordate Lampedusa? – sono, per la maggior parte, clandestini condannati per reati che, per lo più, afferiscono al traffico della droga o al furto, alla violenza e all’alcoolismo.
Papa Bergoglio, scrivono titolando in fotocopia le cronache (Il Giornale 26 aprile 2014, pag. 10 ), ha convinto il più anticlericale della politica a sospendere lo sciopero – diciamo noi – dell’acqua, assicurandogli che, sull’emergenza carceri, l’aiuterà, a patto che “sia coraggioso”. Ci mancava questa esortazione che fa il paio con l’altra con cui, settimane fa, sollecitava i cristiani ad aver “il coraggio della felicità”.
   
Una telefonata del papa < converte > il laico Pannella” scrivono  compiaciuti tutti i quotidiani  arieggiando quella battuta  pubblicitaria che diceva “Una telefonata allunga la vita”.

Strano e puntuale soccorso a uno che, fautore e assertore dell’eutanasìa e del diritto di decidere della propria vita, dovrebbe esser lieto di morire per una nobile causa mentre, invece, trova sempre al momento opportuno qualche buon samaritano che lo convince a salvarsi, a “farsi coraggio”. Oggi ha trovato papa Bergoglio il quale, di rimbalzo, si è intascato l’elogio del massone Giorgio Napolitano che gli ha espresso, nella domenica di canonizzazione di due pontefici, la propria gratitudine per aver portato aiuto e sollievo a un “radicale libero”  in predicato di essere, da anni, martire laico! Mai, accidenti! chi  lo esorti invece a continuare sino allo sfinimento. Non ci fa una bella figura il Pannella, specialmente se gli si accosti la figura impavida e stoica – seppur da condannare ai sensi dell’etica cristiana - dell’irlandese Robert Gerard Sands, detto Bobby (5 maggio 1981), che si lasciò morire d’inedia per identica causa civile, la protesta cioè contro le disumane condizioni a cui, dai protestanti inglesi, erano sottoposti  i carcerati irlandesi repubblicani! I secondini anglicani ne rispettarono la volontà, figuriamoci. Ma Pannella è un italiota che conosce gli italioti pronti sempre a soccorrere il vincitore.
    
Cari lettori, godetevi la seguente prosa dove tracima la cortigiana piaggerìa con cui ogni minimo fatto del Papa attuale diventa “evento”.
Roba da non crederci, il successore di Pietro riesce dove avevano fallito in tanti: presidenti della repubblica, sindaci, capi di partito, amici, avversari, persino Vasco Rossi, alla faccia della vita spericolata. Tutti negli anni impegnati – invano – a chiedere a Pannella di sospendere i ricorrenti scioperi della fame e della sete. Poi arriva la telefonata del papa – avvertito da Emma Bonino, e anche questa è una notizia – e lui, il leader del partito che ha combattuto per il divorzio e per l’aborto, l’uomo delle battaglie anticlericali che voleva abolire il Concordato, il paladino della disobbedienza civile – miracolo! – obbedisce”.
(Massimo Malpica – Il Giornale, 26 aprile 2014).
  
Che ve ne pare?
Santi subito, tutti e due.
Il primo per la santa umiltà dimostrata nell’obbedire a cotanto ordine, il secondo per essere riuscito, laddove molti  fallirono, a  salvare un peccatore inducendolo a bere un bicchiere d’acqua.
Ora, se accostiamo la figura di questo radicale, integrato nella casta dei privilegiati, a quella macilenta di uno dei tanti uomini e/o bambini di quel terzo mondo affamato  ed assetato, volti e visi scheletriti per vera e reale inedia e  che, quotidianamente, le tv ci proiettano sollecitandoci al versamento filantropico di  piccoli contributi, ci domandiamo con quale coraggio, spirito umanitario e con quale criterio di equità, se non quello dell’opportunismo politico ed espositivo, papa Bergoglio si sia tanto adoperato, in piena visibilità mediatica (era presente  - e te pareva! - il direttore del Tg2 Marcello Masi che ha immortalato l’evento)  a colloquiare con questi più che con un poveraccio morto di fame accasciato lungo una  strada.
 
Vogliamo, a questo punto, far notare come questa telefonata papale segua quel nauseante dialogo fraterno tenutosi, qualche giorno prima – 16 aprile 2014 - tra il direttore de L’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian e il Pannella in questione, e  trasmesso su  Radio Radicale su temi quali: il dialogo interreligioso, la situazione delle carceri italiane, il cattolicesimo liberale e la laicità.
Da tutta la trasmissione è emersa la subalternità pavida, compiacente e accomodante del Vian il quale, tra le tante amenità sparate in accordo col Pannella, ha affermato essere, la laicità, una dimensione intrinseca al Cristianesimo; essere, l’Immacolata Concezione, l’origine del femminismo. Notevole, per quanto di indiziario in termini liberali e massonici, è  poi la seguente sua affermazione:
La santificazione dei papi novecenteschi è una novità, nell’editoriale che stiamo per pubblicare non metteremo in luce quello che il corso storico deve ancora dimostrare sulla loro santità, ma il fatto che sono sicuramente figure straordinarie e la < fama sanctitatis > dei due è innegabile, e anche la loro fama di santità laica - (!) - sono gli unici due papi finiti su TIME, e chi li canonizza è il terzo papa che ci è finito
   
Avere capito?
La pagina di TIME, rivista liberalmassonica, è il parametro e della fama e della “santità laica”. Se sconsolante è la prima affermazione, la seconda è completamente sciocca e tipica del salotto  clericoprogressista ma altrettanto velenosa perché ipotizza come migliore tipo di evangelizzazione quella che si compie tramite la pubblicistica delle riviste patinate. Più foto in prima pagina e più conversioni.
Abbiamo rivolto all’esimio direttore una nostra rimostranza rilevando, tra l’altro, la differenza di trattamento che il Papa riserva agli atei e a taluni dei suoi figli – vedi i frati dell’Immacolata – e  come, tra i papi novecenteschi, c’è anche San Pio X. Aspettiamo una risposta. Ma siccome abbiamo siglato la missiva con un “vergogna!!!”, pensiamo che difficilmente avremo un riscontro. E questo a prova della mala fede con cui talune coscienze ecclesiali portano avanti la dissoluzione dogmatica e morale della Chiesa. 



aprile 2014

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