Papa Bergoglio si scomunica

di Giacomo Devoto

Tra le tante innovazioni introdotte da papa Bergoglio, lo scorso 21 giugno, in quel di Sibari, ne abbiamo sentita un’altra che riguarda la scomunica.

«Quando all’adorazione del Signore si sostituisce l’adorazione del denaro, si apre la strada al peccato, all’interesse personale e alla sopraffazione; quando non si adora Dio, il Signore, si diventa adoratori del male, come lo sono coloro i quali vivono di malaffare e di violenza. … La ’ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato! Bisogna dirgli di no! … Coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati!».

Il concetto è chiaro: chi conduce una vita immorale non è in comunione con Dio, quindi, non essendo in comunione… è scomunicato. Ma la chiarezza di questo concetto è più relativa alla sostituzione del peccato con la morale, che alla reale comunione con il Corpo di Cristo.
In altri termini, qui si esplicita che il peccato è qualcosa di strettamente connesso con la condotta morale del fedele, piuttosto che con la di lui violazione delle leggi di Dio; e tale peccato porrebbe, ipso facto, fuori dalla comunione ecclesiale.

Nella prima Epistola ai Corinti (6, 9-10), San Paolo dice:
«O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.»
Dal che si evince che costoro non otterranno la salvezza eterna, ma non per questo sono esclusi dalla comunione col Corpo di Cristo, sono cioè scomunicati; piuttosto San Paolo precisa, subito dopo (versetto 11):
«E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!».
Così che risulta chiaro che gli ingiusti, per accedere al Regno di Dio, devono lavarsi, santificarsi, essere giustificati, ma intanto che sono ingiusti non sono esclusi dalla comunione col Corpo di Cristo.

L’innovazione di papa Bergoglio è palese e configura due elementi di grande importanza:
a) il peccato è una categoria secondaria rispetto alla morale,
b) la Chiesa mantiene nel suo seno solo i virtuosi escludendo tutti gli immorali.

Invero, papa Bergoglio  presenta una nuova Chiesa, dove ci sarebbe posto per tutti i peccatori, ad esclusione di quelli, dice lui, che vivono di malaffare e di violenza.
Ora, che il Papa abbia il compito di confermare i fedeli nella fede, è cosa pacifica, ma questo non significa che possa fondare una nuova Chiesa a sua immagine e somiglianza: questo, non solo non gli compete, ma trasforma il Papa in un violento, quindi… in uno scomunicato.

D’altronde, se coloro che “vivono di malaffare e di violenza”… sono scomunicati, cosa si dovrebbe mai dire di tutti quegli altri che elenca San Paolo?
Eppure non abbiamo sentito papa Bergoglio dichiarare scomunicati gli idolatri, anzi lo abbiamo visto accoglierli con compiacimento.
Non abbiamo sentito che abbia chiamato scomunicati gli adulteri, anzi li ha invitati alla Comunione sacramentale.
Non abbiamo sentito che abbia chiamato scomunicati gli effeminati e i sodomiti, anzi li ha incoraggiati.
Da qui deriva che papa Bergoglio non conferma i fedeli nella fede cattolica, ma nella demagogia massmediatica, da cui ha súbito ricevuto, ovviamente, plausi e incoraggiamento.

Se questo nuovo insegnamento di papa Bergoglio fosse vero ne deriverebbe che, come si evince da molti dei suoi atti e da tante sue parole, il primo a non vivere in comunione con Dio è proprio lui, così che sarebbe il primo ad essere scomunicato. La cosa è paradossale, ma non tanto per la conclusione, quanto per la premessa.
In realtà, vivere in comunione con Dio significa vivere secondo le Sue leggi e gli insegnamenti della Santa Chiesa, cosa che papa Bergoglio dimostra di non saper fare da quando è stato eletto al Soglio Pontificio.
Abbiamo quindi un papa scomunicato!

Affermazione assurda, diranno in tanti, eppure reale, a sentire papa Bergoglio.
La verità è che viviamo tempi davvero assurdi e quindi non dovrebbe stupire se perfino un papa che parla a ruota libera seguendo i canoni del giornalismo d’assalto finisca per cadere nell’assurdo. In effetti, chi si esprime in maniera assurda non è il fedele che pensa e scrive che questo Papa è tutto fuorché un papa, ma è lo stesso papa Bergoglio che si comporta e parla come un qualunque opinionista laico e anticattolico, per di più facendolo dal posto che occupa e approfittando ad arte della risonanza che inevitabilmente procurano le sue parole e i suoi gesti. Basterebbe solo questa evidente strumentalizzazione della funzione papale e la sua corrispondenza mediatica moderna, a giustificare la critica a papa Bergoglio, e oggi, come dice lui, la sua scomunica!

Facciamo solo un piccolo esempio, direttamente derivato alla sparata di papa Bergoglio.
Dopo l’episodio della sosta della statua della Madonna delle Grazie davanti all’abitazione di un mafioso, a Oppido Mamertina, i vescovi calabresi non hanno saputo trovare di meglio che oltraggiare la Madonna e punire i fedeli, tutti i fedeli: azzerare l’uso della processione e rinchiudere la Madonna in chiesa; quasi avallando l’idea che la processione venisse fatta per i mafiosi e non per i fedeli e per il culto da loro reso alla Madonna.

L’inversione dei fini religiosi è palese, fino al punto da sottomettere la Madonna alle esigenze socio-politiche del mondo laico. Quello stesso mondo laico che non ha saputo fare altro che mantenere in vita la mafia, senza scalfirla minimamente, mentre ha lottato e lotta in tutti i modi contro la religione, a volta avendola vinta, come in questo caso.

La Gerarchia cattolica, papa Bergoglio in testa, ha finito col convincersi che è più importante il plauso dei giornali laici e atei, che il culto della Madonna.
La demolizione della Chiesa continua!
Fino a quando Dio lo permetterà!




luglio 2014

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