Francescani dell’Immacolata
Nuovi abusi del commissario


di
Alessandro Gnocchi


Articolo pubblicato sul sito Riscossa Cristiana

Impaginazione e neretti sono nostri





Da otto anni, ogni 13 luglio si celebra al santuario mariano dello Zuccarello, presso Nembro, in provincia di Bergamo, l’anniversario della nascita della Serva di Dio Licia Gualandris. A Nembro Licia si è sposata con Settimio Manelli, Servo di Dio anche lui. Entrambi figli spirituali di Padre Pio da Pietrelcina, Licia e Settimio hanno avuto 21 figli, uno dei quali, padre Stefano, ha poi fondato l’ordine dei Francescani dell’Immacolata.
Il 27 giugno 2014 a Roma, presso il palazzo del Vicariato, si à concluso il processo diocesano circa le virtù eroiche e la fama di santità dei due Servi di Dio.

Il programma previsto per la giornata di questo 13 luglio era il seguente: ore 10,30 incontro in santuario, recita del Santo Rosario, confessioni; ore 11,00 Santa Messa celebrata da un parente della Serva di Dio; a seguire pranzo comune. Prenotati alberghi e sale per il pranzo.
Ma già alcuni giorni prima della giornata in programma, il commissario inviato da Roma per debellare la “non comunionalità” dei Francescani dell’Immacolata aveva negato il permesso, chiesto da una figlia dei due Servi di Dio, di far celebrare la Santa Messa a padre Stefano Manelli. Nonostante il Commissario non si stanchi di ripetere che padre Manelli è libero di muoversi, previo suo esplicito permesso, ecco ancora una negazione.

Due giorni prima dell’evento, l’11 luglio, alle 17,00, l’organizzatore dell’evento, uno dei figli di Licia e Settimio, riceve una telefonata dal rettore del Santuario che gli annuncia che la Santa Messa del 13 non ci sarebbe stata. Il motivo? Perché è arrivata “da Roma”, dice il rettore, una telefonata al vescovo di Bergamo. Il contenuto della comunicazione sarebbe il seguente: i frati Francescani dell’Immacolata sono commissariati, dunque non possono celebrare la Santa Messa. A corroborare la sua posizione, il rettore ha fatto esplicito riferimento ad un presunto divieto ai frati da parte del Commissario di celebrare la Santa Messa fuori dal luogo di residenza.
In realtà, la proibizione è inesistente e si può dunque parlare di un ennesimo abuso del Commissario Fidenzio Volpi.
Il 1° luglio lo stesso Commissario ha indirizzato una circolare in cui dice: “Si ricorda ai responsabili di tutte le Case Mariane che l’allontanamento, anche per brevi periodi, dei Religiosi ad esse assegnati può avvenire soltanto previa espressa autorizzazione scritta rilasciata dalla rispettiva Delegazione”. La norma, che in realtà non si presenta come tale, ma come un rimando, inesistente, ad una norma precedente, è in sé estranea alla legislazione propria e al diritto canonico, e non prescrive, come si evince dal testo, di avere un permesso scritto per ogni allontanamento dal convento, bensì solo nel caso in cui ci si allontani per dei “periodi” di tempo, dove periodo, secondo l’accezione comune più ovvia, viene inteso come un certo numero di giorni. Non riguarda dunque spostamenti che avvengono in giornata.
La Santa Messa è stata dunque celebrata dal rettore del santuario senza alcun riferimento al senso della giornata.
Questi sono i fatti.

E questa è la considerazione. In qualche angolo della vecchia Unione Sovietica, oltre a svariate centinaia di testate nucleari, saranno pure rimasti alcuni chilometri di filo spinato proveniente dai cari vecchi gulag. Perché non usarlo per rinchiudere quei frati e quelle suore vestiti di azzurro così recalcitranti alla “Komunionalità” fino a quando non saranno stati rieducati?
Certo, è una considerazione da vecchi cattolici, legati a schemi superati e incapaci di guardare oltre la Croce di Cristo. Però corre l’obbligo di chiedere ai guardiani del Nuovo Ordine Komunionale: chi siete voi per giudicare?



luglio 2014

AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI
A Il commissariamento dei FF II