La “Carta
del coraggio” degli scout cattolici dell’Agesci e lo spensierato
cammino verso l’apostasia
di Alessandro Gnocchi
Pubblicato
sul sito Riscossa Cristiana
nella rubrica del martedì “Fuori moda” - La posta di Alessandro
Gnocchi
26 agosto 2014
Impaginazione e neretti sono nostri
Questa triste vicenda ci ha indotti a scrivere un commento
“Corrompi i piccoli e
hai corrotto i grandi”
Ogni martedì Alessandro
Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti potranno
partecipare indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it,
con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri
amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune
interesse. Ogni martedì sarà scelta una lettera per una
risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere
risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare
risposte a tutti.
martedì 26 agosto 2014
è pervenuta in Redazione:
.
Cara redazione
Mi piacerebbe un parere di Alessandro Gnocchi sull’articolo che allego
e di cui vi mando il link. Non è un segno preoccupante dei tempi
?
Un cordiale saluto
Domenico Monea
Rispondo al signor Monea, che, assieme a questa breve richiesta ci
fatto avere il documento che chiedo al direttore di pubblicare
integralmente [ vedi sotto].
Glielo devo perché la sua lettera sta aspettando da una ventina
di giorni, ma anche perché, avendo io scavato una settimana
scarsa al mare cercando di riposarmi un po’, trovo il lavoro
praticamente già fatto.
Mi limito solo a far passare il documento di mano in mano perché
mostra in tutta la sua genuinità che cosa sarà in un
brevissimo torno di tempo la Chiesa tutta. Per fede, dobbiamo dire la
Chiesa quasi tutta. Ma certo, quel
che rimarrà di buono sarà davvero un lumicino
perché gli scout dell’Agesci stanno aiutando un sacco di
vecchietti ad attraversare il fossato che separa l’ortodossia
dall’apostasia.
Chi come me, per ragioni anagrafiche, ha frequentato gli oratori negli
psichedelici Anni Settanta, ritroverà in questa cronaca
quell’ardore nel rifare di tutto punto una Nuova Chiesa che non
ammetteva la minima esitazione, figurarsi un accenno di resistenza.
L’articolista si chiede che cosa avranno pensato il cardinale Bagnasco
e il premier Matteo Renzi al cospetto di tanto ardire. Ma il cardinale
Bagnasco e Matteo Renzi sono due luminosi frutti dello scoutismo
italico. Se poi si pensa che il cardinale Bagnasco è colui che,
allo scandaloso funerale di don Gallo, ha senza tentennamenti dato la
comunione all’impenitente travestito Luxuria, ne segue che in mezzo ai
suoi scout si sarà trovato benissimo: non hanno fatto altro che
trarre le giuste conclusioni dal quell’atto sconsiderato. Parola di
lupetto.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
Il testo integrale dell’articolo
Scout, una scossa a Chiesa e politica
Chissà cosa avrà pensato il cardinal Angelo Bagnasco,
presidente della Conferenza episcopale italiana, quando domenica
scorsa, dopo aver celebrato la messa alla conclusione della terza Route
nazionale dell’Agesci (il raduno degli scout cattolici di tutta
Italia), ha ascoltato un giovane scout affermare dal palco che va
considerato famiglia «qualunque rapporto basato su amore e
rispetto», «senza discriminare persone che hanno vissuto o
stanno vivendo esperienze quali divorzio o convivenza». E
chissà cosa avrà pensato Matteo Renzi, anche lui alla
giornata conclusiva della Route da presidente del Consiglio ex scout,
quando ha letto che gli scout italiani chiedono al governo di chiudere
i Centri di identificazione ed espulsione per gli immigrati (Cie), di
concedere la cittadinanza a tutti coloro che nascono in Italia (Ius
soli) e di ridurre «drasticamente» le spese militari.
Tanto le parole rivolte a Bagnasco quanto quelle indirizzate al premier
Renzi sono scritte nella Carta del coraggio, il documento conclusivo
della Route dell’Agesci (dall’1 al 6 agosto in centinaia di campi
mobili attraverso tutta l’Italia, dal 6 al 10 agosto nel Parco di San
Rossore, a Pisa) redatto collettivamente da un “parlamentino” di oltre
450 scout dai 16 ai 21 anni, democraticamente eletti fra i 30mila
partecipanti alla Route. Una carta di impegni per l’Agesci, ma anche di
richieste sia alla Chiesa sia alla politica, da parte di
un’associazione cattolica da sempre attiva nel territorio e nella
società, su posizioni conciliari e progressiste, senza quelle
derive politiciste di altri movimenti ecclesiali, come per esempio
Comunione e liberazione. Sempre che la presenza di Renzi — a cui
è stato concesso il discorso finale dal palco della Route — non
segni l’inizio di un’altra storia per l’Agesci e la trasformi in una
cinghia di trasmissione del renzismo: ipotesi smentita da tutti, sia ai
vertici che alla base, ma il rischio pare comunque presente.
Parole nette, forse anche al di là delle previsioni, quelle che
gli scout hanno messo nero su bianco nella Carta del coraggio. Per ora
non è stata ancora resa pubblica — sul sito dell’Agesci
c’è solo una brevissima sintesi -, «ma dopo aver diffuso
il documento fra gli associati e i gruppi lo pubblicheremo
integralmente», ci spiegano. Il manifesto può anticiparne
i contenuti. È certo però che i “capi” hanno lasciato
assoluta libertà ai giovani scout che l’hanno scritta e che
hanno espresso posizioni chiare, soprattutto sui temi ecclesiali, che
evidenziano una distanza significativa dalla Chiesa dei principi non
negoziabili di Ratzinger, Ruini e Bagnasco. Del resto il nuovo clima
ecclesiale consente una maggiore libertà di parola.
Sull’amore e la famiglia — tema al centro anche del Sinodo dei vescovi
che si aprirà a ottobre -, pur vedendo «la bellezza e la
sfida della vita in famiglia», gli scout non si fermano a quanto
affermato dai documenti ufficiali del magistero, ma vanno decisamente
oltre, considerando famiglia «qualunque nucleo di rapporti basati
sull’amore e sul rispetto». Ci sono dentro divorziati e
conviventi — esplicitamente nominati -, ma evidentemente anche le
relazioni omosessuali, dal momento che si chiede alla Chiesa «di
mettersi in discussione», «di rivalutare i temi
dell’omosessualità» e «di accogliere e non solo
tollerare qualsiasi scelta di vita guidata dall’amore». Anche
all’Agesci — che da almeno tre anni ha avviato al proprio interno una
riflessione sulla “compatibilità” fra appartenenza
all’associazione e omosessualità, soprattutto se dichiarata — si
chiede di «allargare i propri orizzonti affinché tutte le
persone, indipendentemente dall’orientamento sessuale, possano vivere
l’esperienza scout e il ruolo educativo con serenità senza
sentirsi emarginati». E allo Stato di portare avanti
«politiche di accoglienza nei confronti di persone di qualunque
orientamento sessuale». «Chiediamo — scrivono ancora i
giovani scout — di non essere giudicati rispetto al tipo di legame
affettivo che viviamo, ma di essere aiutati ad accettare noi stessi con
tutti i nostri limiti e ad amare in modo autentico».
Ancora alla Chiesa: condurre «uno stile di vita sobrio ed
essenziale, coerente con il messaggio del Vangelo»; attribuire
«alle donne e ai laici un ruolo sempre più attivo»;
e «ai vescovi di avere fiducia nella coscienza delle
persone», «specialmente in ambiti in cui essi adottano
posizioni che si discostano dal sentire comune, quali la
sessualità, il valore della vita e il ruolo delle donne».
Insomma dai principi non negoziabili, alla libertà di coscienza.
Nella Carta del coraggio c’è anche molta politica, nei settori
di impegno tradizionale per gli scout, come la pace («chiediamo
che vengano drasticamente ridotti i fondi destinati alle spese
militari, perché l’Italia sia concretamente un Paese che ripudia
la guerra») e l’ambiente: «Ci stanno a cuore problemi come
la superficialità nel rapporto con l’ambiente, l’inquinamento,
lo sfruttamento irresponsabile del territorio, l’abusivismo, lo
smaltimento errato dei rifiuti» (però il Comitato per la
difesa di San Rossore denuncia l’alto impatto che proprio la Route ha
avuto sul parco: http:// ruspea san ros sore .word press .com). Ma
anche su nuove frontiere, a cominciare dall’immigrazione. Chiediamo
alle istituzioni italiane — scrivono — di «abolire i Cie» e
di «concedere la cittadinanza a chi nasce in territorio italiano
o a chi termina un determinato ciclo di studio/lavoro»; e
all’Unione europea «lo snellimento delle procedure
burocratiche», la revisione del Trattato di Dublino e
l’«apertura di nuovi canali di immigrazione legali e
sicuri». Poi il carcere: «Chiediamo allo Stato di risolvere
con estrema urgenza il problema del sovraffollamento attraverso
l’applicazione di pene alternative» e «mediante
provvedimenti più forti per il reinserimento degli ex
detenuti». E ancora: «Riqualificare spazi ed edifici
pubblici ed ecclesiastici inutilizzati o abbandonati per dare una casa
a chi ne ha bisogno».
Una copia della Carta del coraggio è stata consegnata sia a
Bagnasco sia a Renzi, che hanno applaudito e ringraziato. Si vedranno
ora le risposte che Chiesa e governo daranno ai 30mila di San Rossore.
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