Il cardinal Dolan sarà il “Grand Marshal” del primo “Gay St. Patrick’s Day

di Lupo Glori

Articolo pubblicato sul sito Corrispondenza Romana



Il St. Patrick’s Day di New York, l’antichissima e celebre parata cattolica del 17 marzo, in onore del patrono d’Irlanda San Patrizio, risalente al 1762, apre ai gruppi omosessuali che da quest’anno saranno ammessi a partecipare alla sfilata con i loro cartelli e striscioni.

Come riporta l’agenzia di stampa “TMNews” infatti, «fino a oggi gli omosessuali erano liberi di partecipare alle celebrazioni, ma senza mostrare i cartelli che rappresentavano le loro associazioni. Ma il comitato organizzatore della parata ha annunciato che durante la prossima manifestazione, il 17 marzo, i gruppi che rappresentano diverse comunità gay, lesbiche, bisessuali e transgender potranno sfilare lungo Fifth Avenue con le proprie insegne».
Con tale storica decisione gli organizzatori della manifestazione cedono, dunque, alle pressioni dei movimenti LGBT, divenute sempre più accese e violente negli ultimi decenni. Pressioni che hanno trovato un alleato formidabile e determinante nel nuovo sindaco di New York, Bill de Blasio, il primo sindaco in 20 anni a non partecipare alla sfilata.

L’anno scorso de Blasio, infatti, dopo aver preso parte alla cerimonia religiosa, che accompagna tradizionalmente l’evento, aveva disertato la parata in polemica contro le presunte politiche “omofobe” degli organizzatori. Ma la notizia più importante e sorprendente è un’altra. Gli organizzatori della manifestazione hanno, infatti, pensato bene di assegnare il titolo onorario di “Grand Marshal” dello storico primo “Gay St. Patrick’s Day” all’Arcivescovo di New York, il cardinale Timothy Dolan, che ha accettato l’invito di aprire la sfilata sotto le insegne omosessuali dichiarando al “New York Times”:
«gli organizzatori della Parata hanno la mia fiducia e il mio supporto. I miei predecessori ed io abbiamo sempre lasciato le decisioni su chi potesse marciare agli organizzatori delle singole parate. Come ho fatto ogni anno… prego che la Parata sia una occasione di unità per tutti noi».
 
Patrick J. Hornbeck, presidente del dipartimento di teologia alla “Fordham University”, giudica la decisione del cardinal Dolan in linea con il pensiero “rivoluzionario” di Papa Francesco:
«Penso che stiamo vedendo il cattolicesimo di Papa Francesco arrivare fino all’arcidiocesi di New York, la dichiarazione del cardinale Dolan è accogliente. Non è lui che prende questa decisione, ma vede la sfilata come un’opportunità per l’unità».

Al contrario Pat Archbold, giornalista della più antica rivista cattolica degli Stati Uniti, il “National Catholic Register”, definisce la scelta dell’Arcivescovo di New York di sfilare come “Grand Marshal”, una «capitolazione totale ai gruppi gay».
La giustificazione del cardinal Dolan circa la non intromissione della Chiesa cattolica riguardo la partecipazione dei gruppi omosessualisti alla marcia newyorkese è smentita dai fatti.



Nel 1993, il Cardinale John O’Connor si oppose, difatti, alla aggressiva campagna della Irish Lesbian and Gay Organization di poter marciare sotto le proprie bandiere, affermando risolutamente:
«I cattolici irlandesi sono stati perseguitati per il solo fatto di aver rifiutato il compromesso con l’insegnamento della Chiesa. Quello che gli altri possono chiamare bigottismo, i cattolici irlandesi lo chiamano principio».

Il più autorevole rappresentante della chiesa cattolica americana, accettando il ruolo di ospite d’onore della prima sfilata omosessuale di san Patrizio, cade, dunque, nella trappola LGBT, che utilizzerà tale plateale ed emblematica partecipazione per i suoi evidenti fini ideologici.

In un momento di grave crisi e confusione morale, in una società sempre più pericolosamente minacciata dall’ideologia del gender, sarebbe stato auspicabile che il cardinal Dolan prendesse esempio dal Cardinale John O’Connor e rifiutasse fermamente tale invito, ribadendo la palese inconciliabilità tra dottrina cattolica e omosessualità.



settembre 2014

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