La vera pace di papa Bergoglio

di Belvecchio






Prima e dopo la realizzazione della geniale idea di papa Bergoglio: una partita di calcio “interconfessionale” per esortare il mondo alla pace, diversi cattolici hanno espresso le loro riserve per questa commistione fra sacro e profano, dove ciò che finisce col contare è quello che Alessandro Gnocchi ha acutamente definito: “forma rituale dotata di un linguaggio universale”, funzionale all’“Onu delle religioni”.

Ora, al di là dell’evento in sé, è stato notato poco il contesto preparatorio, dal carattere spettacolare tipicamente moderno dello “show” di massa.
La partita è stata preceduta dall’esibizione canora di una diva canzonettiera di marca rigorosamente argentina, tale Martina Stoessel; è in tale esibizione che si può cogliere il senso vero che della pace ha papa Bergoglio.

Non stiamo a contarla in termini di correttezza cattolica, ci basta indicare alcuni elementi significativi, che i fedeli possono cogliere e valutare in tutta semplicità.
Ed essendo la nostra la “civiltà (!) dell’immagine”, ci serviremo di alcune immagini, tanto semplici quanto esplicative.

Cominciamo con l’immagine della diva ricevuta in udienza privata da papa Bergoglio prima della partita, perché non si dica che questi non ne sapesse nulla.



La Stoessel si è presentata da Bergoglio con una piccola delegazione e con la sua famiglia (mamma Mariana, papà Alejandro, il fratello Francisco) oltre al suo fidanzato Peter Lanzani.
Da notare l’abbigliamento “castigatissimo” del personaggio e la conseguente giovialità di Mario Bergoglio.



Prima dell’inizio della partita, su un palco approntato in mezzo al campo da giuoco, la cantante si è presentata con un abito bianco, noto simbolo della purezza (?!)

Ed è stata raggiunta da uno stuolo di bambini, in mezzo ai quali si è esibita col suo costume semiadamitico,




su cui spiccava vistosamente, all’altezza dell’ombelico, l’ormai abusato simbolo delle femministe, che dovrebbe rappresentare la donna, ma che rappresenta esattamente l’inversione dell’uomo: la runa algiz capovolta: l’uomo orante con le braccia alzate verso il cielo, capovolto e in atto di immergersi nelle oscure profondità della terra… con tutti i significati conseguenti e con la dimostrazione palese che, tolti alcuni che sanno quello che fanno, le cosiddette femministe non si rendono conto di fregiarci di un simbolo infernale.
Ma tant’è!




L’aspetto diabolico di questa sceneggiatura è che i bambini circostanti sono stati anch’essi vestiti di bianco, per omologarli alla cantante (in quale senso recondito?),




la quale, manco a dirlo, coinvolge i bambini nella sua esibizione…realizzando di fatto la rappresentazione plastica della corruzione dei bambini… con i preti responsabili che si dimostrano del tutto incuranti delle parole di Nostro Signore: «Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare.» (Mt. 18, 6).

Ma ecco il commento della Stoessel: “Sono contenta di aver cantato per Papa Francesco e aver portato qualcosa a tutti i bambini”.
Qualcosa? Che cosa, di grazia, se non l’infezione della corruzione morale e lo scandalo?

Ovviamente, tutto il pubblico presente è andato in compiacente fibrillazione: niente di più bello che vedere i proprî figli offerti in olocausto alla ineguagliabile depravazione morale moderna.
E ancora di più si entusiasma quando la Stoessel si mette a cantare: En mi mundo, la sua canzone più nota, che in quella occasione ha cantato in italiano: Nel mio mondo, e il cui ritornello è un inno all’inconsistenza e insieme un’istigazione al fai ciò che vuoi.

Y vuelvo a despertar en mi mundo

Siendo lo que soy,

Y no voy a parar ni un segundo


Mi destino es hoy

Nada puede pasar, voy a soltar


Todo lo que siento todo, todo

Nada puede pasar, voy a soltar


Todo lo que tengo, nada me detendrá
E torno a svegliarmi nel mio mondo

Essendo chi sono,

E non voglio fermarmi neanche un secondo,

Il mio destino è oggi

Niente può accadere, mi lascerò andare

A tutto quello che sento, tutto, tutto
Niente può accadere, mi lascerò andare 

A tutto quello che ho, niente mi fermerà


Ma il colmo dell’assurdo si tocca quando la cantante intona la nota canzone di John Lennon, Imagine, universalmente considerato un inno alla pace (!!!).

Come si fa a pensare che papa Bergoglio non conoscesse questa canzone?
Come si fa a pensare che, conoscendola, non ne abbia approvato l’esecuzione in occasione della sua “partita per la pace”?

Ed ecco che dal testo di questa canzone, apprendiamo la vera concezione che papa Bergoglio ha della pace: leggere e comprendere!

Imagine there’s no heaven
It’s easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today.

Ritornello
You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will be as one.

Imagine there’s no countries
It isn’t hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace.

Ritornello

Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world.

Ritornello
Immagina che non ci sia il paradiso
È facile se provi
Nessun inferno sotto noi
Sopra di noi solo il cielo
Immagina che tutta la gente
Viva solo per l’oggi.

Ritornello
Puoi dire che sono un sognatore
Ma non sono il solo
Spero che un giorno ti unirai a noi
E il mondo vivrà in armonia

Immagina non ci siano nazioni
Non è difficile da fare
Niente per cui uccidere e morire
E nessuna religione
Immagina che tutta la gente
Viva la vita in pace.

Ritornello

Immagina nessuna proprietà
Mi chiedo se ci riesci
Nessun bisogno di avidità e fame
Una fratellanza di uomini
Immagina tutta la gente
che condivide il mondo.

Ritornello


Ci si può sforzare quanto si vuole per cercare di rivolgersi al Papa regnante col dovuto rispetto, ma questo non può impedire di dire le cose come stanno; e, con tutto il dovuto rispetto, questo testo strafottente nei confronti della Religione e di ogni sana concezione del vivere civile “cattolico”, è una sorta di summa di tutti i pronunciamenti di papa Bergoglio e non possiamo esimerci dal pensare che egli lo abbia talmente apprezzato da permettere che venisse cantato dalla sua conterranea, nel corso della sua strabiliante iniziativa per la pace nel mondo.

Quale pace?
Niente Paradiso, dice la canzone, niente inferno, niente realtà patria, niente difesa dei valori, niente religione, niente proprietà privata, niente … solo un mondo condiviso, dove gli uomini vivono alla giornata, in una promessa armonia nell’eterna pace!

Il mondo ingannevole prospettato dall’Anticristo e dai suoi moderni sodali, tutto predisposto perché, per gli uomini ormai senza Dio, sia l’anticamera dell’Inferno.

Papa Bergoglio, auguri!






settembre 2014

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