Sinodo e dintorni


di F. R.




Partecipanti al Sinodo straordinario 2014


Il risultato finale della discussione sinodale ha portato ad un nulla di fatto. Dal punto di vista di chi scrive, pur avendo apprezzato la resistenza e la “levata di scudi” di alcuni vescovi e cardinali, che finalmente si sono resi conto che la Chiesa è di Cristo e che non passa, e non è dei pontefici che si accavallano rapidi verso il destino eterno che si sono scelti, scempiando a volte e profanando la bellezza della Sposa del Salvatore, attraverso vedute e pensieri di uomini, fugaci ombre del non essere, protervia evanescente di polvere presuntuosa.

Ebbene, ci si è opposti al Vicario, che cessa di essere degno di ascolto, nel momento in cui crede di saperne più del Maestro, contestando la Sua stessa parola.
L’esempio ci viene dal santo Vangelo di S. Matteo; due versetti dopo essere stato nominato da Cristo stesso, roccia e baluardo della Fede, San Pietro contesta l’annuncio della passione e morte del Signore! Mette in dubbio lo stesso Verbo del Padre e la Sua Autorità divina e riceve in risposta da Gesù l’appellativo di Satana.
Basta questo passo per dissipare i dubbi di sedevacantismo.

Il Papa è vicario, custode della verità trasmessa da Gesù e perpetuata nella Chiesa; se esce fuori da questa sua funzione, se travalica i limiti per divina disposizione determinati (vedi concilio Vaticano I), allora egli stesso si tira fuori della divina assistenza ed infallibilità; qualunque cosa dica o scriva non possiede tali garanzie.
La parola di Cristo si identifica, infatti, con la Verità da sempre creduta ed insegnata nella Chiesa; contro o oltre tale verità, non c’è infallibilità che tenga! Dio non può contraddire se stesso; se la Chiesa ha sempre creduto ed insegnato una verità, essa non può venir meno per l’esercizio di un qualunque potere, anche fosse derivante dal Soglio di Pietro.

Questo è il mistero della presente situazione. Se ricollocassimo la figura del Papa nel posto che Cristo gli volle affidare, senza esagerazioni od indebite venerazioni, questo vedremmo con chiarezza.

Il Sinodo ne è stata una piccola manifestazione. Il cardinal Burke lo ha detto a chiare lettere; ma forse sarebbe il caso che si dicesse ed insegnasse ovunque tale lampante evidenza: il Papa è lì per servire la verità, per custodirla, non per fare capriole mentali di “novità” e “sorprese”, che, per dirla con papa Bergoglio, sarebbero tipica manifestazione del pensiero divino.

Che conclusioni si possono trarre?
Cattolico, chiunque tu sia, non dar retta alle fantasie dei prelati innovatori; esse, qualora contraddicano in fede ed in morale quello da sempre creduto ed insegnato dalla Chiesa, sono assolutamente prive di valore! Non solo: sono degne di pubblico biasimo.

Questa semplice constatazione però deve lasciare il passo ad un’altra considerazione, forse un po’ amara.
Dal Sinodo sono emerse altre verità, orribili, brutte e spiacevoli.
In primo luogo, i “segni di apertura” hanno ricevuto comunque la maggioranza “dei consensi” (e questo significa che la maggior parte dei vescovi del mondo approva pratiche sacrileghe! E permette il dilagarsi del peccato mortale, sfrontato e senza remore!).
In seconda battuta, dobbiamo registrare l’ennesima vittoria del modernismo. Infatti, l’unico risultato positivo di questo inutile ciarlare sarebbe stato un netto e convinto ritorno alla verità di sempre; un’entusiastica riproposizione della bellezza della Fede, un innalzamento nobile del livello della moralità, un vero atto di giustizia e misericordia insieme, verso Dio, il primo, e verso gli uomini, il secondo.
Mutuando, ci perdonino i lettori, il gergo calcistico, il “pareggio” non ci fa passare il turno. Il modernismo aveva a disposizione due risultati, la Verità uno solo.

Il compromesso finale è tutto e niente! Proprio ciò che si temeva in apertura di tale assise.
Non esiste un pronunciamento chiaro e deciso, capace di fugare i dubbi e le incertezze. No.
Abbiamo la Verità di Cristo “messa ai voti” (com’è già stato rilevato!), con offesa terribile alla Maestà divina, che per insegnare e trasmettere tale verità ha versato tutto il suo Sangue.

Se ci fosse stato un Sinodo palesemente pro gay e pro divorziati, avremmo avuto un nemico evidente da combattere!
Allo stato attuale, ci sarà ancora qualche cattolico che penserà che papa Bergoglio non abbia spinto a favore di tali nefandezze spirituali! Eppure lo stesso Pontefice, quasi irritato, è sembrato prender posizione, forse con una chiarezza che finora sembrava non appartenergli! Critiche velate, ma neanche tanto, alla durezza di cuore ed alla incapacità di cogliere le novità di Dio… quale? bisognerebbe chiedersi! Non sembra quello cattolico, visto che lo stesso Pontefice già ebbe modo di precisare, che il “Dio cattolico” non esiste.

Caro papa Bergoglio, ci consenta di dissentire!



ottobre 2014

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