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NEGATA LA SANTA MESSA TRADIZIONALE PER LE ESEQUIE DI DON IVO CISAR
Dal comunicato di Una Voce Pordenone dell’12 settembre 2005, apprendiamo che le esequie di don Ivo Cisar, eseguite il 13 settembre, non sono state celebrate secondo il Rito tradizionale. Don Ivo Cisar
è morto l’11 settembre scorso.
Come accaduto in altre occasioni, tanti vescovi si rifiutano di considerare la liturgia tradizionale come una legittima liturgia della Chiesa, al massimo la sopportano, e spesso con un più o meno dichiarato fastidio. Questo accadimento ultimo a Pordenone si colloca coerentemente a fianco di altri episodi che testimoniano del poco rispetto di cui sono oggetto nella Diocesi di Pordenone sia i fedeli cattolici legati alla liturgia tradizionale, sia, e soprattutto, la liturgia tradizionale stessa insieme alle disposizioni del Santo Padre e della Curia romana. Innanzi tutto occorre notare che la S. Messa tradizionale
a Pordenone non viene celebrata nemmeno nei giorni di precetto, e cioè
la Domenica e le feste comandate, poiché il vescovo ne ha concessa
la celebrazione solo due volte al mese.
Perché tanto pregiudizio e tanto poco rispetto
per i fedeli legati alla Tradizione?
come non considerare che il mancato rispetto per questi fedeli discenda direttamente dal mancato rispetto per la liturgia che la Chiesa ha usata per duemila anni?D’altronde, se così non fosse, si vedrebbero tanti vescovi applicare con serietà, con carità pastorale e con fraterna adesione quanto disposto dal Santo Padre col Motu Proprio Ecclesia Dei. L’altro elemento che ci permette di affermare con forza che il vescovo di Pordenone tiene in nessun conto i fedeli legati alla Tradizione e la Tradizione stessa, è quanto accaduto all’inizio di quest’anno. La S. Messa tradizionale veniva celebrata la prima e la terza Domenica del mese, alle ore 10,30, così che i fedeli, almeno due volte al mese avevano la possibilità effettiva di frequentare la S. Messa di precetto. Accadde però che a Pordenone si manifestò una nuova esigenza, quella della comunità rumena-ortodossa, la quale, giustamente (!), necessitava di una chiesa per l’ufficiatura della Domenica. Il vescovo, profondamente colpito dalle legittime esigenze di questi fedeli che, anche se non cattolici, sono certamente degni di ben maggiore stima e rispetto dei fedeli cattolici tradizionali affidati dal Buon Dio alle sue cure pastorali, cosa ti inventa? Toglie la chiesa ai fedeli tradizionali e la concede ai
rumeno-ortodossi, non due Domeniche al mese, ma tutte le Domeniche.
È vero o non è vero che così facendo si dimostra con forza che la S. Messa cattolica romana officiata per duemila anni dalla Chiesa è una Messa di infimo ordine? Addirittura al di sotto della Messa di un qualsiasi gruppo di fedeli non cattolici? Per capire che aria tira nella diocesi di Pordenone, si
veda la foto della cappella
riservata del vescovo.
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