SIGNIFICATIVI  SEGNALI  VENGONO  DA  ROMA
 
 
 

In questi ultimi giorni sono giunti da Roma dei segnali che possono essere interpretati come beneauguranti per il futuro della Chiesa.



In fondo a questa nota abbiamo riportati i documenti in essa citati:

Articolo da Il Giornale del 22 ottobre scorso (stralci)
Motu Proprio di Benedetto XVI con cui sottopone i Francescani di Assisi al vescovo del luogo (9.11.2005)
Nomina di mons. Domenico Sorrentino a vescovo di Assisi (rimosso da segretario del Culto Divino) (19.11.2005)
Nomina di mons. Albert Malcolm Ranjith a segretario della Congregazione per il Culto Divino (10.12.205)


Il 22 ottobre scorso, Il Giornale, a firma del noto vaticanista Andrea Tornielli, riportava la notizia che la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti avrebbe consegnato al Papa un documento segreto, tale da “rallentare o persino bloccare una concessione più generosa dell’uso del messale preconciliare”. In tale documento si affermerebbe che “non è possibile alcuna liberalizzazione del vecchio messale in quanto quest’ultimo è stato abolito”.
Tornielli è certo persona informata, quindi la notizia dev’essere considerata fondata.

Stando così le cose è evidente che si è trattata di una manovra attuata dal segretario della Congregazione, mons. Domenico Sorrentino, il quale in qualche modo avrebbe ottenuta la firma del cardinale Arinze. D’altronde, la manovra non desta alcuna meraviglia: si sa benissimo che mons. Sorrentino appartiene al novero di coloro che vedono la Messa Tradizionale come il fumo negli occhi. E costoro, da quando è stato eletto Benedetto XVI, non fanno altro che brigare per porre ogni tipo di ostacolo contro il legittimo e diffuso uso dei libri liturgici del 1962.
Il 12 novembre scorso il mensile Inside The Vatican, redatto a Roma, ha pubblicata un’intervista con il cardinale Francis Arinze, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino.
L’intervistatore ha chiesto al cardinale:
Il giornalista italiano Andrea Tornielli, in un articolo de Il Giornale del 22 ottobre, ha scritto che la sua Congregazione per il Culto Divino avrebbe dato al Santo Padre un parere riservato contrario a che la Chiesa conceda un indulto universale per la Messa Tridentina .
È vero questo, e se è così, quali sarebbero le ragioni contro ?

Il cardinale ha risposto:
Tanto per cominciare non rientra nelle competenze di questa Congregazione trattare le richieste per la Messa secondo il Rito Tridentino . Il Santo Padre ha costituita una speciale Commissione, nota come Commissione Ecclesia Dei che si occupa della questione per i gruppi che vogliono questa Messa.
È la Commissione Ecclesia Dei che esamina la questione, e il Cardinale Castrillón Hoyos ne è il Presidente. Se ci fosse qualche suggerimento di questo tipo egli lo presenterebbe al Santo Padre.
Quando alcuni cattolici chiedono la Messa Tridentina, preti e vescovi dovrebbero domandarsi se per caso non dovremmo considerare il modo in cui celebriamo la Messa. Non potrebbe darsi che questi fedeli abbiano visti molti abusi ? e che siano stufi e che perciò dicano “Senti, ne abbiamo abbastanza di questa roba. Torniamo a come era 50 anni fa”. Non potrebbe essere così?
[…]

Come si vede, il cardinale non smentisce né conferma, da quello che dice si potrebbe intendere che la cosa non è di competenza del suo Dicastero e quindi il documento non esiste, almeno come documento ufficiale della Congregazione. La stessa cosa, in fondo, affermata da Tornielli. 

Le altre parole del cardinale, però, lasciano un po’ perplessi, perché non hanno niente a che vedere con le reali motivazioni dei fedeli legati alla Tradizione, e meraviglia che un cardinale pensi che il Papa abbia costituita una apposita Commissione Pontificia per dei fedeli che sarebbero solo stufi degli abusi e delle scorrettezze liturgiche dei preti e dei vescovi moderni. Che poi queste cose le argomenti il Prefetto della Congregazione per il Culto Divino è davvero stupefacente. Viene da pensare che il cardinale Arinze abbia le idee un po’ confuse, al punto da aver creduto che l’iniziativa di mons. Sorrentino di fare da maldestro suggeritore al Papa fosse una bella idea. Questo farebbe capire perché avrebbe firmato, se è vero che lo ha fatto, il suddetto documento segreto.
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A meno di un mese dalla fine del Sinodo, il 19 novembre,  la Sala Stampa vaticana ha reso noto un MotuProprio del Santo Padre (del 9.11.2005) col quale le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, con gli annessi conventi, vengono sottoposti alla giurisdizione del vescovo di Assisi, mentre viene anche assegnato loro uno speciale Legato Pontificio nella persona di un cardinale di S. R. C.

Contemporaneamente, lo stesso 19 novembre, il Santo Padre ha nominato vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino, sollevandolo dall’incarico di segretario della Congregazione per il Culto Divino.
Si potrebbe dire: due piccioni con una fava.

È inevitabile collegare questa nuova nomina, che corrisponde alla rimozione di mons. Sorrentino, con la vicenda del documento segreto citato da Tornielli. 

Che il documento sia effettivamente giunto nelle mani del Papa o che se ne sia solo parlato, resta il fatto che difficilmente poteva passare inosservata la manovra di mons. Sorrentino. Cercare di far passare per parere autorevole una raccomandazione contro la liberalizzazione o la più ampia possibilità di celebrazione della Messa tradizionale, è stato sicuramente un maldestro tentativo di una persona che ha così dimostrato di non essere all’altezza del compito che pretendeva di svolgere in maniera così solerte.
Peraltro, mons. Sorrentino non poteva ignorare che lo stesso cardinale Ratzinger aveva trattata la questione a più riprese e con colleghi di ben altra levatura e preparazione liturgica e canonica che la sua (di Sorrentino); e non poteva pensare di rivolgersi al Papa come se questi fosse uno sprovveduto.
Se lo ha fatto ha dato modo al Papa di fare subito quello che doveva  esser fatto già da qualche anno: rimuoverlo dall’incarico delicato di segretario della Congregazione per il Culto Divino.
Due piccioni, dicevamo.
L’altro piccione sono i frati francescani, i quali finalmente finiranno di organizzare manifestazioni sinistre ad ogni pie’ sospinto, la finiranno di invitare nella casa del Santo ogni sorta di stregone avvezzo a sgozzare i polli, la finiranno col far passare il Santo per un povero babbeo ecologista e pacifista ante litteram.
Non solo, ma neanche lo stesso mons. Sorrentino potrà dar loro una mano per attuare ogni sorta di iniziativa di ecumenismo sfrenato e irresponsabile, perché dovrà consultarsi con gli altri vescovi della regione pastorale e con la CEI.

Viene proprio da dire: la pacchia è finita! Da adesso tocca lavorare seriamente!
Ed era ora!

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Per ultimo segnaliamo che il Santo Padre ha nominato nuovo segretario della Congregazione per il Culto Divino, mons. Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don, Arcivescovo titolare di Umbriatico, vescovo emerito di Ratnarupa, finora Nunzio Apostolico in Indonesia e in Timor Orientale.

Mons. Ranjith è nato a Polgahawela, nel Sri Lanka, il 15 novembre del 1947, è stato ordinato sacerdote nel 1975 e vescovo ausiliare a Colombo nel 1991. È stato vescovo di Cabarsussi. 
Nel 1995 è stato nominato vescovo titolare di Ratnarupa. 
Dal 2001 al 2004 è stato a Roma come membro della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. 
Dal 2004 è Arcivescovo titolare di Umbriatico, in Calabria, e Nunzio Apostolico in Sri Lanka e Timore Est.

Mons. Ranjith è considerato persona corretta e preparata, ci auguriamo che la Congregazione per il Culto Divino abbia finalmente un segretario all’altezza dei compiti della Congregazione.

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Non possiamo che rendere grazie al Signore per questi segni incoraggianti che lasciano ben sperare in un futuro migliore per la tanto martoriata Santa Madre Chiesa, per la sua dottrina e per la sua liturgia.
Dio lo voglia!

IMUV ? 11.12.1005





Articolo di Andrea Tornielli su Il Giornale, del 22 ottobre 2005

C'è un documento riservato di sette cartelle che potrebbe rallentare o persino bloccare una concessione più generosa dell'uso del messale preconciliare, come richiesto dai tradizionalisti e dai lefebvriani. È un testo preparato dalla Congregazione del culto divino lo scorso agosto e firmato dal Prefetto, il cardinale Francis Arinze, e dal suo numero due, l'arcivescovo Domenico Sorrentino. Nel memorandum, che non rappresenta un atto ufficiale del dicastero, ma ha il valore di un parere ed è stato consegnato al Papa, si afferma che non è possibile alcuna liberalizzazione del vecchio messale in quanto quest'ultimo è stato abolito. Era stato proprio il cardinale Arinze, lo scorso 12 ottobre, durante una conferenza stampa, ad affermare che "nessun padre sinodale" aveva avanzato la richiesta che venga prevista la Messa secondo il rito di San Pio V. In realtà, appena tre giorni dopo, in aula, questo tema è stato affrontato nell'intervento del cardinale Darío Castrillón Hoyos, prefetto della Congregazione del clero, il quale ha proposto che nel messaggio finale del Sinodo fosse contenuto qualche segnale di apertura verso quei cattolici affezionati alla vecchia Messa con l'auspicio che il rito preconciliare venga considerato uno dei diversi riti approvati nella Chiesa cattolica. Il cardinale non aveva parlato esplicitamente di una vera e propria liberalizzazione dell'uso del vecchio messale, come richiesto dai lefebvriani, ma le sue parole potevano essere intese in questo senso.
[…]





Dalla Sala Stampa del Vaticano

LETTERA APOSTOLICA MOTU PROPRIO CONTENENTE NUOVE DISPOSIZIONI CIRCA LE BASILICHE DI SAN FRANCESCO E DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI IN ASSISI , 19.11.2005 

TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Da tutto il mondo si guarda con speciale considerazione alla Basilica di San Francesco in Assisi che conserva e custodisce le spoglie mortali del Serafico Santo e alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, che racchiude in sé la insigne chiesetta della Porziuncola: la prima è affidata all’Ordine dei Frati Minori Francescani Conventuali e la seconda all’Ordine Francescano dei Frati Minori.

I Romani Pontefici, da parte loro, hanno sempre avuto singolari vincoli e speciale sollecitudine per questi due Templi Maggiori francescani propter eorum praestantiam atque dignitatem e li hanno voluti finora soggetti direttamente alla loro giurisdizione. Lungo i secoli i Frati Conventuali ed i Frati Minori con la loro sollecita opera e la loro testimonianza hanno tenuto vivo lo spirito ed il carisma di San Francesco, diffondendo nel mondo intero il suo messaggio
evangelico di pace, di fraternità e di bene.

Considerata l’esigenza di realizzare una più efficace intesa tra le attività che si svolgono sia nella Basilica di San Francesco (con annesso Sacro Convento), sia nella Basilica di Santa Maria degli Angeli (ed unito Convento) e la pastorale della Diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, e anche con la pastorale promossa a livello regionale e nazionale dalle rispettive Conferenze episcopali, ci è parso utile modificare l’attuale disciplina giuridica, così come regolata dal nostro venerato Predecessore, Papa Paolo VI di f. m. mediante il M. p. "Inclita toto", dell’8 agosto 1969, per quanto riguarda la Basilica di San Francesco (con annesso Sacro Convento), e mediante la Decisione ex Audientia, del 12 maggio 1966, per quanto attiene alla Basilica di Santa Maria degli Angeli (ed unito Convento), aggiornandone le norme alle odierne necessità.

Disponiamo e stabiliamo pertanto quanto segue:

       I. Alla Basilica di San Francesco e all’annesso Sacro Convento, come anche alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, assegniamo come Nostro Legato un Cardinale di S.R.C., il quale, pur non godendo di giurisdizione, avrà il compito di perpetuare con la sua autorità morale gli stretti vincoli di comunione tra i luoghi sacri alla memoria del Poverello e questa Sede Apostolica. Egli potrà impartire la Benedizione Papale nelle celebrazioni che presiederà in occasione delle maggiori solennità liturgiche.

       II. Il Vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino d’ora innanzi avrà la giurisdizione prevista dal diritto sulle chiese e sulle case religiose per quanto riguarda tutte le attività pastorali svolte dai Padri Conventuali della Basilica di San Francesco e dai Frati Minori di Santa Maria degli Angeli.

       III. I Padri Francescani, Conventuali e Minori, per tutte le iniziative che hanno risvolti pastorali, dovranno pertanto chiedere ed ottenere il consenso del Vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino. Questi, poi, sentirà il parere del Presidente della Conferenza Episcopale Umbra per le iniziative che hanno riflessi sulla Regione umbra o della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana per le quelle a più ampio raggio.

       IV. Quanto alla celebrazione dei sacramenti nelle Basiliche suddette valgono le norme del Codice di diritto canonico e quelle vigenti nella Diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino.

Esorto quindi i Figli di San Francesco, cui sono affidate le due menzionate Basiliche, ad attenersi con generosa disponibilità alle norme esposte in questo Motu proprio in spirito di sincera comunione con il Vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e, per suo tramite, con la Conferenza episcopale regionale e con quella nazionale.

Nonostante qualunque cosa in contrario.

Dato a Roma, presso S. Pietro il 9 novembre 2005, anniversario della Dedicazione della Basilica Lateranense, primo anno del Nostro Pontificato.

                                                                                                         BENEDICTUS PP. XVI





Dalla Sala Stampa del Vaticano

RINUNCE E NOMINE , 19.11.2005 

RINUNCIA DEL VESCOVO DI ASSISI-NOCERA UMBRA-GUALDO TADINO (ITALIA) E NOMINA DEL SUCCESSORE

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino (Italia), presentata da S.E. Mons. Sergio Goretti, in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

Il Papa ha nominato Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, conservandogli il titolo di Arcivescovo, S.E. Mons. Domenico Sorrentino, finora Arcivescovo Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

 S.E. Mons. Domenico Sorrentino

S.E. Mons. Domenico Sorrentino è nato a Boscoreale, Provincia di Napoli e diocesi di Nola, il 16 maggio 1948. Ha compiuto gli studi medi nel Seminario Vescovile di Nola e nel Seminario Regionale di Salerno, quelli teologici, come alunno dell'Almo Collegio Capranica, presso la Pontificia Università Gregoriana, conseguendo il dottorato in Teologia. Si è Laureato in Scienze Politiche presso l'Università di Roma. Ha pubblicato numerosi volumi ed articoli in diverse riviste.
E' stato ordinato sacerdote della diocesi di Nola il 24 giugno 1972. Ha espletato diversi incarichi: è stato collaboratore nella parrocchia Maria SS. della Stella a Nola, Parroco di S. Giorgio Martire a Liveri ed Assistente del Movimento Lavoratori dell' A. C.; ha insegnato religione nel Liceo vescovile parificato di Nola. È stato quindi direttore dell'Ufficio Catechistico; Vicario episcopale per l'Evangelizzazione e la Cultura; Canonico Teologo e membro del Consiglio Presbiterale e del Collegio dei Consultori; direttore della Biblioteca diocesana "San Paolino"; Direttore e Docente di Teologia dogmatica nell'Istituto Superiore di Scienze Religiose "Duns Scoto" di Nola. Dal 1989 è stato Docente di Teologia Dogmatica e Spirituale presso la Pontificia Facoltà Teologica dell' Italia Meridionale; dal 1992 ha prestato servizio presso la Prima Sezione della Segreteria di Stato.
Il 17 febbraio 2001 è stato elevato all’Episcopato come Arcivescovo Prelato di Pompei. Il 2 agosto 2003 è stato nominato Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.





Dalla Sala Stampa del Vaticano

RINUNCE E NOMINE , 10.12.2005

NOMINA DEL SEGRETARIO DELLA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI

Il Santo Padre ha nominato Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti S.E. Mons. Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don, Arcivescovo titolare di Umbriatico, finora Nunzio Apostolico in Indonesia e in Timor Orientale.






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