Perché tanta ostilità nei confronti della
Fraternità San Pio X ?

Un esempio di cattiva coscienza (sedicente) tradizionale


Ci è pervenuta la segnalazione (che riportiamo qui a fianco) di un curioso elenco in cui la Fraternità San Pio X è accomunata con i gruppi più diversi, elencati con uno spiccato spirito critico e con un pesante tono di rimprovero. (Si veda il n° 19 dell'elenco)

Come si può leggere nella prima nota esplicativa presente in questo elenco: 
Mancherebbero all’appello soltanto Mormoni, Scientology, Israeliti (dei quali rabbino capo è Crescenzio Piattelli) e Musulmani (imam ne è Mohamed Abdesselem Guerfi). Le prime tre confessioni dispongono però di edifici propri e non abbisognano dunque (almeno per ora) di edifici della comunità cattolica. Gl’islamici improvvisano moschee in locali qui e là, sovente prestati dalle pubbliche amministrazioni, com’è accaduto di recente in occasione del ramadan.

Non siamo qui per difendere la Fraternità San Pio X, che sa difendersi benissimo da sola. Né è nostra intenzione criticare chicchesia, visto poi che certi puerili atteggiamenti si condannano da soli. 
Piuttosto, abbiamo pensato che fosse opportuno segnalare questo esempio perché ogni tanto è necessario fare chiarezza in seno a questo nostro simpaticissimo, variegato e imprevedibile mondo tradizionale.

Ciao Una Vox:

forse ti è sfuggita questa perla.

L’elenco pubblicato da Una Voce Venetia, dove si segnalano "chiese, cappellanie e parrocchie personali elargite de facto o de jure dalla Curia di Verona a comunità cattoliche di diversi riti o provenienze, ad acattolici e a non cristiani."

Fin qui niente di strano. Mi sono accorto però che in questo elenco, tra i gruppi cattolici strani e i gruppi non cattolici, figura anche la Fraternità San Pio X. 

Ma Una Voce Venetia non dovrebbe essere un gruppo che difende la Tradizione Cattolica?

Voi che pensate?

Ad majora.

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NOSTRO  COMMENTO

Siccome conosciamo gli amici di Una Voce delle Venezie, possiamo affermare che sicuramente in loro non v’è alcun intento malevolo. 
Il fatto è che non riescono ad evitare di polemizzare con tutti. 
Ma non lo fanno per cattiveria, no, lo fanno perché a loro la polemica piace in modo particolare. 
Loro si divertono. 
A volte non si capisce bene se sono polemici perché sono dei tradizionalisti o se sono diventati tradizionalisti perché sono nati polemici.

Una volta se la prendono col vescovo, un’altra volta con qualche altro gruppo tradizionalista, un’altra volta ancora col nuovo Papa, questa volta con la Fraternità San Pio X. Insomma sono decisamente un po’ irrequieti. Anche perché capita spesso, a loro, di convincersi che, loro, non possono sbagliare, perché, loro, sono preparati.

Purtroppo, però, come capita a tutti noi poveri mortali, anche loro sbagliano: anzi, pare che sbagliare sia un altro dei loro passatempi, non si comprende bene se esercitato in maniera incontrollata e irrefrenabile o in maniera calcolata.

Fatto è che in questo elenco, per esempio, vi sono due omissioni clamorose.
La prima consiste nella mancata segnalazione della Rettoria di Santa Toscana,  anch'essa concessa de jure dalla Curia di Verona proprio a Una Voce Verona.

Se si volevano elencare tutte le chiese “concesse” dalla Curia di Verona era inevitabile citare anche la Rettoria di Santa Toscana. Tranne che gli amici di Una Voce delle Venezie non si ritengano al di sopra dei cattolici e dei non cattolici. Al di sopra di tutto e di tutti, insomma.

La seconda omissione è duplice ed è accompagnata da un clamoroso errore. Si trova nella precisazione in nota relativa alla Fraternità San Pio X:
(5. Celebrante e cappellano-assistente spirituale, don Luigi Moncalero del Priorato di Rimini della Fraternità Sacerdotale San Pio X. La ragione della presenza della comunità lefebvriana in questo elenco di chiese rilasciate dalla Curia, sta nel fatto che, fino al gennaio 2005, i seguaci della predetta Fraternità, d’accordo con la Curia scaligera, erano ospitati preso il Santuario della Madonna della Salute, in Dossobuono (VR)). 

Intanto l'errore:

Comunità lefebvriana” è una espressione mutuata pari pari da quel famoso linguaggio che qualche anno fa suggerì al Ministero dell’Interno di elencare la Fraternità San Pio X tra le “sette” pericolose, linguaggio volutamente usato dai nemici della Tradizione Cattolica.
Ed ora le omissioni:
a) I fedeli che a Verona sono assistiti da don Luigi Moncalero, non costituiscono una “comunità lefebvriana”, ma sono i fedeli che hanno abbandonato motivatamente, per incompatibilità, Una Voce Verona ed hanno chiesto l’aiuto di don Luigi Moncalero.

b) Vero è che nel 2004 questi fedeli erano ospitati (con la colpevole complicità della Curia, sembra affermare la nota in questione?!?) presso il Santuario della Madonna della Salute, a Dossobuono (VR), ma è altrettanto vero che per più di due anni, prima del 2004, essi erano stati ospitati nella Rettoria di Santa Toscana, il pomeriggio; quella stessa Rettoria che al mattino ospitava i fedeli appartenenti a Una Voce Verona.
E la cosa non è mai andata giù a certi noti “supercattolici” di ferro che dirigono Una Voce Verona e Una Voce delle Venezie
… ma come? 
… I “lefebvriani” nella nostra stessa chiesa?! 
… Non sia mai! 
Ed hanno fatto di tutto per far porre fine a questo “sconcio”!

Per chi pensasse ad una nostra esagerazione, segnaliamo che Una Voce delle Venezie ha pubblicato lo stesso elenco di adesso già nel gennaio 2005, e in quell'elenco vi era la stessa nota esplicativa (Celebrante e cappellano-assistente spirituale, don Luigi Moncalero del Priorato di Rimini della Fraternità Sacerdotale San Pio X.), nella quale però qualcuno aveva dimenticato di aggiungere l'attuale spiegazione o giustificazione (La ragione della presenza…).
La cosa, evidentemente, fu voluta, perché la spiegazione avrebbe dovuto essere la seguente:
La ragione della presenza della comunità lefebvriana in questo elenco di chiese rilasciate dalla Curia, sta nel fatto che, fino al gennaio 2004, i seguaci della predetta Fraternità, d’accordo con la Curia scaligera, erano ospitati preso la Rettoria di Santa Toscana.
Tale cioè da palesare che i famosi “seguaci della predetta Fraternità” non erano altro che dei fedeli cattolici iscritti a Una Voce Verona, i quali si sarebbero poi allontanati dal sodalizio veronese per evidente incompatibilità con i responsabili, dei cui metodi si ha un esempio proprio in questo elenco. 
In tutta questa storia, che volteggia leggiadra tra il ridicolo e l'astioso, qualcuno ha fatto notare come sia inevitabile porsi la seguente domanda: Come mai don Luigi Moncalero non ha più potuto usare la Rettoria di Santa Toscana, prima, e il Santuario della Madonna della Salute, dopo?

Vuoi vedere che c’è stato qualcuno che ha brigato, ha premuto, ha insistito, perché si allontanasse don Luigi Moncalero, così che non potesse più “ammorbare” le chiese della diocesi col suo malefico influsso “lefebvriano”? 
E vuoi vedere che qualche buon prete della diocesi di Verona, a causa di questi pruriti “purificatorii”, ha pure avuto qualche problema col suo vescovo e con i suoi confratelli modernisti?
Va' a sapere!

Insomma, gli amici di Una Voce delle Venezie, non solo dimostrano di avere il dente avvelenato nei confronti della Fraternità San Pio X (che fa tanti sacrifici e tante buone cose, ma che, purtroppo, non cura i denti avvelenati), ma si compiacciono di esercitarsi anche nella pratica del nascondimento: più le cose sono importanti più le tacciono.
Loro non dicono bugie, perché sono dei buoni cattolici, loro, si limitano solo a non dire tutta la verità, nascondendo ciò che li mette in imbarazzo. 

Per quel che riguarda il dente avvelenato basti pensare che, a distanza di un mese (il 21 febbraio 2006), hanno “ripubblicato” l'elenco in questione solo per segnalare una variazione relativa solo alla Fraternità San Pio X.
Don Luigi Moncalero, infatti, da adesso celebra la S. Messa nella Cappella San Carlo Borromeo della Villa Armedi, a Cuzzano Grezzana (VR), la I, III e IV Domenica del mese, alle ore 18,00.

Per quel che riguarda il vizietto di non dire le cose, basta vedere come è stata trattata la vicenda della sezione di Una Voce Venezia.
Anche qui, si racconta della elezione del nuovo Consiglio direttivo della sezione “rimasta priva di presidente” (come se questo si fosse volatilizzato accidentalmente e inaspettatamente), e si tace il fatto che in realtà si è verificato un altro caso di incompatibilità, così che la sezione si è divisa e si è costituito un nuovo gruppo, autonomo rispetto ad Una Voce delle Venezie, e che cura la celebrazione della S. Messa a San Simon Piccolo a Venezia. 
Ma di questo sembra che Una Voce delle Venezie (e Una Voce Venezia - che sono oggi la stessa cosa, anzi la stessa persona) non sappia assolutamente nulla.
Beata distrazione!



(febbraio 2006)


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