Lettera aperta al cardinale Miloslav Vlk

Il Nuovo Ordine Mondiale e la guerra al terrorismo



Pubblichiamo la lettera di precisazioni che il prof. John Rao ha scritto al cardinale Miloslav Vlk, arcivescovo di Praga, il 25.9.2006.

Il prof. Rao, insegnante universitario di storia europea, ha tenuto una conferenza a Praga il 9 settembre 2006.
Il tenore della conferenza e le considerazioni in essa espresse, hanno trovato in disaccordo il card. Vlk, il quale ha ritenuto di dover esprimere pubblicamente tale suo disaccordo, senza aver mai sentito l’interessato.
Da qui la decisione del prof. Rao di rendere pubblica la sua risposta al cardinale, mediante questa “lettera aperta”. 

Da questa stessa risposta si desumono facilmente le critiche del card. Vlk.




Miloslav Cardinal Vlk
Archibiskupstvi prazske
Hradcanske namesti 16
119 02 Praha 1
Czech Republic
 

Eminenza,
Le scrivo questa lettera a riguardo ai suoi commenti sul mio discorso di Praga di sabato 9 settembre 2006. Avrei senz’altro preferito una discussione privata, in modo da chiarire il mio pensiero ed eventualmente correggere i miei errori faccia a faccia, come d’altronde dovrebbe essere tra un pastore d’anime e un fedele. Dopo tutto, la Scrittura dice che i problemi tra fedeli devono prima essere risolti proprio in questo modo: tranquillo e personale.
Sfortunatamente, Lei ha scelto di ignorare la via della carità e ha preferito lanciare invece un pubblico attacco alla mia reputazione, arrivando fino ad assicurare agli ambasciatori Americano e Israelita presso la Repubblica Ceca che i miei cosiddetti peccati intellettuali sono aborriti dalla Chiesa Cattolica Romana.
Visto questo “attacco preventivo”, totalmente antipastorale, ho concluso di non avere altra scelta che rendere pubblica la presente lettera, diversamente la mia posizione su questa controversia non potrebbe mai essere conosciuta.
Questo è il motivo per cui mando copia di questa lettera ai succitati Ambasciatori e ne farò pubblicare il testo su The Remnant.

Il mio discorso del 9 settembre, pronunciato presso l’Istituto San Giuseppe e pubblicato sulla Katolik Revue, era intitolato “Il nuovo ordine mondiale e la guerra al terrorismo”. Si trattava, come Lei ha ben capito, di un discorso molto critico: critico della società americana e critico del cosiddetto “libero, democratico, pacifico” regime sorto dagli errori storici di questa società; regime che l’amministrazione Bush vuole ora diffondere nel mondo intero con la forza. Era critico, soprattutto, dell’intollerabile mancanza di rispetto per le altre nazioni e culture indipendenti, assicurata dalla realizzazione di questo nuovo, evangelico, globale disordine.

Quello che è assolutamente fuori dalla mia comprensione è come Vostra Eccellenza, o chiunque altro, ascoltando la registrazione di questo discorso, possa dedurre da quanto ho detto che io sia un “nazionalista”, un “neo-nazista”, un “antisemita”, un “lefebvriano” o un “islamista”; in breve la somma di tutti i mali contemporanei raccolti nella persona di un Professore Associato di storia europea che insegna in una università cattolica di New York e che per di più pronuncia un discorso al cospetto di un decoroso gruppo di 40, 50 uomini e donne nel centro di Praga.

Esaminiamo allora ognuna di queste accuse, lasciando per ultima la generale descrizione che Lei fa di me, come fossi un promotore dell’”estremismo politico”.
 

I - Nazionalismo ?
Assoluta incredulità: è questa l’unica espressione che posso usare per rispondere alle sue accuse di nazionalismo nei miei confronti, visto che l’intero mio discorso è stato proprio un lungo, interminabile attacco contro … il nazionalismo !
Il nazionalismo moderno, da Giuseppe Mazzini a George Bush, scambia l’amore rispettabile per il proprio paese, con una inaccettabile ideologia di carattere pseduo-religioso.
A Praga ho affermato che, nel mondo contemporaneo, il nazionalismo americano è l’esempio più chiaro e pericoloso di questo tipo di pseudo-religione ideologica; esso è una minaccia mondiale, sia per le legittime aspirazioni patriottiche  all’indipendenza e alla integrità culturale degli altri paesi, sia per la vera religione.
Nel mio discorso ho spiegato che negli Stati Uniti il nazionalismo si esprime tramite una filosofia politica che una volta si chiamava “Americanismo”, ma che adesso è più popolarmente conosciuta come “Pluralismo”.
Questa illegittima filosofia nazionalista sostiene che l’America e il sistema americano avrebbero creato un nuovo, unico, infallibile meccanismo per garantire la libertà e la felicità a tutti i gruppi e gli individui in qualsivoglia società, assicurando loro al tempo stesso pace e cooperazione democratica. 
La divinizzazione e l’indiscutibile accettazione di questa ideologia e pseduo-religione, è richiesta a tutti gli Americani come prova di lealtà alla loro nazione.
Essa è insegnata ed esaltata nel corso di cerimonie politiche che si svolgono in ogni pubblica occasione. Basta leggere i discorsi fatti in tali occasioni da George Bush ed altri, per rendersi conto del carattere sacro di queste strane liturgie.
Americanismo e Pluralismo considerano gli Stati Uniti e il loro stile di vita come una forza che nella storia del mondo svolge una missione ancora più universale e redentrice della stessa Incarnazione. Essi considerano questa missione globale come benedetta da Dio, da quello stesso Dio che guidò i Puritani nel Nuovo Mondo per costruirvi una “Città su una Collina” (City on a Hill) per l’edificazione di tutto il genere umano. 
Visto, però, il particolare sviluppo storico della società americana, essi ritengono che questa missione sia richiesta anche dall’ “ovvio senso comune della legge di natura” sostenuto dall’Illuminismo secolarista, il quale ha sedotto coloro che, avendo perduta la loro fede sovrannaturale nel Nuovo Mondo, avevano bisogno di rimpiazzarla con un fanatico affidamento alla nuova ideologia politica.
Questo significa, quindi, che ogni nazione, cultura e individuo è tenuto a sostenere negli Stati Uniti questa mascherata come fosse patriottismo, ed è tenuto a farlo per compiacere sia Dio, sia la Natura. 
Nel mondo intero, il solo “patriottismo” ammissibile è il culto dell’ideologia nazionalista e pseudo-religiosa dell’Americanismo e del Pluralismo.
Coloro che volessero seriamente opporsi alla globale accettazione di un tale idolo, in nome della propria indipendenza ed integrità culturale, sarebbero considerati nemici di Dio e della Natura. Di più: viste le attuali circostanze, potrebbero essere considerati “terroristi”. Chi infatti, se non un “terrorista” vorrebbe resistere fisicamente al dono più benedetto e infallibile di Dio e della Ragione, che la storia abbia mai conosciuto per il raggiungimento dell’umana felicità ?

È questo arrogante Americanismo/Pluralismo culturale, questa ideologia spirituale, che ho criticato a Praga.

Ed è proprio questo mio attacco contro tale pseudo-religione che Lei, Eminenza, descrive come intollerabilmente “nazionalista”. È strano che, ai suoi occhi, un uomo possa dimostrare la sua opposizione al nazionalismo solo attraverso un incondizionato abbandono alla sua più ignobile manifestazione dei nostri tempi !
Occorrerebbe veramente il talento di un Samuel Beckett per descrivere la necessaria manipolazione della logica capace di giustificare una tale umiliante sottomissione cattolica nei confronti di una ideologia fraudolenta che pone sé stessa al di sopra del Dio Incarnato.
 

II ? Neo-Nazismo ?
Passiamo ora all’accusa di “neo-Nazismo”.
Il Nazismo, in base alle valutazioni storiche, è costruito attorno a due temi centrali:
1) la convinzione condivisa da tutti i Fascisti della necessità di controllare il disordine con il Trionfo della Volontà di un Capo, a cui i soggetti obbediscono ciecamente;
2) il razzismo.
E il neo-Nazismo segue presumibilmente gli stessi principi basilari.

Ora, nel mio discorso di Praga, io ho sicuramente parlato della questione del Trionfo della Volontà, ma allo scopo di attaccare due richieste frequenti e complementari degli Americanisti/Pluralisti. Una di queste, popolare presso i conservatori americani, consiste nel richiamo a modellare la politica dell’ordine pubblico negli Stati Uniti, non sulla base degli standard obiettivi dell’etica e della Ragione, ma sulla base della “Volontà dei Padri Fondatori”. Ed io ho fatto notare che questo è l’esatto parallelo del richiamo fascista alla “Volontà del Capo”.

L’altro argomento sul quale mi lamentavo nel mio discorso era la già citata insistenza Illuminista secondo la quale le questioni politiche, sociali e morali devono essere capite e risolte sulla scorta di un “basilare senso comune”, evitando i problemi che dividono e sconvolgono a causa di approfondite discussioni teologiche, filosofiche e storiche.
Questo tipo di argomento, ho spiegato, dà alla mente criminale un’aurea opportunità per prosperare. 
Esso permette alla nuova élite di uomini abili, risoluti e senza scrupoli, che ha gradualmente rimpiazzato il vecchio ed indebolito Puritano Americano e l’aristocrazia mercantile e terriera,  di dominare e manipolare la società in nome della “libertà” e della “democrazia”. 
Esso garantisce a tali criminali la possibilità di mettere in opera la loro volontà, poiché non lasciano a nessuno l’opportunità di definire la vera natura della “libertà” e della “democrazia” o l’opportunità di criticare gli abusi perpetrati sotto tali bandiere. 
Guai all’uomo che prova a pensare ! Richiamerà su di sé l’accusa di essere un nemico della stabilità della nazione americana e un promotore di “terroristiche” ostilità contro l’assoluta e integerrima bontà.

E il razzismo ?
Vi sono due grandi misteri che mi stupiscono a riguardo della possibile accusa di Razzismo nel presente contesto:
1) come innanzi tutto qualcuno possa usare seriamente delle argomentazioni razziste tanto da costringermi a rispondere ad esse. Qualsiasi cattolico ben informato sa che il Razzismo è anticristiano. Essendo cattolico io lo rigetto senza esitazione;
2) come è possibile, Eminenza, che Lei abbia potuto trovare un tema razzista neoazista in un discorso che non si occupa assolutamente dell’argomento, in un discorso che invece sottolinea proprio il rispetto e la protezione che spettano agli altri gruppi etnici e alle altre culture: cosa che ogni vero razzista reputa insensata.
Piuttosto, Eminenza, il mio discorso a Praga che condannava il Trionfo della Volontà, nella Germania nazista mi avrebbe procurato la prigione. 
È possibile che possano comportarsi allo stesso modo gli Americani e gli Europei di Praga che predicano la necessità della cieca obbedienza alla religione del Nuovo Ordine Mondiale ?
 

III ? Anti-Semitismo ?
Come cattolico, nemico del Razzismo, chiaramente non possono essere un antisemita. 
Io non professo alcun disdegno razziale per gli Ebrei o per altri Semiti. E proprio la mia critica a Praga del nazionalismo pseudo-religioso, evangelico e ideologico, propagato oggi dagli Stati Uniti, conferma l’assurdità dell’accusa di anti-Semitismo. 
Combattendo infatti contro l’Americanismo e il Pluralismo io combatto una forza che ha presentato un ultimatum perché il mondo si sottometta ad un insieme di cambiamenti non negoziabili, e lo faccio mettendo l’accento sui diritti di tutti i popoli e di tutte le culture, inclusa quella degli Ebrei. 
Combattendo questa bizzarra forma di nazionalismo moderno, combatto contro un oppressore che obbliga gli Ebrei, come d’altronde tutti gli altri, a sottomettersi ai desideri di qualsiasi forza schiacciante che si definisca “libertà”, “democrazia” e “Volontà dei Padri Fondatori”.
Sì, è vero, il mio discorso era chiaramente opposto alla politica dell’amministrazione Bush nel Medio Oriente e, di conseguenza, alle politiche dei governi che approvano attivamente il corrente avventurismo internazionale Americano, compreso il governo di Israele.  Ma certo non vorrà sostenere che l’anti-Semitismo e il netto rifiuto di accettare e sostenere la politica estera dell’America e di Israele sarebbero una sola e identica cosa ? 
E la cieca obbedienza a tale politica estera farebbe parte degli insegnamenti di Cristo e del Deposito della Fede ? 
Dove potrà trovarsi una asserzione simile nella Scrittura ? 
Chi, fra i Padri della Chiesa, difenderebbe una cosa del genere ? 
Quale Papa o Concilio l’avrebbe mai dichiarato ? 
Quale Credo la custodirebbe gelosamente ? 
Non si tratta di un tema della ragione umana opposto alla Fede ? 
Non posso usare la mia ragione per giudicare tale politica ? 
E questo non è vero in particolare per la Chiesa moderna, dove le mancanze di un passato che lasciava libera la gente di usare la propria ragione, vengono regolarmente condannate e fortemente deplorate dai prelati progressisti ? 
O Fede, Ragione e Verità sono semplicemente i giocattoli del vero superuomo neonazista e dei suoi compagni di sventura, che hanno imparato a fare seducenti e superficiali discorsi sulla libertà e sulla democrazia, discorsi più forti e insistenti di quelli delle loro povere vittime ? 
E questi crimini neonazisti contro la ragione non sono qualcosa che il cattolico del 2006 non è autorizzato a criticare semplicemente perché i potenti uomini e donne che i hanno perpetrati sono ancora in vita, minacciosi e difficili da sottoporre a castigo come i bruti nel 1606 ?
 

IV. Lefebvrianismo ?
Io sono un Cattolico Romano praticante che ama la Messa Tradizionale. Nella mia parrocchia, Sant’Agnese a New York City, si celebra sia la Messa Tradizionale sia il Novus Ordo. Io vado alla prima. Qualcuno dei miei amici va all’altra. Siamo fortunati a New York City ad avere un Arcivescovo che permette tale coesistenza senza alcun problema o qualsivoglia etichettatura dei Tradizionalisti. 
Mi dispiace che lo stesso non accada nella vostra bella città, a Praga, dove so che giornalmente molti fedeli offrono tante preghiere con la speranza di un intervento divino perché si abbia un più aperto, pastorale avvicinamento nei confronti della Messa Tradizionale.

Giungono a Roma continue richieste di Tradizionalisti che vogliono sapere se è permesso assistere ad una Messa celebrata da un sacerdote della Fraternità San Pio X ? i cui membri, fra l’altro, si considerano Cattolici Romani e non “lefebvriani” ? richieste che ricevono regolarmente delle risposte positive. 
La Commissione Ecclesia Dei ci ha anche detto che è lecito fare anche una “modesta donazione” quando si assiste ad una funzione in una cappella della Fraternità. 
Per di più, le autorità romane hanno avuto, e sperano di continuare ad avere, dialoghi con la Fraternità condotti in maniera civile ed amichevole. Questo farebbe di Sua Santità e del Cardinale Hoyos dei “lefebvriani” ?  Anche loro sarebbero sospettati di estremismo politico, nazionalismo, neonazismo e islamismo ? Ai Cattolici, in vista di una eventuale punizione, verrebbe chiesto di rendere conto ai rappresentanti secolari degli Stati Uniti a Roma, così come si fa a Praga ?
 

V. Islamismo ?
Non mi è chiaro il significato di tale termine a fronte di un mondo islamico così profondamente diviso, tranne che non lo si usi per indicare un Musulmano che contraddice le richieste di George Bush e dei suoi alleati.
Nel mio discorso si sentiva che io provo una certa simpatia per i Musulmani che resistono agli ordini violenti e che accettano con grande difficoltà il Nuovo Ordine Mondiale il quale divinizza il Trionfo della Volontà dei più forti e insieme distrugge le antiche culture locali e le locali economie; un Nuovo Ordine Mondiale che chiama “ terroristi ” tutti coloro che vi si oppongono con poco più di una resistenza simbolica (oggi i Musulmani … e domani ? … i Cattolici Romani ?) e insiste su un impegno globale per una soluzione finale contro la loro ostinazione.
Ho proseguito poi dicendo che pensavo che la mia simpatia fosse fuori luogo. Fuori luogo sia perché, ho detto, nel mondo musulmano vi sono delle persone attive che chiunque definirebbe “ terroristi ”, sia perché io vedo nell’Islam delle terribili pecche che, mutatis mutandis, producono tante miserie analoghe a quelle prodotte dalla pseudo-religione dell’Americanismo e del Pluralismo. L’evangelismo globale di entrambe queste due forze mi preoccupa moltissimo, ma al momento è quella del Nuovo Ordine Mondiale ad essere la più potente.

Piuttosto io credo che la mia simpatia per i Musulmani sia del tipo di quella provata per i Russi, da certi miei conoscenti anziani del centro Europa, al tempo dell’invasione nazista dell’Unione Sovietica, nel 1941. Questi amici mi dissero di aver avuto pietà per la Russia, dal momento che conoscevano gli orrori del Nazismo e sapevano del danno che questo, se avesse vinto, avrebbe potuto fare al popolo russo. Per altro verso, ammisero che la loro simpatia era problematica, visto che conoscevano i danni che Stalin aveva perpetrati contro la sua gente, ed erano molto preoccupati per le conseguenze che sarebbero sorte nel caso di una vittoria del regime comunista comandato da Stalin.

Lei, Eminenza, come patriota Ceco non è certo un nazionalista estremista o un islamista, quindi capirà sicuramente ciò che intendo dire in questo contesto.
Una delle cose che impressionano regolarmente un “ dogmatista ” come me è la constatazione di come siano complicate in pratica la storia e la vita.
 

VI. Estremismo politico ?  O mero uso della Ragione Umana ?

Vostra Eminenza mi ha accusato di promuovere il crimine generale di “estremismo politico”.
Ahimé! 
Nel linguaggio americanista e pluralista del Nuovo Ordine Mondiale, l’espressione “estremismo politico” è molto spesso usata per indicare il semplice tentativo di usare la ragione umana per comprendere e risolvere i maggiori problemi sociali e morali.
Sfortunatamente,  in una lettera di protesta piuttosto breve, non ho la possibilità di spiegare in dettaglio come la proibizione di pensieri seri abbia giuocato un ruolo sempre maggiore nella pseudo-religione dell’America. Questa proibizione scaturisce da certe complessità della storia americana che io ho descritto a lungo a Praga. Essa nasce dall’impossibile sforzo di combinare insieme l’elogio di due cose totalmente inconciliabili: la libertà radicale e la democrazia, da un lato (che, in una società multiculturale, distruggerebbero inevitabilmente la stabilità così ardentemente desiderata dall’àmbito conservatore americano), e il bisogno di proteggere pace e ordine ad ogni costo, dall’altro (in modo tale da rendere praticamente senza senso la libertà radicale e la democrazia insegnate da un’ala dell’Illuminismo e dai suoi secolarizzati sostenitori puritano-americani). 
L’intero edificio ideologico dell’Americanismo e del Pluralismo, con tutte le sue fraudolente e criminali conseguenze, si è sviluppato a partire da questo disperato tentativo di far quadrare il cerchio. 
Ogni rigorosa investigazione teologica, filosofica, psicologica, sociologica e storica su tale impossibile miscuglio di idealismo ed egoismo causerebbe il crollo immediato di questo castello di carte: via l’attacco alla ragione umana come forza di divisione piuttosto che di integrazione, e via il bisogno di perseguire come “estremisti” quelli che riconoscono di avere un cervello e vogliono disperatamente farne uso.

Generalmente, dopo aver parlato ad un uditorio di cattolici tradizionalisti, io mi sento terribilmente scoraggiato. Il numero dei presenti è frequentemente basso e mi chiedo se vi sia la possibilità che ciò che è stato detto abbia un qualche impatto.

A riguardo, Vostra Eminenza mi ha fatto sperare nel futuro. 
Adesso so che i nostri incontri sono controllati, che ciò di cui si parla è oggetto di rapporti che poi vengono inviati a coloro che sono così forti che i loro voleri circa il significato della Verità, del Buono, del Bello, servono come norma per il mondo in cui viviamo; e questo senza che costoro debbano rispondere alle obiezioni razionali ai loro desideri.

Comunque, speravo che l’essenziale di ciò che Vostra Eminenza ha riferito fosse accurato. Non lo è. Io sono convinto che Lei non abbia ascoltato accuratamente la registrazione del mio discorso e che un secondo ascolto potrebbe chiarire questa confusione veramente inutile su ciò che è stato detto.

Le allego una copia di un libretto ove ho scritto su Americanism and the Collapse of the Church in the United States (Americanismo e collasso della Chiesa negli Stati Uniti), perché serva a chiarire ancor meglio la mia posizione.

Una volta che questo sfortunato malinteso sarà risolto, chiederò che Lei faccia una pubblica  dichiarazione per riparare al danno che ne è venuto alla mia reputazione e, per estensione, all’offesa che è stata arrecata a coloro che soffrono a causa di ciò che è veramente una forma estrema di nazionalismo e di neofascismo: la quale è stata propagata dalla “forza che fa la giusta filosofia” messa in atto dai proponenti del Nuovo Ordine Mondiale e della sua caricatura della libertà e della democrazia.
Queste scuse mi eviteranno di dare inizio ad azioni legali a protezione del mio buon nome.

Yours in Christ,

John C. Rao (D. Phil., Oxford University)
Associate Professor of History, St. Johns University, NYC
Chairman, Roman Forum/Dietrich von Hildebrand Institute
 



dicembre 2006



AL  SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI