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Considerazioni sul richiamo della Santa Sede
La circolare della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, del 17.10.2006, circa la corretta traduzione dell'espressione latina “pro multis” contenuta nella formula della consacrazione del Calice, nella S. Messa, mentre denota una novella volontà di correzione, del tutto lodevole, rivela alcune manchevolezze che sentiamo il dovere di segnalare proprio a sostegno di tale volontà.
Nella Messa moderna è scomparso il Mysterium Fidei (Mistero
di Fede), che è stato traferito alla fine della formula, in forma
declamatoria, seguito da una acclamazione dei fedeli che ha la precisa
funzione di abolire il raccoglimento di costoro nel momento culminante
della celebrazione dei Santi Misteri. Nulla è fatto a caso !
Leggendo la circolare della Congregazione per il Culto
Divino a tutti i Presidenti delle Conferenze Episcopali Nazionali (17 ottobre
2006) circa l’uso della corretta espressione “per molti”, invece della
errata espressione “per tutti”, nel Canone della S. Messa, viene subito
da ringraziare il Santo Padre per un provvedimento tanto opportuno quanto
salutare.
Tuttavia, proprio per l’importanza di un documento di tal fatta, riteniamo sia opportuno mettere a fuoco alcuni elementi che lo stesso documento propone in maniera forse inavvertita, mentre invece rivestono molta importanza. Al n° 2 è detto che “… non vi è alcun dubbio circa la validità delle Messe celebrate usando una formula debitamente approvata e contenente una formulazione equivalente a “per tutti”. E questo perché l’espressione “per tutti” corrisponderebbe senza alcun dubbio ad una corretta interpretazione dell'intenzione del Signore espressa nel testo.” Questa precisazione si presenta come una sorta di excusatio
non petita, che la Congregazione sembra sia stata costretta o abbia
sentito il dovere di inserire nel testo al fine di venire incontro alle
obiezioni certo già sollevate e che verranno sollevate ulteriormente
a partire da adesso.
Non si tratta certo di questioni di poco conto.
Perché dalla risposta potrebbe derivare che: o per 40 anni ai fedeli sia stata insegnata una dottrina equivoca, e proprio tramite il momento culminante del Culto (la Consacrazione nel corso della S. Messa), oppure che la Congregazione oggi si trastulla con una cosa di poco conto.E se per 40 anni i Vescovi avessero davvero insegnato, tramite la S. Messa, recitata a voce alta e in volgare, una dottrina equivoca, crede la Congregazione che basti una circolare come questa per riparare il danno provocato ? In realtà, non è possibile supporre che i Vescovi non sapessero che il “per tutti” ha una connotazione equivoca e fuorviante, quindi è evidente che hanno, non tanto avallato, quanto “voluto” quella traduzione. Hanno cioè insegnato una dottrina equivoca a ragion veduta. E, fino ad oggi, per 40 anni, tale traduzione e il suo uso liturgico conseguente sono stati approvati dalla stessa Congregazione che oggi si lamenta. La cosa è davvero grave e avrebbe richiesto un intervento di ben altra portata che la semplice “circolare”. Forse occorrerebbero più encicliche per prendere seriamente in considerazione tutti gli elementi equivoci presenti nella nuova Messa, perché non è certo solo questo il punto in cui si forza e si tradisce la dottrina cattolica.Facciamo un solo esempio per tutti. Gloria in excelsis Deo, et in terra pax hominibus bonae voluntatis.Tradotto, recitato e cantato con: Gloria a Dio nell’alto dei cieli, e pace in terra agli uomini che Dio ama !Da dove è venuto fuori questo totale stravolgimento del testo evangelico (Luca, 2, 14) ? Gli Angeli, proprio in forza dell’Incarnazione del Verbo, annunciano la pace in terra agli uomini di “buona volontà”, cioè agli uomini la cui volontà, la cui intenzione, è “buona”, cioè conforme alla Volontà di Dio. Tutti gli altri, che non sono di buona volontà, non possono godere della pace che apporta l’Incarnazione del Verbo. Scrivere, recitare e cantare, invece, “pace in terra agli uomini che Dio ama”, significa capovolgere l’insegnamento evangelico, stravolgere la dottrina, banalizzare la liturgia. Dio ama tutti, è implicito nella sua stessa essenza, Egli è il Sommo Bene, è Amore, ma gli uomini si salvano, ricevono e godono la “pace” non perché Dio li ama, ma perché devono essere loro ad amare Dio: chi non ama Dio non gode di alcuna “pace”.Come si vede ci troviamo al cospetto di un capovolgimento simile a quello del “pro multis”, che non significa “per tutti”. Ma questi capovolgimenti, che corrispondono ad una vera
e propria sovversione della dottrina, non possono essere addebitati a qualche
svista o a qualche particolare lettura esegetica, come per esempio nei
famosi “polloi” (il greco “multis”) che per anni ci è stato spiegato
fossero le “moltitudini” e quindi i “tutti”.
Il Figlio di Dio non può essersi incarnato per la salvezza “di molti” (quelli disposti a seguirlo e a conformarsi alle leggi di Dio),… è inaccettabile.Lo stesso dicasi che la “pace” apportata da questa Incarnazione. L’amore di Dio è tale, è talmente onnicomprensivo, che non può produrre alcun discrimine. Data l’Incarnazione non può ammettersi alcunché di diverso di una “pace” data a tutti, indipendentemente dalla volontà di ognuno, una “pace” automatica e necessaria, come è automatico e necessario l’amore di Dio. D’altronde, sarebbe assurdo supporre che Dio non ami tutti: e, se li ama tutti, è impossibile che certuni possano ricevere la “pace” e certi altri no.Quanto poi al fatto che certe cose sono scritte nei Vangeli, si tratta di un particolare a cui si può ovviare facilmente: se non hanno sbagliato gli Angeli, hanno sbagliato di certo gli estensori dei Vangeli, magari senza accorgersene. Ironia a parte, è esattamente questo il contesto
“culturale”, religioso, liturgico e dottrinale in cui si cala questa circolare
della Congregazione per il Culto Divino. Il contesto cioè composto
dalle migliaia di Vescovi, preti, teologi, liturgisti e catechisti. È
su questo terreno che vengono gettati i semi della correzione.
Davvero si è convinti che gli stessi Vescovi che hanno volutamente insegnato una dottrina equivoca, da adesso, sulla base della circolare, saranno in grado di catechizzare i fedeli spiegando loro che in questi 40 anni si sono sbagliati ?Ci sbaglieremo, ma a noi sembra che il meglio che possa accadere è l’apertura di un “dibattito”, dove ognuno finirà col dire la sua, senza che si possa mai giungere a niente di serio. D’altronde, sappiamo per esperienza, che neanche la pubblicazione di un’enciclica sull’Eucarestia (Ecclesia de Eucharistia) e di una conseguente istruzione su come evitare le distorsioni e gli abusi nella celebrazione della S. Messa (Redemptionis Sacramentum), sia servito a un granché; a dimostrazione del fatto che è necessario un lavoro di maggiore incisività, un lungo e faticoso processo di decontaminazione innanzi tutto delle menti e dei cuori dei preti, dei religiosi e dei chierici in genere. Una circolare come questa sembra davvero una goccia nel mare. Tant’è.
Preghiamo la Santa Vergine perché, come ci ha assistiti in questi 40 anni, continui ad assisterci ancora, aiutandoci ad agire sempre e solo alla maggior gloria di Dio. IMUV
febbraio 2007 AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI |