Preti nel pallone
ovvero
La Chiesa conciliare come il circo equestre:
“sempre più difficile”
La notizia era già stata annunciata dall'agenzia
cattolica Zenit il 17 dicembre
2006:
La “Lega clericale” ideata da Bertone, un esperto
e appassionato di calcio che come Arcivescovo di Genova ha commentato via
radio diverse partite del campionato italiano, è previsto che si
giochi da febbraio a giugno dell’anno prossimo.
[…]
La prima edizione della Coppa avrà luogo solo
a Roma, con seminaristi che studiano nella capitale e sacerdoti che svolgono
qui la loro missione ecclesiale, mentre dal 2008 si pensa di aprirla a
squadre di altre regioni. |
Il Cardinale Tarcisio Bertone, allora Arcivescovo di Genova,
radiocronista di Sampdoria Juventus nel 2004
|
Le magliette delle squadre
Il trofeo “Clericus Cup 2007”
Si noti dove è andato a finire il classico cappello
da prete. Era inimmaginabile che potesse ridursi
a coprire un pallone da giuoco del calcio.
Neppure avremmo mai neanche
immaginato che per vederne ancora uno
avremmo dovuto aspettare il campionato di
calcio dei chierici del 2007.
Ironia della sorte:
in questo trofeo, sotto il cappello, vi è una testa
(il pallone) con due piedi (le scarpe). Chi sarà
mai questo personaggio stlizzato ?
|
Si tratta della cosiddetta Clericus Cup, che avrà
inizio il 24 febbraio 2007, a Roma. La cerimonia inaugurale (?!) si terrà
alle 10,30 e il "calcio d'inizio" sarà sferrato alle 11,00, con
in campo gli 11 della Gregoriana (Pontificia Università)
contro gli 11 della Mater Eclesiae (Pontificio Collegio Internazionale).
Gli incontri verranno disputati nei campi dell'Oratorio di San Pietro
e si concluderanno il 21 aprile 2007 nello Stadio dei Marmi.
Non si sa se il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario
di Stato di Sua Santità, terrà la radiocronaca per la Radio
Vaticana, ma si può dare per certo che non perderà una partita.
Questa la formidabile notizia.
Dobbiamo confessare che eravamo convinti che, oggi come
oggi, tra nuova evangelizzazione e crisi della Chiesa, a Roma avessero
il loro bel da fare.
Dobbiamo ricrederci !
Se perfino il Segretario di Stato vaticano trova il tempo
di organizzare una Coppa dei Chierici è segno che nella Chiesa
va tutto bene e che la diffusione del Vangelo non ha mai visto tempi migliori.
Non vorremmo scadere nel cattivo gusto, ma non possiamo
impedirci di restare allibiti quando leggiamo l'elenco delle “squadre”
partecipanti a questo torneo di calcio.
Girone A: Mater Ecclesiae (Pontificia Università),
Pontificio Collegio Urbano (“de propaganda Fide”), Pontificio Seminario
Gallico (preti francesi che studiano a Roma), Tiberino (Collegio Sacerdotale),
Gregoriana (Pontificia Università), O.M.I. Team (Missionari Oblati
di Maria Immacolata), The North American (Pontificio Collegio).
Girone B: Almo Collegio Capranica (antico collegio
preseminario), Redemptoris Mater (Seminario del Cammino Neocatecumenale),
Sedes Sapientiae (Collegio Ecclesiastico Internazionale), Divino Amore,
Pontificio Seminario Romano Maggiore, Vicariato di Roma, Pontificia Università
Lateranense, Ordine di S. Agostino.
Per associazione d'idee ci viene da pensare a Juventus,
Pro Patria, Sampdoria, Hellas, Inter, Esperia, Horatiana, Atalanta, Fanfulla,
Igea Virtus, e il cervello non regge allo sforzo.
Cosa ci sarà mai in comune, o anche solo di
simile, tra Redemptoris Mater e Pro Patria ?
Sembra uno scherzo ! |
Si potrebbe pensare che, in fondo, non c'è nulla
di male in un torneo tra seminaristi e giovani preti, si tratterebbe infatti
di un sano passatempo.
È vero.
Infatti, quello che ci lascia allibiti non è tanto
una innoccente partita di pallone, ma la scimmiottatura delle attuali tecniche
agonistiche nazionali e internazionali, dove non v'è un briciolo
di sano passatempo, ma un mare di soldi, di esibizionismo, di rincorsa
del successo, di protagonismo, di cattivo esempio per i grandi e per i
piccini, ecc. E tutto questo non dovrebbe minimamente essere avallato
dai preti.
Perché, in questo caso, la buone fede e la
buona volontà finiscono col trasformarsi in connivenza colpevole.
Senza contare che non ci si può permettere il
lusso di tanta leggerezza anche solo di fronte al minimo dubbio di confondere
il sacro col profano.
Sbagliato, ci si dirà, poiché iniziative
come queste si svolgono all'insegna della solidarietà, della beneficenza,
della gratuità, e finiscono, quindi, con lo svolgere una funzione
educativa.
Può darsi. Ma davvero sono solo queste le
motivazioni o c'è dell'altro, e dell'altro sempre più equivoco
?
Quest'anno si svolgerà anche la terza
Champion
Clerum, un campionato europeo di calcio a cui partecipano chierici
di diverse nazioni. Ci sarà anche l'ottava Festa sulla Neve
che, sempre sotto l'égida del CSI (Centro Sportivo Italiano), vedrà
in gara solo preti sciatori, concorrenti sotto lo slogan “Dio s(c)ia
con voi”.
Non siamo noi i blasfemi, ma sempre loro, i nuovi preti.
E non siamo informati sulle altre iniziative.
Ci chiediamo: quanta voglia di protagonismo muove questi
preti da anni diseducati a farsi piccoli per entrare nel “Regno dei Cieli”
?
Non è una domanda provocatoria. Perché
è risaputo che i preti hanno sempre giuocato al pallone, ci mancherebbe
altro, non vengono mica dalla luna, ma hanno sempre evitato di assumere
un comportamento che li vedesse confusi con “chiunque altro”.
Nei seminari è sempre esistita la sana
ricreazione, ma non s'era mai visto che questa diventasse una gara pubblica
con tanto di organizzazione sportiva statale e “sponsor” di prammatica.
Così
facendo, invece, la Pontificia Gregoriana diventa una qualunque Pro Loco.
È lecito o no chiedersi se in questa moderna Università
del Papa si insegni ancora a fare il prete ?
Non bisogna dimenticare che la quarantennale esperienza
del post Concilio ha dimostrato che scendere nell'agone del mondo usando
gli stessi comportamenti mondani non si è tradotto nella maggiore
incidenza della predicazione cristiana, nella maggiore cristianizzazione
dell'uomo della strada, ma piuttosto nella mondanizzazione dell'uomo di
Chiesa e nella accresciuta scristianizzazione della società.
E se non si vuole usare la categoria della mala fede,
si dovrà riconoscere che, quanto meno, vi è stata leggerezza
e incomprensione.
Il Cardinale Tettamanzi e alcuni preti della
Selecao internazionale sacerdoti calcio
Si tratta di un gruppo calcistico che usa il
seguente motto:
“11 sacerdoti che giocano da… Dio” |
L'attuale compiacenza dei prelati, denota una forte mancanza
di senso della misura e di prudenza pastorale, per non dire altro.
Sembra che abbia vinto il convincimento che la Fede debba
essere reclamizzata al pari di qualsiasi altro prodotto di consumo.
Più se ne parla, comunque se ne parli, più
è bene.
Più ci si mostra, comunque ci si mostri, più
si è efficaci.
Più si è presenti, in qualunque àmbito,
più si è coinvolgenti.
Ma in realtà:
Più se ne parla, comunque, e più si banalizza.
Più ci si mostra, ordinariamente, e più
ci si confonde nel tutto.
Più si è presenti, ad ogni costo, più
si rimane coinvolti.
E i santi… allora ? …
Infatti ! …
Loro erano “santi”… loro ! |
Guai, poi, a valutare queste cose attraverso la considerazione
di fattori teorici. Non è la scienza delle comunicazioni, né
la sociologia, né la psicologia, che possono fare testo in campo
religioso. Ciò che fa testo è la percezione razionale dei
fedeli, quella percezione che può condurre il fedele ad avvicinarsi
o ad allontanarsi dalla pratica della Fede.
Cosa di edificante potrà mai ricavare, il fedele,
da scene come queste ?
Sono immagini di un torneo svoltosi a Cantù (CO)
a novembre 2006.
Tra le squadre partecipanti:
la “Internazionale Modelle Calcio” (nelle
foto) e la “Smemoranda Comnmedians” (comici di Zelig).
Non ci permettiamo di esprimere giudizi, ma non si potrà
certo negare che si tratta di due categorie dedite all'effimero e, a volte,
alla blasfemia.
O si vorrebbe sostenere che hanno comunque attinenza
con la pratica della Fede ! ?
Anche in questo caso, si è trattato di beneficenza,
ma questo giustifica forse qualunque cosa ? |
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Queste altre immagini si riferiscono ad un altro torneo
di beneficenza, svoltosi a Senago (MI) a giugno del 2005, organizzato dall'
Oratorio
San Luigi e Santa Caterina di Senago in collaborazione con la Consulta
dello Sport del Comune di Senago, con la partecipazione della Nazionale
Italiana Preti, Nazionale Modelle (nelle foto), Nazionale
VIP e Sportivi Senaghesi
Non si tratta si essere dei bacchettoni, come usano dire
oggi i “cattolici adulti”, si tratta solo di capire se i preti moderni
siano davvero convinti della enorme valenza edificante delle donne seminude
al fine della maggiore pratica della Fede.
Foto ricordo
Si fraternizza
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Pausa con rinfresco del prete
Si sorellizza
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Non v'è alcun dubbio che questi poveri preti non
fanno niente di male a star vicini a queste povere ragazze dello spettacolo,
ma è proprio per questo che occorre reagire: per il fatto che ormai
promiscuità gratuite come queste lasciano indifferenti. Perché
delle due l'una: o questi preti non sanno più che cosa sia il pudore
e l'educazione o si sottopongono volontariamente alla provocazione sensuale
come se facesse parte della loro missione pastorale e della loro vocazione
sacerdotale.
È in questo clima di totale rilassamento e di colpevole
indifferenza che si è pensato bene di dar vita, finalmente, alla
Clericus
Cup.
Se ne sentiva davvero il bisogno !
C'è chi sostiene che la Chiesa non può farsi
indietro rispetto alle esigenze che sorgono “spontanee” dalla vita ordinaria
della società. Come se la Chiesa fosse una qualsiasi Pro Loco
e non esistesse solo Pro Deo e Pro Saluti Animarum
!
La verità è che non si ha più
voglia di vivere con un minimo di dignità, con il minimo rispetto
di sé stessi e del proprio stato, con il minimo di coerenza perfino
con le proprie libere scelte.
Non ne hanno più voglia i fedeli, non ne hanno
più voglia i preti, non ne hanno più voglia i religiosi,
non ne hanno più voglia le religiose.
Quanto dovremo aspettare per avere legittimamente la
Monacha
Cup con le religiose in mutandine per i tornei di beneficenza ?
Oh! Che le suore non hanno diritto al loro sano svago
?
O si vorrebbe fare della anacronistica discriminazione
sessuale !?

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IMUV
febbraio 2007
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