L'omosessualizzazione della società
La diffusione del vizio e della corruttela
per
la metodica demolizione
delle poche vestigia della società cristiana
ancora rimaste in piedi.
GMG 2005 Colonia: ecco anche gli omosessuali
Merita una riflessione la progressiva penetrazione di
nuovi stili di vita nella società odierna: stili che, al di là
della specifica valutazione morale, vanno sempre maggiormente influenzando
la vita sociale, modificandone redicalmente le abitudini ed i costumi.
Il più evidente elemento di novità è
dato dalla diffusione di un modello che fino a qualche anno fa era ancora
considerato appannaggio di una minoranza: una forma comportamentale omosessualizzata,
diffusa soprattutto nei più giovani, specialmente nei maschi tra
i 16 ed i 25 anni.
È da precisare che essa non implica necessariamente
l’effettiva omosessualità di chi la pratica, anche se è indubbio
che il semplice fatto di assumere come proprio un modello omosessuale può
influire in modo determinante nelle scelte e negli orientamenti sessuali,
tanto determinanti nella fase adolescenziale e postadolescenziale.
Il termine adottato dai media per designare questo fenomeno
è metrosexual. Prima di analizzare le cause prossime
e remote di questo fenomeno, consideriamone gli elementi determinanti.
Il giovane metrosexual è colui che
adegua il proprio stile di vita ad una serie di modelli provenienti dall’esterno
? precipuamente dettati dalla moda, dalla televisione e dal mondo dello
spettacolo ? che rappresentano un uomo efebico, privato dei tratti distintivi
della tradizionale virilitas.
Un giovane imberbe, dal fisico asciutto e rigorosamente
depilato, in cui la muscolatura viene appena delineata in palestra (con
tenuta sportiva e borsone firmato annessi).
Un giovane che indossa capi d’abbigliamento ricercati,
normalmente molto costosi e rigorosamente griffati; e non ci si lasci ingannare
dall’aspetto trasandato di alcuni: anche i jeans più sdruciti e
le magliette hip-hop hanno oggi un fiorente mercato di marca e non sono
meno costosi di altri. |
GMG 2005 Colonia: giovane patercipante
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Questo dandy rivisitato utilizza abitualmente
creme, cosmetici e profumi di vario genere; mantiene la pelle idratata
con creme per il corpo, per il viso e per il contorno occhi, la pulisce
con lo scrub e con il latte detergente; ricorre all’estetista per definire
i contorni delle sopracciglia e per sottoporsi a sedute di epilazione permanente;
dedica molto tempo al taglio dei capelli: li tinge, li stira, li modella
con il gel. Frequenta abitualmente il solarium, per avere una carnagione
abbronzata. Segue una dieta alimentare sana e controlla le calorie che
assume quotidianamente. Si aggiorna sulle proposte della moda acquistando
Vogue
Uomo ed altre riviste di moda, ed è abbonato anche a Men’s
Health.
Fin dal liceo pretende dai genitori borse a tracolla
di Gucci, cinture di Louis Vuitton, scarpe di Prada, orologi di Breil,
anelli, orecchini e collane di Morellato, calze di Gallo, golfini in cachemire
di Ballantyne, jeans di Richmond, giacche di Frankie Morello, intimo di
D&G o di Calvin Klein, occhiali di Bikkembergs.
E poi il videotelefonino con annessa ricarica, la carta
di credito o il bancomat per lo shopping del sabato, il motorino e appena
maggiorenne l’auto, le vacanze con gli amici, le uscite il mercoledì,
il venerdì, il sabato sera, il cinema, l’aperitivo, l’happy hour,
la pizza, le sigarette, la discoteca. E talvolta anche la canna, la cocaina,
la chicca di ecstasy, il chrystal. E non dimentichiamo
il computer portatile connesso ad internet, la webcam, la stampante, la
fotocamera digitale, l’iPod, la playstation. E il piercing al sopracciglio
e il tatuaggio all’inguine.
Come si sarà capito, stiamo parlando di un ragazzo
che in altri tempi si sarebbe definito un debosciato, ripiegato su se stesso
e preso dal culto di sé. Un narciso senz’anima, viziato dai genitori
sin dall’infanzia ed abituato a pretendere il meglio da ogni cosa.
Sia chiaro: nel 90% dei casi questo giovane “ha la
ragazza”, con cui esce più o meno saltuariamente, e che lo asseconda
senza fiatare in tutti i suoi capricci. Ma mentre sino a qualche anno fa
un maschio della sua età avrebbe pensato all’amore e al sesso ?
com’è inevitabile quando si hanno diciott’anni ? oggi invece l’efebo
ha perso quasi completamente ogni slancio emotivo e sentimentale, ed anche
nel rapporto con la sessualità cerca anzitutto la soddisfazione
del proprio piacere, riducendo ogni attività complessa all’indispensabile
e vivendola anzitutto come una trasgressione solipsistica: non c’è
più passione, non c’è più virilità nemmeno
nel peccato. La poveretta che lo accompagna come una balia si limita ?
absit
injuria verbis ? a sopperire alla sua indolenza, mentre il suo
ragazzo se ne sta sdraiato in poltrona e guarda passivamente
Amici
vagando altrove con la mente. |
GMG 2005 Colonia: giovane partecipante
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Spiace scendere in dettagli, ma ritengo che sia necessario
capire che l’omosessualizzazione della società sta creando dei piccoli
mostri di egoismo, esseri senza volontà, castrati in tutti i loro
istinti, anche nei più bassi ed animaleschi, che pure un tempo la
morale teneva sotto controllo, senza tuttavia travisarne la bontà
naturale.
Sotto il profilo morale, il metrosexual
non riconosce alcuna legge trascendente, se non quella della convenienza
del momento: per questo potrà essere indifferentemente eterosessuale,
omosessuale o ? ancor più ipocritamente ? bisex. Tanto è
di moda.
Sotto il profilo religioso, egli si definisce
ateo, non credente, o alla migliore delle ipotesi vagamente ispirato ad
una religiosità indefinita; spiritualista, new age, buddista, magari
addirittura cristiano: “Ma non credo nella Chiesa”, soggiunge subito, quasi
a prender le distanze dall’orrida tiranna. Anche se al collo porta un Rosario
di Dolce & Gabbana, perché lo dice la moda. Ed in questo il
nostro dandy avrà trovato un aiuto consistente nell’altrettanto
innegabile mancanza di virilitas del clero che infesta le
nostre chiese, tanto indulgente con la gioventù più viziosa,
quanto insofferente verso i sani ragazzi di destra, per i quali l’educazione,
la disciplina e l’onore non sono parole da censurare in nome del “farsi
altro” tanto caro ai modernisti.
Politicamente va per la maggiore collocarsi a sinistra,
ma c’è chi per censo o per l’educazione ricevuta osa anche schierarsi
dalla parte opposta, ovviamente sempre senza alcun impegno concreto e senza
riconoscersi in alcuna ideologia definita, non si sa mai che debba poi
muovere un dito per qualcosa in cui crede. Culturalmente il maschio
omosessualizzato conferma una totale e sesquipedale ignoranza a tutti i
livelli, consolidata dalla scuola pubblica e rassicurato dalla promozione
garantita e dalla promessa di un lavoro non impegnativo, non faticoso e
soprattutto ben remunerato. Salvo poi mendicare un sussidio e chiedere
i soldi ai genitori, rimanendo a vivere con loro sino ai 35 anni.
GMG 2005 Colonia: giovane partecipante
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Nella sfera affettiva il metrosexual
ammette relazioni ? anzi: frequentazioni ? basate su una semplice condivisione
utilitarsitica di spazio e tempo: potrà essere un’infelice talmente
diperata da adattarsi ad uscire con uno che ne sa di più di lei
in fatto di inestetismi della pelle, oppure una maschiaccia col pierging
sulla lingua che se lo spupazza a proprio piacimento, o ancora un “amico”
da presentare ai genitori progressisti. In ogni caso, niente matrimonio,
nemmeno in prospettiva. Il massimo che gli si può chiedere è
la convivenza, specialmente se è l’altra ? o l’altro
? che paga l’affitto. Può essere anche che vi siano due relazioni
contestuali, e non è escluso nemmeno che i “compagni” siano al corrente
della cosa: “Tanto meglio ? pensano ? così non me lo devo sopportare
solo io e ho più tempo per me”. |
Amore ovviamente è una parola tanto
abusata quanto vuota di significato: designa più spesso la copula
che il sentimento che la dovrebbe precedere. Di solito ci si lascia con
un sms. Detto per inciso, verrebbe da chiedersi perchè, in un mondo
che non conosce più relazioni stabili, gli unici a voler convolare
a nozze siano coloro dai quali nessuno si aspetta amore eterno.
Il metrosexual è assurto a modello
unico ed incontrastato per i ragazzi di oggi, e chi non vi si adegua viene
ritenuto uno sfigato. Rarissimi sono i genitori che si rifiutano di scendere
a compromessi con questo paradigma, ed anche nelle famiglie cattoliche
tradizionali è molto difficile far capire ai figli che quei jeans
a vita bassa fino a scoprire il sedere non sono decenti, che quel taglio
di capelli è roba da gay, che a diciassette anni non è serio
avere una borsa a tracolla di Gucci. Ecco quindi che le eccezioni confermano
comunque una tendenza diffusa e consolidata a tal punto da non rappresentare
più una stravaganza di pochi: basta fare un giro in centro per accorgersene.
Nei pomeriggi che il ragazzo passa davanti alla televisione
gli vengono propinati degli esempi perfettamente coerenti con questo stile
di vita: ad Amici, schiere di effeminati tronisti che fingono
di farsi corteggiare da ragazze tanto sciocche da credere ancora di avere
a che fare con dei maschi;
a Saranno famosi ragazzini pieni di fatue
velleità passano il tempo a solidarizzare tra loro, abbracciarsi,
piangnucolare, darsi bacini, tenendosi ben lontani dalle ragazze, segregate
altrove; in tutti i programmi di intrattenimento non manca mai un
Cecchi Paone, un Vladimir Luxuria, un Aldo Busi pronti a pontificare sulla
libertà sessuale, sempre dando contro alla Chiesa romana; nei
telefilm è di prassi qualche episodio con piccoli gay più
o meno accettati e compresi — loro sì — da bravi genitori separati,
divorziati e risposati; le pubblicità di moda fanno l’apologia
dei gigolò ed anche un dopobarba diventa l’occasione per ammiccare
a reconditi desideri sessuali; su Club giovanissime ragazze
volgari si offrono come improvvisate prostitute, rispondendo a |
GMG 2005 Colonia: un momento di sana ricreazione
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domande che girano solo intorno al sesso e danno per scontato
che già a tredici anni si debba perdere la verginità, mentre
bulletti di periferia spacciano la propria aggressività per machismo;
il matrimonio è sempre deriso e se ne dimostra ad arte la
scomparsa;
l’infedeltà è norma di qualsiasi programma;
il sesso è mostrato nei suoi risvolti più squallidi
e più crudi, separandolo ad arte da qualsiasi implicazione sentimentale,
a meno che questa non sia utile per giustificare l’adulterio, la convivenza
o l’omosessualità; personaggi di bassissimo profilo morale vengono
presentati come referenti per chi aspira a fare il modello o l’attore,
e Lele Mora fà bella mostra di sé, sdraiato come un sultano
assieme a Costantino, Daniele e soci in pose ammiccanti; Maria De Filippi
è la musa di giovani che credono di far carriera in televisione;
il Grande Fratello è ormai meta ambita da migliaia
di inetti che credono di diventare ricchi e famosi in breve tempo.
GMG 2005 Colonia: gesti di devozione ?
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Se poi si dà un’occhiata ad una rivista di
moda, c’è da rimanere sconcertati: anche senza leggere gli articoli
? quasi sempre incentrati sul sesso o sul culto di sé ? le sole
pubblicità basterebbero a suscitare scandalo in una persona normale:
la mascolinità è confinata ai periodici per sessantenni nostalgici,
mentre su Vogue Uomo va di moda il metrosexual
debosciato, il prostituto di lusso, il tipo apollino e diafano.
E si noterà anche che il vecchio modello “tradizionale”
della pubblicità con lui che abbraccia lei o viceversa è
ormai stato sostituito dal trio: due maschi ? chiamiamoli così ?
mollemente abbandonati ai lati di una virago, in cui non si capisce se
la poveretta sia di troppo, o se piuttosto la sua aggressività non
funga espressamente da deterrente per i due efebi a torso nudo. |
Il politically correct ha infestato ovviamente
anche la vita ordinaria della società, per cui si passa per retrogradi
o per integralisti se si disapprovano pubblicamente certi costumi. E con
il relativismo morale dilangante c’è poco da sperare nel futuro:
poiché dove tutto è sottomesso all’arbitrio del singolo,
dove manca un riferimento immutabile e trascendente, nulla si salva.
Qualche decennio fa si discuteva di divorzio, poi di
aborto. Le chiamavano conquiste sociali.
Oggi si discute di dico e di pacs.
Domani, quando tutto ciò sarà assimilato,
si parlerà di matrimoni di più persone: due maschi e una
femmina, quattro maschi, cinque femmine.
E poi arriveremo ai bambini: chi dice che non
hanno diritto alla sessualità? Perché censurare ancora la
pedofilia, o l’incesto? E le bestie? Non vorremmo forse discriminare chi
si sente naturalmente attratto verso il proprio cavallo, vero? Aspettiamo
fiduciosi una prossima campagna pubblicitaria ad hoc e una nuova serie
televisiva.
Chi c’è dietro a tutto questo?
Le case di moda, si dirà.
Le multinazionali delle creme e dei profumi, dei cellulari
e dei videogiochi.
Il mondo dello spettacolo, che si nutre di giovani vite
e le immola per qualche attimo sullo schermo.
L’economia moderna, coi suoi beni di lusso, le sue vacanze,
le società finanziarie, le auto. Certo, tutto questo contribuisce
allo sradicamento della società tradizionale.
Mi permetto di dire che ci si potrebbero aggiungere
anche moltissime ragazze e donne, colpevoli in questo sfacelo di assecondare
la fatuità dei loro uomini per sentirsi più libere e poter
a loro volta coltivare quell’egoismo perverso che già nel femminismo
e nel Sessantotto aveva dato una spallata alla famiglia ed alla figura
femminile: sfigurate, sfiorite, abbruttite, virilizzate ? loro sì
? al punto da far dimenticare le virtù e le qualità che le
rendevano adorabili all’uomo. Complici di un processo di libertinaggio,
in cui anche una coppia di fidanzati si guarda attorno per cercare altro,
per non assumersi le proprie responsabilità, per non dover rendere
conto a nessuno, in nome di una maledetta quanto fraintesa libertà.
Ma dietro tutto, in fondo, c’è sempre e
solo lui, il Nemico. Satana e i suoi satelliti, primi fra tutti i massoni,
che sanno bene quanto sia indispensabile agire sui giovani per demolire
le poche vestigia della società cristiana ancora rimaste in piedi.
Dannare le anime: è l’unico scopo che si prefigge
da sempre il Maligno. E distruggere la Chiesa Cattolica, posta da Dio
proprio per salvare quelle anime, specialmente le più innocenti.
Sono ben noti i piani della Massoneria nella dissoluzione
della morale, nella diffusione del libertinaggio, del pansessualismo, della
pornografia, e basta guardarsi attorno per capire sino a che punto si sia
giunti, nel totale disprezzo ? o forse disinteresse ? della legge naturale
e di quella di Dio.
Ricordiamoci bene che tutto questo serve non solo a condannare
all’Inferno quanti cedono alle sue lusinghe, ma anche a distruggere ? con
disegno lungimirante ? ogni prospettiva futura per la società.
Il ragazzo di oggi sarà uomo domani:
ecco perché egli viene educato e cresciuto nel culto di sé,
nell’egoismo, nell’orgoglio più luciferino.
È vero che il peccato è sempre stato
una piaga dell’umanità, ma è anche vero che mai come in questo
periodo si è giunti a rendere peccaminoso ogni aspetto della vita
umana, privandolo del minimo raggio di bene.
Il Nemico è riuscito a togliere quel poco di
virtuoso ? per così dire ? che c’era anche nel peccato: i peccatori
di un tempo avevano almeno la spina dorsale.
In altri tempi chi cedeva alla carne lo faceva
comunque con trasporto, con virilità, con il desiderio di assaporare
un frutto che si sapeva illecito; oggi chi viola il Sesto Comandamento
non cerca più nulla se non il gusto del peccato, senza passione,
senza desiderio.
Chi bestemmiava il nome di Dio lo faceva per collera,
per odio, per ira; oggi si bestemmia per il semplice gusto di mostrarsi
moderni o come vuoto intercalare.
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GMG 2005 Colonia: che marchio è ?
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Chi non andava a Messa la domenica, lo faceva perchè
era socialista o mangiapreti, e almeno credeva e lottava per un ideale,
ancorché sbagliato; oggi non si va in chiesa solo perché
si rientra tardi il sabato o perché si passa il weekend all’estero
con un volo last minute.
Sapere che questa massa di invertebrati con le sopracciglia
spinzettate e la cintura di Gucci domani governerà una Nazione,
ne determinerà le sorti economiche e politiche, è la migliore
garanzia per chi ci vuole portare alla rovina.
Giovani ripiegati su se stessi, intenti
ad aggiustarsi la vita bassa e a rimirarsi nello specchio, non sapranno
mai imbracciare un’arma, non solleveranno mai la testa, non si ribelleranno
mai a nessun tiranno, a meno che non li privi del loro cellulare.
Maschi svirilizzati dalla moda, dal fumo e dalle
droghe sono certamente meno prolifici e determinati a costruire una solida
famiglia in cui educare i figli della prossima generazione. Personaggi
virtuali di internet, che trascorrono il proprio tempo chattando davanti
al computer o ad assorbire passivamente tutto ciò che viene loro
propinato in televisione, sono esseri incapaci di calarsi nella realtà,
presi come sono da un mondo irreale nel quale spesso confinano anche i
propri vizi.
Ignoranti e privi di qualsiasi raziocinio, non
vogliono e non possono capire ciò che accade nel mondo e nella loro
Patria, lasciando ad altri per indolenza il potere di scegliere al loro
posto.
Abbeverati alla scuola irenista di Giovanni Paolo
II e dei suoi ecumenici Prelati, si sono sentiti dire sin dall’infanzia
che tutte le religioni van bene, basta essere pacifisti e solidarizzare
con tutti.
Per chi impugneranno la spada, costoro, quando verrà
l’Anticristo?
(PS)
marzo 2007
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