Un gruppo di giovanissimi
fa per la prima volta l'esperienza 
della Santa Messa Tradizionale

Il commosso racconto del loro catechista

Pubblichiamo volentieri la lettera inviataci da 
un amico che fa il catechista in una parrocchia del Veneto

Una Santa Messa Tradizionale celebrata a Dusseldorf nel 2005
nel corso della Giornata Mondiale della Gioventù



Carissimi fratelli,

[… ]
Vorrei dare anch'io il mio contributo riguardo al possibile ritorno della Santa Messa Tridentina. 
Leggo con interesse la lettera inviatavi dalla gentile signora che opera come catechista da 9 anni, e a riguardo posso portare un'esperienza recentissima fatta con i miei ragazzi.

Premetto che purtroppo noi che cerchiamo di educare i ragazzi alla fede nella Santa Chiesa Cattolica troviamo enormi difficoltà nella nostra opera di apostolato. 
Tali difficoltà sono, a mio modesto parere, da ricercarsi nella mutazione profonda del tessuto sociale, nella secolarizzazione, nei mass media, nella famiglia e non ultimo in quella che io mi permetto di definire una vera e propria "vacatio" dei sacerdoti. 

Nonostante questo io confido che la Provvidenza alla fine vincerà.

Qualche tempo addietro, i ragazzi hanno espresso alcune considerazioni riguardanti la Santa Messa che mi hanno sconcertato. 
È importante dire che i ragazzi che mi sono affidati hanno dai 16 anni in su, e sono tutti battezzati e cresimati. 
Alla domanda che io posi su chi fosse il protagonista nella Liturgia, unanimi, questi ragazzi hanno risposto: “il prete”.

I problemi che ne sono seguiti sembravano insormontabili: infatti alcuni sostenevano che se il prete era "indigesto" loro non avrebbero neppure fatto la Comunione né la Confessione!
Quindi, la Liturgia per loro era valida solo se celebrata da un sacerdote simpatico, in gamba ecc. 
Inoltre emerse chiaramente che nessuno di loro sapeva cosa avvenisse nella Liturgia. 
Infatti alla domanda su quale fosse la parte più importante della Liturgia la risposta fu assolutamente coerente con la loro visione "pretecentrica": l'omelia (o forse dovrei dire sermone come dicono i nostri fratelli eretici protestanti, visto che il quadro emerso in quella circostanza era assolutamente da protestanti). 
Il problema che mi si poneva di fronte, potete capire, non era di poco conto. 
Come posso io riuscire dove numerosi anni di Catechismo hanno palesemente fallito? 
Fu la domanda che mi posi. 
Decisi quindi immediatamente di portare i ragazzi alla celebrazione della Santa Messa Tridentina con il rito antico a Venezia.
Quando andammo, ammetto che i ragazzi erano diffidenti, ma ecco alcune importanti cose che ho notato. 
  • Durante la celebrazione erano tutti in assoluto silenzio e con gli occhi puntati all'Altare (cosa questa già pressochè miracolosa). 
  • Si comunicò il doppio dei ragazzi rispetto al solito, e alla fine della celebrazione molti di loro vollero il libretto della Santa Messa per LEGGERLO A CASA!
Dopo la celebrazione le affermazioni furono sconcertanti e numerosissime. 
Ne elencherò solo alcune per brevità. 
  • Unanimi sostenevano che in quella Messa al centro stava Dio, e non il prete, perché tutto tendeva al tabernacolo. 
  • Dissero che avevano sentito una loro particolare partecipazione spirituale individuale, perché non dovendo ripetere a pappagallo frasi che non capiscono, hanno potuto pregare meglio. 
  • Dissero che la mezz'ora in più di durata non era pesata affatto, perchè avevano trovato tale celebrazione bellissima. 
  • Uno di loro propose addirittura di tornare tutte le Domeniche.
  • Il ruolo del prete risultando ridimensionato, non influiva più per loro nella validità del Sacramento.
Potrei stare ad elencare per ore i benefici che sono stati tratti, ma in questa sede posso solo dire che se mai venisse “legalizzata” l'antica Santa Messa io porterei i ragazzi che Dio mi ha affidato solo lì, perchè ritengo che la nuova Messa, nella sua falsa comprensibilità, tolga il mistero dell'Eterno dal cuore di un giovane.
Invece la Messa antica, nei suoi silenzi, permette di ascoltare la chiamata che Dio fa ad ognuno di noi, ecco perché anche se in latino tutti la possono capire.

(GG)



marzo 2007



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