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Nozze
omosessuali in Irlanda.
Il tramonto della Chiesa cattolica di Patrizia Fermani Ci voleva un evento politico come quello del voto irlandese sull’ultima follia dell’Occidente, per segnare anche la resa ufficiale della Chiesa cattolica al mondo, e per mostrare a tutti la realtà di una fine annunciata. La fine preparata negli anni da un lavorio costante di erosione, che soltanto quanti non hanno voluto sentire e non hanno voluto vedere sono riusciti ad ignorare. Le dichiarazioni dei vescovi irlandesi non sono le uscite stravaganti di qualche vecchio marpione diventato prima prete e poi vescovo per caso. Sono l’atto liberatorio di una falsa chiesa che finalmente ha gettato via gli abiti di scena e si presenta per quello che è. Una chiesa che ha tradito il proprio compito, ha nascosto il messaggio cristiano dietro il fumo di parole vuote di un contenuto che non fosse quello richiesto dal mercato. Alle dichiarazioni in libertà omofila dei vescovi irlandesi non è seguito ovviamente il disconoscimento di Roma, l’anatema richiesto dalle scritture (vedi Avvenire). È seguito un grande silenzio rotto solo dalla voce impudente del sempre garrulo Galantino, venuto dalla fine d’Italia per rassicurare tutti sulla estinzione del cattolicesimo, così come un altro è venuto dalla fine del mondo per portarci con soddisfazione la stessa bella notizia. Anche se qualche parola di rammarico venisse ora, magari solo per ragioni di bon ton, in ogni caso sarebbe già inutile, perché la capacità del cosiddetto popolo di Dio di adattarsi e assuefarsi a tutto è sperimentata, e anche questa nuova ultima versione del vangelo immaginario sarà subito assorbita e spesa a sua volta come cattolica. Perché a null’altro ha impiegato le proprie energie la chiesa dell’amore in saldo, se non ad addormentare le coscienze. Il voto irlandese è un’altra tappa raggiunta dai demolitori della civiltà occidentale, venuti dall’America a fornire i propri modelli ad una moltitudine senza più cervello e senza capacità morale, senza ethos e senza memoria, senza aspirazione di continuità e senza responsabilità. Una moltitudine che ha già abdicato al dono della propria natura superiore e si accomoda nella nicchia subumana in cui la sta sistemando il potente conquistatore. E in mezzo a questa follia suicidiaria dell’Occidente, finanziata dal potente alleato con la stesso zelo distruttivo impiegato dai bombardieri della liberazione, l’evento che emerge ora con disarmante chiarezza è la volontà di autodissoluzione della Chiesa cattolica, dissimulata finora agli occhi dei più dietro gli stucchevoli paramenti dell’aggiornamento caritatevole ai tempi nuovi. Ed emerge quindi il tradimento di Cristo, cominciato tanti anni fa e continuato senza trovare ostacoli significativi, anzi incoraggiato dalla capacità di assuefazione e di rassegnazione del ”nuovo popolo di Dio”, trionfalmente uscito dal Concilio. La Chiesa ha combattuto le eresie e le ha vinte. Ma l’eresia della Chiesa sta a significare davanti a tutti che il grande inganno, come nelle commedie antiche, adesso è stato definitivamente svelato e ora si può solo chiudere il sipario su uno spettacolo che da mediocre è diventato indecente. La distruzione dei resti del patrimonio spirituale europeo va sinistramente di pari passo con quella materiale compiuta dall’Islam sulle ultime delle vestigia delle antiche civiltà mediorientali. Questa sincronia ha qualcosa di apocalittico che non dovrebbe ormai sfuggire a nessuno e dovrebbe piuttosto bastare per risvegliare l’orgoglio della ragione, se un grande sonno di morte non ci avvolgesse tutti. Ma ora chi ha continuato a dedicare la propria vita di sacerdote alla chiesa di Cristo, senza accorgersi fino in fondo che essa era già stata minata senza via di scampo, deve scegliere se continuare la strada con i demolitori, cioè con i traditori, o fermarsi e cominciare a ricostruire finalmente la casa di Dio. (torna
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maggio 2015 |