Lettera del Card. Giovanni Battista Re
a tutti i Cardinali

sulla posizione del Cardinale Zen

26 febbraio 2020

Pubblicata da La Nuova Bussola Quotidiana

Copia della lettera in formato pdf


Vaticano, 26 febbraio 2020

Prot. N. 1/2020

Agli Em.mi Signori Cardinali
Loro Sedi


Signor Cardinale,

Con riferimento ai vari interventi pubblici del Card. Joseph Zen Ze-kiun, S.D.B., e in particolare alla lettera del 27 settembre 2019, che il Vescovo emerito di Hong Kong ha inviato a noi membri del Collegio cardinalizio, sento il dovere di condividere alcune considerazioni e di offrire elementi che favoriscano una serena valutazione di questioni complesse riguardanti la Chiesa in Cina.

Desidero anzitutto far risaltare che, nell’approccio alla situazione della Chiesa cattolica in Cina, c’è una profonda sintonia di pensiero e di azione degli ultimi tre Pontefici, i quali – nel rispetto della verità – hanno favorito il dialogo tra le due Parti e non la contrapposizione. In particolare essi avevano in mente la delicata e importante questione della nomina dei Vescovi.

Così San Giovanni Paolo II, se da una parte favorì il ritorno alla piena comunione dei Vescovi consacrati illecitamente nel corso degli anni a partire dal 1958, e nel contempo fu suo desiderio sostenere la vita delle comunità “clandestine” che erano guidate da Vescovi e sacerdoti “non ufficiali”, dall’altra promosse l’idea di pervenire a un Accordo formale con le Autorità governative sulla nomina dei Vescovi. Tale Accordo, la cui stesura ha preso molto tempo, più di un ventennio, è stato firmato a Pechino il 22 settembre 2018.

Il Card. Zen varie volte ha affermato che sarebbe stato meglio nessun Accordo piuttosto che un “brutto Accordo”. I tre ultimi Pontefici non hanno condiviso tale posizione e hanno sostenuto e accompagnato la stesura dell’Accordo che, al momento attuale, è parso l’unico possibile.

In particolare, sorprende l’affermazione del Porporato che «l’accordo firmato è lo stesso che Papa Benedetto aveva, a suo tempo, rifiutato di firmare». Tale asserzione non corrisponde a verità. Dopo aver preso conoscenza di persona dei documenti presso l’Archivio Corrente della Segreteria di Stato, sono in grado di assicurare a Vostra Eminenza che Papa Benedetto XVI aveva approvato il progetto di Accordo sulla nomina dei Vescovi in Cina, che soltanto nel 2018 è stato possibile firmare.

L’Accordo prevede l’intervento dell’autorità del Papa nel processo di nomina dei Vescovi in Cina. Anche a partire da questo dato certo, l’espressione “Chiesa indipendente” non può più essere interpretata in maniera assoluta, come “separazione” dal Papa, così come avveniva in passato.

Purtroppo, c’è lentezza nel trarre in loco tutte le conseguenze che discendono da tale cambiamento epocale sia sul piano dottrinale che su quello pratico e permangono tensioni e situazioni dolorose. E’ impensabile, d’altra parte, che un Accordo parziale – l’Accordo tocca, infatti, solo il tema della nomina dei Vescovi – cambi le cose quasi in maniera automatica e immediata anche negli altri aspetti della vita della Chiesa.

Il Card. Zen, valutando gli “Orientamenti Pastorali della Santa Sede circa la registrazione civile del Clero in Cina” del 28 giugno 2019, scrive: «Si firma un testo contro la fede e si dichiara che l’intenzione è di favorire il bene della comunità, un’evangelizzazione più adeguata, la gestione responsabile dei beni della Chiesa. Questa norma generale è ovviamente contro ogni principio di moralità. Se accettata, giustificherebbe l’apostasia» (vedi “Dubia”). Gli “Orientamenti Pastorali”, al contrario, sono stati pensati proprio per salvaguardare la fede in situazioni talmente complicate e difficili da porre in crisi la coscienza personale.

Il Porporato, poi, nella sua lettera parla anche dell’«uccisione della Chiesa in Cina da parte di chi dovrebbe proteggerla e difenderla dai nemici» e, in particolare, in una intervista, si rivolge ai cattolici con queste parole: «attendete tempi migliori tornate alle catacombe, il comunismo non è eterno» (“New York Times”, 24 ottobre 1918). Si tratta, purtroppo, di affermazioni molto pesanti che contestano la stessa guida pastorale del Santo Padre anche nei confronti dei “cattolici clandestini”, nonostante il Papa non abbia mancato di ascoltare ripetute volte l’Em.mo Cardinale e di leggere le sue numerose missive.

Caro confratello, questo sofferto intervento del Card. Zen ci aiuta a comprendere quanto sia difficile il cammino della Chiesa in Cina e quanto complessa la missione dei Pastori e del Santo Padre! Siamo, pertanto, tutti chiamati a unirci strettamente a Lui e a pregare intensamente affinché lo Spirito Santo lo sostenga e sostenga le comunità della Chiesa cattolica in Cina, che pur nella sofferenza da lungo tempo mostrano la loro fedeltà al Signore, nel cammino della riconciliazione, dell’unità e della missione a servizio del Vangelo.

Augurando ogni bene, cordialmente saluto

[firmato: Aff.mo + GB. Card. Re]





febbraio 2020

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