Questa vecchia foto di Paolo VI dice
più cose di tanti discorsi
Speriamo che Benedetto XVI ponga fine alla pratica impropria instaurata
di
Giovanni Paolo II e ripristini l'uso intelligente e fortemente
simbolico della sedia
gestatoria, che non è un mezzo per far credere che un
uomo possa
essere
più grande di altri uomini, come si affretteranno a dire
coloro che sono
avvezzi ad ingannare il popolo, ma è semplicemente uno strumento
elementare per indicare che vi sono degli uomini che stanno più
in alto
di altri uomini, come sanno da sempre tutte le persone serie.
Questa decisione interromperebbe la cattiva abitudine di rincorrere le
critiche del mondo, buone solo per sminuire le cose della religione ed
esaltare le fisime mondane. Forse darebbe un colpo decisivo al
complesso di inferiorità che da anni attanaglia la Gerarchia,
come se fosse un male andar fieri di essere cattolici ed esprimere
visibilmente deferenza e rispetto per il Capo terreno dell'unica vera
religione.
Non siamo noi che possiamo dare dei consigli al Papa, ma ci sembra che
questa decisione si accompagnerebbe benissimo con i cambi voluti fino
ad ora da Benedetto XVI.
Il nuovo trono papale, il nuovo pastorale, la croce sull'altare
per la celebrazione, la Comunione in
bocca, non sono
indici di un ritorno all'indietro, ma segni tangibili dell'importanza
che i simboli hanno per l'edificazione dei fedeli alla maggior gloria
di Dio, il Creatore e Signore di tutte le cose create: nei cieli, in
terra e sottoterra, come dice San Paolo.
La tiara simbolicamente
posta sul capo
della statua di San Pietro nella Basilica
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La sedia gestatoria venne
usata fino a Giovanni Paolo I, ed era stata usata dallo stesso Paolo
VI, con tanto di flabelli e di baldacchino.
La fisima moderna di “stare a contatto col
popolo” indusse Giovanni Paolo II a non usarla più, salvo
inventarsi l'auto blindata dopo l'attentato.
Il fatto è che in questi quarant'anni hanno prevalso l'ideologia
e
la demagogia invece del buon senso e dell'uso rispettoso della figura
del “Papa”, come se il “Papa” fosse di proprietà di chi lo
impersonava.
Che il Papa sia davvero distante dalla folla è un fatto logico e
umano, legato alla funzione stessa di Vicario di Cristo e al rispetto
che ogni fedele nutre nei suoi confronti, in tutta conformità
con la distanza che c'era tra Gesù e la folla, come si legge nei
Vangeli.
D'altronde, se non vivessimo in un mondo falso e ipocrita, salterebbe
subito all'occhio che una cosa è far finta di essere vicino al
Papa, magari stringendogli la mano per strada tra transenne e guardie
del corpo, altra cosa è provare a parlare col Papa se uno ne
sentisse il bisogno. Il buon senso suggerisce che è praticamente
impossibile pensare
di poter trattare col Papa come fosse un amico al bar e trova del tutto
normale che il Papa sia difficilmente raggiungibile. Questo buonsenso
era del tutto evidente con la sedia
gestatoria: non v'erano
infingimenti, ipocrisie e false apparenze. Tutti potevano vedere il
Papa bene in evidenza e tutti si compiacevano di questa elementare
distanza che lo rendeva molto più accessibile alla vista di
quanto accada oggi.
Questo richiamo di San Paolo, tra l'altro, è simboleggiato dalla
tiara, così
demagogicamente e
maldestramente riposta da Paolo VI, sempre per compiacere il mondo.
L'uso dei simboli ha un carattere universale e la Chiesa è stata
maestra in questi
due millenni. Solo ultimamente gli uomini di Chiesa sembra abbiano
dimenticato che l'identità religiosa si afferma e si mantiene
anche con
elementi tangibili che toccano la sensibilità e l'intelligenza
dei fedeli e che trasmettono al mondo il giusto messaggio cognitivo
circa i significati, i ruoli e le gerarchie.
Auspichiamo che il Santo Padre Benedetto XVI ripristini i simboli
del Papato cattolico, compresa la tiara.
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