CHIESE  POSTCONCILIARI

 

CHIESA DEL BEATO FRA' CLAUDIO GRANZOTTO

a Chiampo (VI)



Questa chiesa moderna è stata iniziata nel 2001 per completare, modernamente, il complesso delle opere del Fra' Claudio che, nel 1935, aveva fortemente voluto una riproduzione della grotta di Lourdes.
Invero un coronamento che nulla ha a che vedere con lo spirito di Lourdes.
Qui è stata adottata la forma della conchiglia, che sicuramente ricorda il simbolo del pellegrinaggio più importante della Cristianità in Europa: il Cammino di Santiago, ma che non c'entra un bel niente con l'architettura del Tempio cristiano.
Un questo caso l'architetto è perfino un francescano, a riprova che modernamente prevale molto spesso “l'architetto” (moderno) sul “francescano”.
È il triste motivo ricorrente del profano che prevale sul sacro,
del laico sul religioso, del mondo sulla Chiesa, dell'umano sul divino.



L'impressione di ampiezza della precedente vista dall'alto viene annullata da questa immagine dell'ingresso della chiesa:
alquanto miserevole, in verità, anche perché un'altro piano della chiesa è sottoterra,
dove trovano posto la cripta con annesse sale e cappelle.
Il piano in vista comprende una gigantesca “aula liturgica”: cioè la ormai “obsoleta navata” che è stata sostituita da un locale per le “assemblee”,
del tutto simile alle aule per congressi che ospitano i moderni rituali laici.
In questo caso il tutto richiama di più uno dei tanti “palazzetti dello sport”,
dove ci si raduna per veder giuocare e per schiamazzare.
Basta dare un'occhiata all'interno



Vero è che tutto converge verso l'altare, ma dov'è la “navata”?
Dov'è la via che conduce dal mondo esterno al “cuore” della chiesa:
allo spazio sacro (separato) che è un riflesso del cielo sulla terra?
E ancora una volta l'impressione che si ricava è quella di un luogo per gli spettacoli, un posto dove ciò che rimane del presbiterio è in definitiva un palcoscenico.
Si fa peccato a pensare che forse è proprio questo che ha mosso l'ispirazione dell'architetto francescano? Dopo anni di pratica con la liturgia moderna, dove il celebrante si trova al centro dell'attenzione, esattamente come un attore sul palcoscenico?




Basta guardare da più vicino questa scenografia da teatro e subito ci si accorge,
perfino dalle sedie scelte, che lo spettacolo “va ad incominciare!”
Tutta roba da uomini, tra uomini, per uomini.
Prova ne sia che il “Padrone di casa”, come ormai solito, è posto in un cantuccio:
a parte, da un lato, perfino alla destra del celebrante che ovviamente darà perfino
le spalle alla Croce posta in fondo a questo moderno presbiterio.
Sì, il tabernacolo è quello che si vede a sinistra, su quello sfondo rosso.


È questo il tabernacolo:
che visto da vicino rivela tutta la povertà di questa chiesa che dovrebbe essere uno dei
luoghi sacri dove si realizza, per volontà di Dio, quella
Presenza Reale di Cristo, nostro Signore e Salvatore nostro,
indispensabile per la salvezza delle anime dei fedeli.
Un angolo scarno, male assortito, arredato in maniera orribile e privo
della lampada perennemente accesa, qui sostituita con un lumino di dubbia durata.



Incredibile!
Ma cosa si fa in quest'angolo di questa nuova chiesa,
che dovrebbe essere riservato al SS. Sacramento?
Caspita! Che domande?!
Si suona e si canta… manco a dirlo!

Con un anfiteatro vuoto e squallido a disposizione… dove si va a suonare e a cantare?
A casa del SS. Sacramento,
rigorosamente rivolti al popolo e con tanto di spalle al tabernacolo e al suo lumino!

Siamo noi i cattivi,
o
sono questi nuovi preti della nuova Chiesa che hanno perso la fede?






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