NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA
 
 

BENEDIZIONE  ECUMENICA

Amburgo, 1 maggio 2008


Quando nel 1955 il Papa Pio XII istituì la festa di San Giuseppe Artigiano, non supponeva minimamente che si potesse giungere ad abusi incredibili come quello che qui segnaliamo.
La festa venne istituita, com'è sempre stato d'uso nella Chiesa, per esorcizzare l'unilateralità della “festa dei lavoratori”, voluta ed imposta al mondo dalle forze sovversive che combattevano la Chiesa e la Religione.
Questa “festa dei lavoratori”, che si celebra ormai in tutto il mondo, ha una connotazione chiaramente laica e altrettanto chiaramente pagana e venne inventata, diffusa e adottata per imporre il concetto di identità tra ateo e senza Dio, da un lato, e “lavoratore” dall'altro. Come se essere lavoratore potesse e dovesse significare solo “senza Dio”.

Pio XII intervenne ricordando che il primo lavoratore per antonomasia è colui che “lavora” al servizio di Dio, per Dio, colui che trasforma il “lavoro”, il gravame, nato col peccato originale, in un'azione edificatoria per sé e per gli altri, colui che santifica il lavoro.
Il prototipo del lavoratore silenzioso e sottomesso alla volontà di Dio è il padre putativo di Nostro Signore: San Giuseppe, che la Chiesa festeggia il il 19 marzo, ma che Pio XII volle si festeggiasse anche il 1 maggio col titolo di “artigiano”. Egli, con la sua opera di artigiano, sostenne silenziosamente e dignitosamente la vita della Vergine Maria e la crescita di Gesù, perché si adempisse la volontà di Dio e il Bambino crescesse per poter portare a termine la sua missione salvifica.

La festa del 1 maggio, quindi, dovrebbe essere, per un cattolico, una festa per l'esaltazione dell'opera silenziosa che ogni fedele compie per adempiere alla volontà di Dio.

Il 1 maggio del 2008, ad Amburgo, Mons. Werner Thissen, Arcivescovo di Amburgo,
ha partecipato ad una cerimonia commemorativa della
festa laico-pagana del 1 maggio,
insieme al Deutsche Gewerkschaftsbund (DGB), il sindacato tedesco,
e alla “vescova” luterana Maria Jepsen.


Mons. Thissen nel corso del suo comizio
Si vedono le bandiere (da sinistra a destra) del DGB, dell'Arcivescovado di Amburgo e della setta luterana.
Un accostamento davvero istruttivo, per il quale si accetta che le tre “organizzazioni” si collocano su un piano di parità
Nostro Signore messo alla pari con “lor signori”
Prima ancora che una blasfemia è una solenne imbecillità, che solo uomini rimbecilliti possono avallare e accettare come cosa normale.
Non parliamo degli uomini di Chiesa!
Se non fosse che anche qui si tratta dei nuovi preti della nuova Chiesa.
Ai loro occhi tutto è possibile.

  

Ed eccoli i due epigoni di questo sconcertante incontro. Quasi si abbracciano!
(O forse è lui che abbraccia lei!?)
A sinistra, come di dovere, la signora Maria Jepsen, in arte “vescova” luterana, a destra monsignor Werner Thissen, Arcivescovo della Chiesa particolare di Amburgo.
Una coppia davvero incredibile, che si rivolge ai lavoratori presenti per annunciare loro la “buona novella” moderna: siamo tutti uguali, siamo tutti bravi, siamo  tutti buoni:
eretici, cattolici, senza Dio.
Amen!



Poteva mancare la ciliegina sulla torta?
Certo che no!
Stracciando duemila anni di vita della Chiesa, facendo a pezzi tutto l'insegnamento cattolico, fregandosene di ogni canone e di ogni prescrizione del Magistero cattolico,
questo nuovo vescovo della nuova Chiesa conciliare
unisce la sua mano “unta” col Sacro Crisma a quella di una laica eretica e impenitente,
per benedire la gente col Segno della Croce.
Non si condanna più il peccato, non si ammonisce più il peccatore, si si accetta e si condivide il primo e si inganna il secondo.
Che razza di benedizione sarà scesa su quelle povere persone ignare e sulle loro famiglie?

Poi, dice, nel mondo odierno le disgrazie vanno sempre più moltiplicandosi!
Per forza! Con questi gesti diretti da Belzebù in persona!

COL PERMESSO DELLI SUPERIORI ?



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