NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA
 

IL CARDINALE BARBARIN PREGA ALLAH


Giovedì 21 febbraio 2013, il cardinale Philippe Xavier Ignace Barbarin, primate di Francia, si è recato nella moschea di Lione per partecipare alla preghiera pomeridiana nel corso della quale si è pregato per la liberazione della famiglia francese, di cui fanno parte 4 bambini, sequestrata nel nord del Camerun martedì.

Il sito della diocesi non ne ha dato notizia, la Grande Moschea di Lione ha rilasciato un comunicato nel quale si legge:
«Il cardinale Barbarin, primate delle Gallie, giovedì 21 febbraio 2013 si è recato alla Grande Moschea di Lione, al momento della preghiera pomeridiana (Asr) per pregare insieme alla comunità musulmana per la liberazione dei sette ostaggi francesi, di cui quattro bambini, originari del dipartimento del Rhône. Alla presenza di numerose persone, è stata organizzata una cerimonia di raccoglimento e di preghiera. Dopo la salmodia del Corano, il rettore della Moschea, Kamel Katbane, ha preso la parola per invitare la comunità ad elevare delle preghiere per una rapida liberazione dei nostri compatrioti ed esprimere la sua inquietudine per le incertezze che hanno segnato tutta la giornata. Il cardinale si è detto commosso per questo incontro fraterno, organizzato dalla Moschea di Lione nella sala della preghiera ed ha pregato con noi.»




il cardinale è il secondo da destra


Il cardinale, primate di Francia, non è nuovo a queste prodezze. Il 19 luglio del 2011, il quotidiano Ouest-France riportava:
«Il cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione e primate delle Gallie parteciperà, Domenica 24 luglio, alla Messa solenne delle 11,00 per il 57° pellegrinaggio islamo-cristiano del Vieux-Marché. Presieduta da Mons. Denis Moutel, vescovo de Saint-Brieuc et Tréguier, questa celebrazione avrà luogo nella cappella della frazione dei Sette Santi. Essa sarà seguita dalla lettura della Sura 18 del Corano, alla fontana dello Stiffel, distante 600 metri. Questo testo ricorda la leggenda dei Sette Dormienti di Efeso. Domenica pomeriggio avrà luogo la festa e continueranno gli scambi islamo-cristiani nella cappella.»





Già in occasione di una conferenza tenuta nella cattedrale di Versailles, il 4 gennaio 2011, il cardinale si vantava di aver appreso a memoria la Chahãda, la professione di fede islamica, per poterla recitare al capezzale dei musulmani morenti. Ammissione che è stata corretta dal Segretario particolare dell’Arcivescovo, padre Renaud de Kermadec, che rispondendo ad un fedele ha detto:
«Al momento di dare delle risposte all’assemblea, una delle frasi dell’arcivescovo di Lione è stata male interpretata. In realtà egli si riferiva ad un ricordo del seminario: un anziano prete che aveva contribuito alla sua formazione, gli aveva consigliato di imparare a memoria una preghiera in arabo, in modo che, se se ne fosse presentata l’occasione, avrebbe potuto accompagnare un musulmano al momento della sua morte. … il cardinale ritiene opportuno precisare che in effetti nel corso del suo ministero non se n’è mai presentata l’occasione. Tuttavia, se dovesse accadere, egli non mancherebbe di affidare questa persona alla misericordia di Dio, poiché è questo che sta al centro del nostro Vangelo. Aiutare un credente a prepararsi all’incontro definitivo col Dio vivente è sicuramente un atto di carità.
Lo stesso Papa Benedetto XVI, nel suo libro intitolato Luce del mondo, al capitolo 9, parlando dell’Islam dice: “In ogni caso dobbiamo da un lato tentare di vivere ciò che è grande della nostra fede e di presentarlo in modo vivo, dall’altra di comprendere l’eredità degli altri. Importante è trovare ciò che abbiamo in comune e, laddove è possibile, rendere un servizio comune a questo mondo” (Libreria Editrice Vaticana, 2010, p. 147). La misericordia è certamente una delle parole nelle quali si riconoscono i cristiani e i musulmani».

Per coloro che non lo sapessero, per l’adesione alla fede musulmana, l’Islam non prevede una particolare cerimonia, e tanto meno un rito, l’unica cosa che serve, e che basta, è la recita della Confessione, la Chahãda appunto, quasi una sorta di professione di fede come il nostro Credo. Questa confessione è semplicissima ed esprime sinteticamente l’insegnamento basilare dell’Islam:
أشهد أن لا إله إلا الله وأشهد أن محمدا رسول الله‎
Ash-hadu an la ilaha illa-Llah wa ash-hadu anna Muhammadan rasulu-Llah
Testimonio che non c’è divinità se non Dio (Allah) e testimonio che Muhammad è il suo profeta.

Certo, perché l’adesione sia valida, la recita dev’essere fatta con retta intenzione e a voce alta davanti a due testimoni. Non stiamo dicendo, quindi, che il primate di Francia è musulmano, questo lo sa solo lui nel profondo della sua coscienza… e Dio che tutto vede …, ma è più che legittimo che un cattolico si chieda se è normale, è corretto, è accettabile, è decente, … è cattolico … che un successore degli Apostoli si metta a recitare, privatamente o pubblicamente, la professione di fede di un’altra religione, di una falsa religione.

Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio,
abbi pietà di noi peccatori


Kyrie, eleison




febbraio 2013



Ritorna a Sommario I frutti del Concilio