NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA
 
 

Coetus Internationalis Ministrantium

Raduno dei chierichetti e delle chierichette a Roma

Udienza generale in piazza San Pietro
4 agosto 2010


Organizzato dal CIM (Coetus Internationalis Ministrantium) si è svolto a Roma, il 3 e il 4 agosto 2010, il raduno quinquennale dei chierichetti, chiamati ministranti.
Questa organizzazione, di respiro europeo, ha una forte connotazione germanica, e nei suoi cinquant'anni di vita ha visto aumentare gli aderenti proprio in terra germanica.
La Germania è campione del mondo in questo ambito pastorale”, ha dichiarato scherzando a Radio Vaticana Mons. Gächter, vescovo ausiliare di Basilea e Presidente del C.M.I. Ecco perché dei 50.000 e più presenti a questo raduno, quasi 40.000 erano ragazzi e ragazze di lingua tedesca.

Non è la prima volta che si svolge a Roma questo raduno, ma è la prima volta che si svolge con la partecipazione di Benedetto XVI.
È questo il motivo di questa segnalazione.

Per prima cosa vediamo come si presenta questa organizzazione, e lo facciamo con tre immagini tratte dal suo sito ufficiale



 

Come si vede chiaramente si tratta di una organizzazione che propugna la diffusione delle “chierichette”, messe al pari dei chierichetti,
come se si trattasse della cosa più normale del mondo,
una di quelle cose che la Chiesa ha fatto da sempre!
Qui, ogni disposizione della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti viene tranquillamente ignorata.
L'obiettivo è diffondere l'idea che le donne all'altare sono la cosa più normale del mondo,
del tutto approvata dalla Santa Sede.
Il primo passo per le “donne prete”?

Gettiamo adesso uno sguardo su questo raduno del 3-4 agosto, per cercare di capire qual era l'atmosfera imperante e quanto essa avesse di cattolico e di coerente col “servizio all'altare”.



Il Papa è venuto appositamente da Castel Gandolfo per accogliere i giovani e rivolgere loro parole di approvazione e di incoraggiamento.
Il tutto all'interno del Vaticano, in piazza San Pietro.
Cos'ha effettivamente approvato e benedetto il Papa?
Non sembri irriverente, ma le immagini che seguono dimostrano che si è trattato
di un qualsiasi raduno di giovani,
pari a quello delle “giornate mondiali per la gioventù”,
con la nota particolare, di non poco conto,
che questa volta si tratterebbe di giovani “scelti”:
quelli che “servono all'altare”.


   

È evidente che qui non si fa l'appunto sull'entusiasmo dei giovani,
che è cosa del tutto comprensibile e umana, ma si considera che,
in piazza San Pietro, al cospetto del Papa, questi giovani “scelti”
non riescono ad esprimersi, neanche un po',
in maniera difforme dal mondo,
difforme dalla più epidermica delle ordinarietà moderne.
In cosa differiscono questi “giovani cattolici”, scelti “per servire all'altare”,
dai giovani moderni dei concerti rock?
Siamo in piazza San Pietro, in Vaticano, al cospetto del Vicario di Cristo:
com'è che questi “chierichetti” non riescono a tenere un atteggiamento appena appena
più consono col luogo, con l'occasione, col compito che svolgono?
La risposta è che questi giovani,
cresciuti ed educati dai nuovi preti della nuova Chiesa,
fanno così sempre, anche quando sono in chiesa e “servono Messa”.


  

E sono giunti a Roma, in piazza San Pietro, in Vaticano,
con batterie e tamburi, con urla e schiamazzi, con la foga e l'irruenza,
con quel totale abbandono all'istinto di massa che contraddistingue la gioventù moderna,

  

    

tutti presi dalle mode e dalle manie personali,
dimentichi di tutto, incuranti tutto,
tranne che di sé stessi.


  

Agghindati non secondo le esigenze del momento e del luogo,
ma secondo la piacevolezza personale.
Qui non si sacrifica nulla, non si concede nulla al decoro,
ciò che conta sono io, ciò che vale è  il mio entusiasmo,
Dio è buono, comprende tutto,
non può volere controllo,  decoro, rispetto!


 

In piazza San Pietro, in Vaticano, al cospetto del Papa,
si può fare di tutto,
ci si può vestire come si vuole, ci si può anche spogliare,
ciò che conta è essere sé stessi, spontanei, naturali, disinibiti,
è l'imperativo moderno!
Altro che chierichetti! Altro che educazione timorosa di Dio!

Oh, gente! Siamo nella Chiesa moderna, è finito il Medioevo!

E giù a rotta di collo per i facili viali dell'inferno,
tutti lastricati di buone intenzioni!



Che dire pensando che tutti questi ragazzi servono Messa?
Che dire pensando che in tutta Europa anche queste ragazze servono Messa?
Che dire constatando che tutti questi ragazzi e tutte queste ragazze portano in chiesa tutta l'ordinarietà del mondo moderno, con la sua superficialità, con la sua indifferenza, con la sua noncuranza di Dio, con le sue fisime meramente umane, con la sua pretesa che Dio non possa essere diverso da come lo vedo e lo voglio io?

Tutto questo è indubbio che fa parte dei frutti velenosi prodotti dal Concilio e diffusi a piene mani nel postconcilio dai nuovi preti della nuova Chiesa, potremmo quindi guardare a questi spettacoli avvilenti con il distacco che essi meritano.
Se non fosse che da oggi la preoccupazione per le sorti della Chiesa cattolica e per la salvezza delle anime si ingigantisce, poiché non solo tutto queto sancisce ufficialmente che la Chiesa conciliare si avvia pian piano a fare accedere le donne all'altare, a piccoli passi, passando dalle chierichette di oggi alle diaconesse di domani e magari alle pretesse di dopodomani,
ma tutto questo accade, oggi, con tanto di benedizione papale.




Dio non voglia!



Dio non vuole!
 



Ritorna a Sommario I frutti del Concilio