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NUOVI PRETI DELLA
NUOVA CHIESA OMAGGIO ALL'IDOLO IN CASA DI MARIA Ceuta: Altare Maggiore del Santuario della Vergine dell'Africa Il 27 agosto 2017, nella città di Ceuta (città autonoma spagnola del Nord Africa) il vicario vescovile ha accolto nel Santuario della Vergine dell’Africa, con tanto di canti e una folla di fedeli, il simulacro del dio indù Ganesha. La comunità indù del posto ha celebrato la festa di tale dio, portandone in processione il simulacro. Evidentemente in base ad una precisa programmazione, si è pensato bene di condurre il simulacro fin dentro il Santuario della Vergine dell’Africa, Patrona della città di Ceuta, dove è stato accolto da cattolici festanti che hanno intonato dei canti in onore della Vergine, in particolare della Vergine del Rocío, particolarmente venerata nella Spagna andalusa. L'ingresso festoso del simulacro dell'idolo nel Santuario Tale partecipazione, guidata dal parroco del Santuario, che è anche vicario vescovile, può spiegarsi in tanti modi, ma non v’è dubbio che in quello che è rimasto della già cattolicissima Spagna, può poggiare solo sulla totale corruzione della religione cattolica innescata dalla follia ecumenica che infesta ormai da anni il mondo cattolico diabolicamente partorito dal Vaticano II. Ganesha: idolo indù dal corpo di giovinetto e la testa di elefante: protettore dell'intimità delle donne, cavalcante un topolino Grazie a Dio, non sono mancate le proteste, molto energiche, così che il vescovado di Cadice (Cadíz) e Ceuta (sede suffraganea dell’arcidiocesi di Siviglia), è stato costretto ad emettere un comunicato, che riproduciamo.
A prima vista, il comunicato,
tolte certe incongruenze e alcuni sottintesi rivelatori, sembrerebbe
porre un po’ di ordine in mezzo ad un incredibile disordine, ma se si
ha la pazienza di visionare il video che riprende questa vicenda
si può cogliere a piene mani il compiacimento del vicario e dei fedeli presenti nel Santuario, che parla di tutt’altro che di un errore o di una leggerezza. Da notare che i canti in onore della Vergine Maria, intonati dai fedeli, appartengono alla tradizione religiosa andalusa relativa alla venerazione della Vergine del Rocío, quindi la partecipazione dei fedeli presenti è stata particolarmente sentita e compiaciuta, al pari della partecipazione organizzata del vicario, come si vede nel tratto del video in cui si rende omaggio all’idolo Ganesha dallo stesso altare che porta l’immagine della Vergine. Dal punto di vista ecumenico, e tenuto conto della convivenza della comunità cristiana con quella indù, occorre notare che in termini meramente popolani può cogliersi una qualche apparente affinità tra la devozione femminile delle due comunità: il dio Ganesha è particolarmente legato alla figura femminile (si vedano le danze indù che accompagnano questa festa) di cui sarebbe un protettore, la Vergine Maria è di per sé il prototipo della donna. Ora, tenuto conto dell’indifferentismo introdotto dalla pratica dell’ecumenismo moderno, certe donne cristiane hanno finito col sentirsi vicine alle donne indù, fino a condividerne certe espressioni folkloristiche. Da qui i canti intonati nel Santuario, per lo più eseguiti dalle donne. Ovviamente, questo non giustifica alcunché, ma permette di capire a quali blasfemie e apostasie pratiche possa condurre il malsano “ecumenismo” del Vaticano II. Ceuta: Santuario della Vergine dell'Africa (torna su)
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