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NUOVI PRETI DELLA
NUOVA CHIESA Un nuovo prete della nuova Chiesa Col permesso delli Superiori
Disgrazia vuole che sia stato messo a fare il “pastore” in “cura d'anime” nella Chiesa di San Giuseppe, sita a Torino, in via Santa Teresa, 22. Pare che questo supposto prete riscuota un certo successo, soprattutto nell'ambiente radical-chic dedito all'elogio del multiculralismo, ma anche diversi suoi parrocchiani sembrano andare in brodo di giuggiole per questo uomo di Chiesa che ama talmente la Chiesa da smobilitare la sua chiesa per far posto a decine di letti per indigenti, i quali, come tutti sanno sono cento volte più importanti di Dio. Ma cosa ci segnalano i nostri lettori? Parlando con un giornalista de La Repubblica, nel 2010, se ne esce con questa bella sparata: La domenica la chiesa è
affollata, arrivano persone da tutte le parti per sentire le sue
prediche. Che cosa ne pensa? «Il mio è un
commento di liberazione, di festa, di gioia. Mi piace la libertà
di coscienza, cerco di capire chi è Dio per noi e dal Vangelo
traggo conclusioni che aiutino la persona a sentirsi accolta al di
là della sua posizione giuridica, anche se è divorziata.
La Chiesa oggi tende a escludere, ma Dio accoglie. E Dio è
più grande della Chiesa. La gente viene qui perché
recepisce un discorso di fiducia e speranza. E poi questa idea che il
proprio Dio sia migliore di quello degli altri, è una bufala
tremenda. Le religioni in fondo sono deicide».
E uno si chiede: ma chi l'ha fatto prete uno così? Risposta scontata, ma che va incalzata da un'altra domanda: ma chi lo tiene ancora lì a fare il prete? E la risposta la dà lui stesso: Non l' hanno mai richiamata all'
ordine? «Sì,
ho avuto qualche richiamo, ma benevolo. Non disturbo nessuno in fondo,
cerco di fare il minimalista.»
Il minimalista? E meno male, figuriamoci se facesse il massimalista! Nel Natale del 2012, durante l'omelia, il nostro se n'è venuto fuori con frasi del genere: le
chiese andrebbero bruciate. Non servono a niente in quanto edifici, se
questi servono giusto a dire che in certe occasioni si stava lì
dentro,
invece di dimostrare d’essere Chiesa andando nei posti dove Dio
è
presente, cioè in mezzo ai poveri autentici
Sembra di sentire papa Bergoglio. Ad una giornalista de La Stampa, nel 2013, apre il suo cuore: A un divorziato
risposato, a una coppia di omosessuali io dico che non devono farsi
problemi se la Chiesa li esclude: fuori dalla Chiesa c’è Dio che
li accoglie. Gesù, davanti a una persona, cercava di
immedesimarsi nella sua realtà. Anche se doveva andare contro le
leggi del Padre male interpretate dagli uomini
E poi si dice che papa Bergoglio è frainteso… a noi pare che qui uno dei suoi preti lo abbia capito benissimo. E l'ha capito così bene che afferma: io non chiedo il
passaporto a chi mi chiede la comunione.
Noi siamo ministri,
cioè servi: non dobbiamo giudicare chi è degno e chi no,
siamo strumenti arrugginiti in mano a un Dio paziente. Chi sono io per
giudicare? ha detto il Papa.
Francesco sta scompaginando una mentalità clericale che niente ha a che fare con la fede Non vogliamo continuare per non scocciare i lettori, che ormai ne avranno abbastanza. Abbiamo insistito perché ogni tanto è necessario ricordare in che stato si trovi la Chiesa dopo cinquant'aanni di applicazione del Vaticanno II. E quando si pensa che il papa emerito e papa Bergoglio, Domenica, hanno canonizzato due dei responsabili di tanto sfacelo, c'è da rabbrividire, perché è evidente che si va sempre di più perdendo il lume della ragione. Quos Deus vult perdere, dementat prius Coloro che vuole perdere, Dio prima li fa impazzire aprile 2014 (torna su)
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