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NUOVI PRETI DELLA
NUOVA CHIESA BENEDETTINA Come la Chiesa conciliare
Questa Suor Teresa Forcades, che è laureata in medicina e in teologia fondamentale, fa la saggista nel campo della medicina sociale, della teologia trinitaria e della “teologia femminista” (?!), ed è vicepresidente dell’Associazione Donne Europee in Ricerca Teologica, una sigla che la dice lunga sulla condizione odierna della teologia, tutta pervasa dalla certezza del dubbio, come insegna modernamente papa Bergoglio. A
furia di ricercare partendo dal rifiuto delle certezze cattoliche
trasmesse dagli Apostoli e dai Padri della Chiesa, la valente Teresa
è giunta a conclusioni come questa: «Sono
cosciente che l’attuale
Magistero non la pensa così, ma la
teologia, come io la capisco nella
sua profondità, non è
in contraddizione» con il matrimonio omosessuale.
Alcuni,
prosegue, considerano che il punto capitale del matrimonio
cristiano
come sacramento «sia la complementarità»: «Ma
se diciamo che è
un sacramento è perché è
segno dell’amore di Dio. E Padre, Figlio e
Spirito Santo non si
completano per niente. Il Padre non dice al Figlio
“sei quello che mi
mancava”. Non funziona così nella trinità: il Padre
ama
gratuitamente, non è che gli manchi qualcosa, e questo è
l’essenziale dell’amore». Perciò, «l’essenziale
dell’amore sacramentale,
matrimoniale, cristiano, di coppia, è
la capacità di riconoscere
nell’altro un tu irriducibile e di
trattarlo con rispetto come avviene
fra le tre persone della
Trinità» (Intervista rilasciata alla rivista Alandar il 29 agosto 2015).
Dalle
quali si deduce immediatamente come nella mente della Forcades, e di
quelle e quelli come lei, si sia determinata una inversione di
polarità: non più Dio e il Suo progetto creativo come
punto di partenza al quale l'uomo si deve conformare, ma l'uomo e la
sua limitativa esperienza vitale a partire dai quali si deve intendere
Dio e il mistero della SS. Trinità.
Quando
poi si legge: «La teologia, che
è una riflessione su Dio, credo che si allacci molto
bene con
la proposta del femminismo perché è esattamente quello
che ci
dice il Vangelo: “Lascia il padre e la madre, (…) lascia la famiglia e
guarda a me che sono
amore e libertà”». La teologia, perciò,
«o è
liberazione o non
è teologia. O è femminista – nel senso di una
identità
per uomini e per donne a immagine di Dio non
incasellata in nessuno
stereotipo – o non è teologia»
(ibidem), si comprende
facilmente come questi nuovi personaggi sedicenti cattolici soffrano di
una profonda distorsione mentale che li porta a stravolgere i testi
sacri e a sottoporli ad una strumentalizzazione che nasconde malamente
la loro soggiacenza alle devastanti suggestioni del demonio che si
aggira famelico cercando di divorare le ánime (Cfr. I San Pietro, 5, 8). Sappiamo
benissimo che questa pseudo-religiosa è stata più volte
richiamata dalla Gerarchia, ma è stupefacente constatare come
nessun vescovo e nessun cardinale, né tampoco il Vaticano, si
siano premurati di allontanare dalla Chiesa questo terribile veicolo
d'infezione, lasciando che continui a devastare le menti e i cuori di
tanti cattolici in tutti i paesi di lingua spagnola, ormai votati a
volgere le spalle all'insegnamento della Chiesa per darsi “mani e
piedi” alle sette protestanti, antesignane della sovversione
dell'insegnamento di Nostro Signore Gesù Cristo. Non ci
resta che intensificare le nostre preghiere perché la Santissima
Vergine apra gli occhi dei moderni chierici e religiosi e li aiuti a
convertirsi a Dio. Miserere nostri, Dómine, miserere nostri giugno 2015 (torna su)
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