NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA
 

BENEDETTINA
E

FEMMINISTA ANTICATTOLICA

Come la Chiesa conciliare
continua a scendere sempre più in basso



Quella che si vede in questa foto, in piedi col microfono in mano, è una suora benedettina (?) del monastero di Montserrat a Barcellona, Spagna.
Questa supposta suora che appare in pubblico, qui in un programma televisivo, in pantaloni e gilet, ma, vivaddio, col capo coperto, è un chiaro esempio di come si siano ridotti gli Ordini religiosi dopo la svolta epocale, e sulfurea, del Vaticano II.
E nessuno si permetta di venirci a ricordare che, come diceva Bendetto XVI, una cosa sarebbe il Concilio, di per sé cattolico, e altra cosa sarebbe la sua cattiva applicazione, che intenderebbe “rompere” con la Chiesa di sempre.
In effetti, quello che vediamo in questa foto è semplicemente quanto auspicato dalla moderna Gerarchia, quanto da essa permesso per colpevole acquiescenza, quanto perfino incoraggiato sia per il disastroso cedimento al mondo, sia per la soggiacenza all'irrestibile mania di “aggiornamento”.

Questa Suor Teresa Forcades, che è laureata in medicina e in teologia fondamentale, fa la saggista nel campo della medicina sociale, della teologia trinitaria e della “teologia femminista” (?!), ed è vicepresidente dell’Associazione Donne Europee in Ricerca Teologica, una sigla che la dice lunga sulla condizione odierna della teologia, tutta pervasa dalla certezza del dubbio, come insegna modernamente papa Bergoglio.

A furia di ricercare partendo dal rifiuto delle certezze cattoliche trasmesse dagli Apostoli e dai Padri della Chiesa, la valente Teresa è giunta a conclusioni come questa:

«Sono cosciente che l’attuale 
Magistero non la pensa così, ma la teologia, come io la capisco nella 
sua profondità, non è in contraddizione» con il matrimonio omosessuale.
 Alcuni, prosegue, considerano che il punto capitale del matrimonio 
cristiano come sacramento «sia la complementarità»: «Ma se diciamo che è
 un sacramento è perché è segno dell’amore di Dio. E Padre, Figlio e 
Spirito Santo non si completano per niente. Il Padre non dice al Figlio
 “sei quello che mi mancava”. Non funziona così nella trinità: il Padre 
ama gratuitamente, non è che gli manchi qualcosa, e questo è 
l’essenziale dell’amore». Perciò, «l’essenziale dell’amore sacramentale, 
matrimoniale, cristiano, di coppia, è la capacità di riconoscere 
nell’altro un tu irriducibile e di trattarlo con rispetto come avviene 
fra le tre persone della Trinità» (Intervista rilasciata alla rivista Alandar il 29 agosto 2015).

Dalle quali si deduce immediatamente come nella mente della Forcades, e di quelle e quelli come lei, si sia determinata una inversione di polarità: non più Dio e il Suo progetto creativo come punto di partenza al quale l'uomo si deve conformare, ma l'uomo e la sua limitativa esperienza vitale a partire dai quali si deve intendere Dio e il mistero della SS. Trinità.
Non si fa fatica a riconoscere a tale concezione una certa legittimità tutta moderna e naturalista, ma altrettanto facilmente ci si rende conto che non si tratta di una concezione cattolica, e possiamo tranquillamente dire: di una concezione “religiosa” in genere, ma si tratta di una concezione che parte dalla a-religiosità per giungere all'anticattolicità: una concezione che nel valorizzare l'uomo e la sua individualità realizza il disconoscimento di Dio, fino all'inevitabile guerra a Dio.


Quando poi si legge: «La teologia, che è una riflessione su Dio, credo che si allacci molto 
bene con la proposta del femminismo perché è esattamente quello che ci 
dice il Vangelo: “Lascia il padre e la madre, (…) lascia la famiglia e 
guarda a me che sono amore e libertà”». La teologia, perciò, «o è 
liberazione o non è teologia. O è femminista – nel senso di una identità
 per uomini e per donne a immagine di Dio non incasellata in nessuno
 stereotipo – o non è teologia» (ibidem), si comprende facilmente come questi nuovi personaggi sedicenti cattolici soffrano di una profonda distorsione mentale che li porta a stravolgere i testi sacri e a sottoporli ad una strumentalizzazione che nasconde malamente la loro soggiacenza alle devastanti suggestioni del demonio che si aggira famelico cercando di divorare le ánime (Cfr. I San Pietro, 5, 8).

Sappiamo benissimo che questa pseudo-religiosa è stata più volte richiamata dalla Gerarchia, ma è stupefacente constatare come nessun vescovo e nessun cardinale, né tampoco il Vaticano, si siano premurati di allontanare dalla Chiesa questo terribile veicolo d'infezione, lasciando che continui a devastare le menti e i cuori di tanti cattolici in tutti i paesi di lingua spagnola, ormai votati a volgere le spalle all'insegnamento della Chiesa per darsi “mani e piedi” alle sette protestanti, antesignane della sovversione dell'insegnamento di Nostro Signore Gesù Cristo.

Non ci resta che intensificare le nostre preghiere perché la Santissima Vergine apra gli occhi dei moderni chierici e religiosi e li aiuti a convertirsi a Dio.



Miserere nostri, Dómine, miserere nostri


giugno 2015



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