NUOVI PRETI DELLA
NUOVA CHIESA
PERIGNANO (Pisa)
Chiesa di Santa Lucia
La Via Crucis blasfema del parroco
aprile 2011
Le colpevoli sciocchezze di un prete
che da anni predica di tutto,
tranne che la religione cattolica.
Col permesso delli Superiori
Ci siamo
occupati altre
volte di questo incredibile prete di Pisa che ha scambiato la
chiesa per una comune rivoluzionaria.
Agli amici che ci seguono dobbiamo una spiegazione.
Non ce l'abbiamo con questo signore, che non conosciamo personalmente e
del quale, francamente, non ci importa un bel niente: ognuno è
libero di ricavarsi il posto che vuole nell'Inferno!
In realtà, per questa come per altre segnalazioni elencate nella
nostra pagina “I
frutti del Concilio”, si tratta di indicare delle situazioni e dei
comportamenti messi in essere dai preti moderni e che costituiscono
esempi emblematici della misera condizione in cui versa oggi la Chiesa.
Ci ricordiamo che in occasione di un'altra Via Crucis, quella del 2005,
l'allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il
cardinale Joseph Ratzinger, ebbe a pronunciare le seguenti parole:
«Quanta sporcizia c’è
nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio,
dovrebbero appartenere completamente a Lui!».
Ancora oggi si continuano a riferire queste parole alle turpi condotte
dei cosiddetti “preti pedofili”, ma in questi anni ci siamo sempre
più convinti che la sporcizia sia ben più diffusa e ben
più sporca, poiché continuiamo a constatare che certi
preti moderni non si limitano ad arrecare danno ai corpi dei fedeli, ma
danneggiano ancor più irrimediabilmente le loro anime.
Purtroppo, tali untori del male delle anime non vengono allontanati
dalla Chiesa, non vengono puniti né cacciati dalla Gerarchia, ma
vengono mantenuti ai loro posti.
Cosa bisogna aspettare, a cosa dovranno mai arrivare questi affossatori
della religione cattolica, perché i Pastori della Chiesa
compiano il loro dovere di stato?
Noi non possiamo fare altro che denunciare e pregare.
Che la Santa Vergine ci
ottenga dal Signore la grazia di salvare la Chiesa dalle conseguenze
delle colpe degli uomini di Chiesa.
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ed
ecco la blasfemia

Come si può
vedere, sono state usate le vecchie statue di Cristo Morto e della
Madonna Addolorata; e colpisce vedere anche l'abito dei portatori,
quasi che fosse una delle migliaia di processioni del Venerdì
Santo che per secoli si sono svolte nel mondo cattolico.
E invece
bisogna vedere il resto e bisognava essere lì per ascoltare le
parole di questo parroco toscano, più aduso alle proteste di
piazza che alla devozione cristiana.
Parlando ai giornalisti che ogni anno accorrono numerosi per raccontare
le blasfemie di questo tipo poco raccomandabile, egli ha spiegato che
«non è presentando in modo inamidato la storia di
Gesù che i ragazzi si avvicinano a lui, la mia più grande
gioia è stata vederli entusiasti nel lavorare a questo
progetto».
E qual era questo mirabolante progetto?
«L'idea era quella di aiutare i ragazzi a vivere questo momento
di fede e di liturgia con uno sguardo sull'oggi - dice il tipo - mi
sono riunito con i miei ragazzi e ho chiesto loro come potevamo fare
per rendere più attuale la passione di Gesù».
In queste righe vi è come un frutto misto di blasfemia, di
ignoranza e di luoghi comuni.
Intanto il luogo comune, tutto moderno, che il “pastore”, per condurre
le “pecore”, le chiama prima a consulto: un tipico prodotto del
Concilio Vaticano II, in base al quale il novello parroco conciliare
rifugge dall'assumersi le sue responsabilità e se è
intriso di demagogia, come in questo caso, influenzerà
negativamente perfino i suoi giovani parrocchiani svendendo loro per
fede e liturgia la solita roba usata della sovversione comunista.
Quindi l'ignoranza del proprio stato, che fa pensare a questo prete
conciliare che l'essere stato consacrato equivalga al poter disporre
della fede e della liturgia a suo piacimento.
Infine l'inevitabile blasfemia di chi pensa di poter trasformare
impunemente la Passione e Morte del Signore in un qualsiasi evento di
ingiustizia umana.
Nostro Signore paragonato a un qualunque disgraziato che subisce le
tristi vicende del vivere in questa valle di lacrime. L'opera della
Redenzione gabellata per “riscatto sociale”. Dio ridotto a mero
rivoltoso.
Dove sta l'insegnamento della religione cattolica?
Come si fa ad insegnare agli adolescenti che Gesù è morto
sulla Croce per permetterci di salvare le nostre anime?
Così, dice questo povero traviato:
Insegnando ai ragazzi e alle ragazze che il Figlio di Dio si è
incarnato, ha patito, è morto ed è risorto per procurarci
la libertà, il rispetto, l'uguaglianza e per assicurarci un
futuro su questa terra.
Certo… c'è da piangere! E c'è veramente da piangere per
il destino delle anime di questi poveri adolescenti affidati nelle mani
rapaci di questi nuovi preti della nuova Chiesa!
Che cos'è la giustizia di Dio?
Semplice:
Quella cosa un po' mattoide per
cui tutti hanno diritto a ogni diritto e non è giusto che a
ognuno venga dato secondo i propri meriti o i propri demeriti: come per
secoli la Chiesa avrebbe stoltamente insegnato.
Questi ragazzini apprenderanno così che Dio esiste per
assicurare che la giustizia degli uomini venga amministrata secondo i
convincimenti del parroco e quindi… di ognuno di noi.
Come riprovare questi ragazzi che, diventati adulti, accuseranno Dio di
tutte le disavventure che capiteranno loro per propria colpa?
Come sarà possibile far capire loro che non è la
giustizia degli uomini che devono temere, ma la giustizia di Dio?
E come sarà possibile fare questo dopo aver insegnato a questi
adolescenti che la Via Crucis è una cosa così:
dove si rappresentano lo
sfruttamento minorile o le repressioni di piazza nei paesi del Medio
Oriente o i problemi della mafia.
Tre sole moderne “stazioni”, in tre piazze del paese, con attori tutti
giovanissimi e con gli adulti che con serietà seguono la
stramberie blasfeme di questo parroco funesto. Il tutto corredato con
le antiche statue del Venerdì Santo… tanto per dimostrare
com'è facile usare Dio e la Chiesa per le fisime moderne di
questi nuovi preti della nuova Chiesa.
Sono questi i frutti del
Concilio, con buona pace di chi si arrampica sugli specchi per cercare
di dare ad intendere che il Concilio, nonostante tutto, fu “cosa buona”.
Disgraziatamente, il
Concilio e i suoi frutti non appartengono al passato, ma sono vivi e
vegeti nel presente, e nel prossimo futuro continueranno nella loro
opera di demolizione della Fede e della Chiesa.
Se davvero ci fosse la volontà di operare una svolta, si
dovrebbero subito allontanare certi preti dalle parrocchie, magari
relegandoli in qualche ritiro isolato e inaccessibile o riducendoli
allo stato laicale, e non in maniera silenziosa e inavvertita, ma con
modi e mezzi eclatanti, così da dare degli esempi in grado di
far riflettere tutti i fedeli, laici e… chierici.
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aprile 2011
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I
frutti del Concilio
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