AVE MARIA

RUBRICA SPIRITUALE DEDICATA ALLA
SANTISSIMA VERGINE MARIA


a cura della Fraternità San Pio X



Il culto dovuto alla Madre di Dio




Pubblicata dalla FSSPX il 23 aprile 2022


La Sacra Scrittura ci dà un fondamento solido

Scrive l’evangelista san Luca: «Tu sei benedetta fra tutte le donne (1, 28)»; e ancora: «Tu sei benedetta fra le donne (1, 42)». E infine: «Le generazioni mi chiameranno beata (1, 48)».


I monumenti della Tradizione


Affreschi del II e III secolo rappresentano la Madonna seduta, circondata da santi in piedi. Inoltre, la Beata Vergine è menzionata nei Communicantes del canone della Messa della fine del V secolo. E la Basilica di Santa Maria Maggiore fu eretta nel 440.
Ci sono innumerevoli sermoni dei Padri, dopo Efeso, così come poesie in suo onore nel VI secolo. Il VI e VII secolo videro la comparsa delle feste della Natività e dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.
La letteratura spirituale afferma che la devozione mariana è segno di predestinazione, il suo disprezzo è segno di riprovazione (Sant’Anselmo, S. Bernardo, S. Luigi Maria).


Magistero

Il Concilio di Nicea II, 787, afferma che le immagini della Beata Vergine Maria sono venerabili e devono essere offerte alla venerazione dei fedeli (mentre altri santi e martiri sono menzionati solo in generale). Successivamente, tutte le dichiarazioni del Magistero a difesa del culto delle immagini citano esplicitamente quelle della Beata Vergine.

Codice di Diritto Canonico (1917), c. 1255, §1: «Alla Beata Vergine Maria è dovuto il culto di iperdulia».


Spiegazione teologica

L’eminente santità della Madre di Dio implica un culto di dulia, o venerazione, che si distingue dal culto di latria, o adorazione, che è dovuto solo a Dio. Tuttavia, c’è una differenza radicale tra l’eccellenza propria della Madre di Dio e quella dei santi, anche solo secondo la santità personale. Questo motivo d’onore specificamente distinto stabilisce un culto distinto chiamato iperdulia.

Questo culto è rivolto a una persona che gode della pienezza del suo essere, a differenza di quella dei santi non risorti, che non sono più, a rigor di termini, persone umane.


Risposta all’obiezione

Il culto reso alla Madre di Dio non danneggia quello di Cristo, ma vi conduce.

– L’onore dato alla creatura è un riconoscimento dei benefici del Creatore.

– La Madonna ha diritto a questo culto solo perché è Madre di Gesù, così onorare Maria è onorare Gesù.

– La Beata Vergine premia questa devozione con una maggiore abbondanza di grazia, che porta a una migliore adorazione di Dio stesso.

Nella misura in cui la Chiesa rende culto ai santi nella liturgia, e poiché ogni fedele deve unirsi nella preghiera della Chiesa, si può dire che il culto della Madre di Dio è in questo senso obbligatorio. Ma la devozione privata resta libera: non è soggetta ad alcun precetto, se non per i chierici, che sono tenuti a recitare il Rosario per diritto canonico.