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APPUNTI
Sommario nn° segnalati:
Abbiamo sotto mano alcuni numeri della rivista APPUNTI,
pubblicata a Voghera, che presenta un ventaglio culturale ampio e articolato
in maniera certamente interessante.
Del destino della famiglia cristiana in Italia si occupa Alessandro
Morosini, che giustamente segnala “il processo di disgregazione” subito
da questa istituzione sull'onda delle tendenze “progressiste” e “catto-comuniste”,
ultimamente tradottesi in precise norme di legge, cosí da trasformare
la famiglia tradizionale in un àmbito in cui si coltiva l'egoismo
piuttosto che l'amore cristiano.
Piero Chiappano si sofferma sul valore del Canto Gregoriano come
elemento intrinseco della liturgia cattolica; avvertendo circa i rischi
delle moderne volgarizzazioni, operate anche col concorso ingenuo di alcuni
religiosi. Ricorda giustamente che “ascoltare il gregoriano non significa
percepire, né pensare, ma contemplare”, tale che “chi volesse
ascoltare, vivere il canto gregoriano, non lo faccia con l'idea di compiere
qualcosa di alternativo o peggio ancora di nuovo, ma con la convinzione
di battere l'unica strada che porta dritta alla Scala di Giacobbe: la Tradizione.”
Forse non a caso Francesco Mastrantonio, nello stesso numero, si occupa della Vandea italiana, perché si sappia che i nostri antenati (qui si tratta della zona del Piacentino) vissero con spontaneo rigetto l'invasione giacobina, realizzando “la spontanea reazione armata di una popolazione cattolica offesa nei propri sentimenti religiosi da leggi empie”. “I valligiani [delle vallate appenniniche] non erano abituati a sottigliezze e a sofismi e non sembra lontano dal vero ritenere che, da parte loro, non si comprendesse come fosse possibile adattarsi alle novità rivoluzionarie, contrarie alla religione, alle leggi antiche e ai costumi.” Un articolo di Marina Carrese sull'Associazione francese del Puy de Fou, insiste ancora sulla rinascente volontà di molti cattolici di riappropriarsi della propria storia e del proprio retaggio culturale. Questa volta si tratta dell'iniziativa della gente della Vandea che ogni anno rievoca, col volontario lavoro di molti, l'eroica resistenza opposta dal popolo cristiano alle orde barbariche dei senza Dio partorite dalla rivoluzione. Interessante la messa a punto di Fabio Pretari sul senso vero della
guerra civile americana, condotta dall'invadente società industriale
del Nord contro la società rurale del Sud. “La retorica di
certa storiografia - dice l'autore - che volle presentare
questo mondo [quello rurale del Sud] unicamente come razzista
e schiavista, venne smentita dagli stessi schiavi neri…”. Non tutti
sanno, infatti, che costoro, unitamente ai pellerossa del posto, parteciparono
volutamente alla guerra contro i Nordisti, “a difendere quella terra
che aveva loro sempre garantito, pur nella durezza e sovente nell'ingiustizia,
una vita decorosa.” Finita la guerra “questa massa di neri
liberati andrà a marcire nelle fabbriche del Nord, lavorando 15
ore al giorno in condizioni disumane, decimati dagli stenti e dalle malattie”.
(11/97)
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