Mario Palmaro

Il buon seme fiorirà



a cura di Alessandro Gnocchi, Mario Palmaro, il buon seme fiorirà, Edizioni Fede e Cultura, Verona, 2015, pp. 160, € 16,00

Fede & Cultura, via Marconi, 58/C, 37122 Verona - tel. 045-941851 - cell. 329-4028078
posta elettronica: edizioni@fedecultura.com


Il libro si compone di undici testimonianze di altrettanti amici di Mario Palmaro, raccolte e presentate da Alessandro Gnocchi, in memoria del fraterno amico ad un anno dalla morte. La casa editrice che lo ha pubblicato: Fede & Cultura, di Verona, lo presenta con queste parole:

Mario Palmaro è stato lo scrittore cattolico che, con Alessandro Gnocchi, ha osato per primo mettere pubblicamente nero su bianco perplessità e critiche sul pontificato bergogliano. Ma è stato anche lo studioso e il maestro che ha mostrato come nel campo della bioetica sia possibile tenere una condotta cattolicamente ineccepibile al servizio della fede, della ragione e della legge naturale. Ed è stato, con Gnocchi, l’inventore di un genere letterario capace di mettere alla berlina vizi, tic, errori e tradimenti di un cattolicesimo sempre più refrattario alla buona dottrina e arrendevole al mondo. E poi è stato anche tanto altro ancora, a cominciare dal marito e dal padre capace di tradurre nella vita di tutti i giorni ciò che scriveva e insegnava. Fino alla morte, il momento in cui ha testimoniato come muore un cristiano. In questo libro, Alessandro Gnocchi ha raccolto il ricordo di un gruppo di amici per mostrare come la vita di Palmaro sia stata la testimonianza di tutto questo, nella vita pubblica e privata.


Riproduciamo qui l'introduzione di Alessandro Gnocchi


INTRODUZIONE

BISOGNA SALVARE IL SEME

Questo libro non aveva ancora preso forma, non sapevo ancora chi avrebbe accettato di scrivere e che cosa avrebbe scritto, ma mi era già chiaro come sarebbe iniziato. Avrebbe avuto come incipit la pagina di Giovannino Guareschi che Mario e io avevamo più cara fra tutte. Quella in cui Cristo, dalla maestà della croce, risponde alle domande affannose di un don Camillo disorientato dalla stoltezza degli uomini. Che cosa bisogna fare?

Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo dal fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza. Bisogna salvare il seme: la fede.
Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede a mantenerla intatta. Il deserto spirituale si estende ogni giorno di più; ogni giorno nuove anime inaridiscono perché abbandonate dalla fede.
Ogni giorno di più uomini di molte parole e di nessuna fede distruggono il patrimonio spirituale e la fede degli altri. Uomini d’ogni razza, d’ogni estrazione, d’ogni cultura.

Non c’è nulla da aggiungere, se non che Mario Palmaro è stato quel contadino, ha salvato il seme, ha custodito la fede. Per questo è stato uomo di speranza e di carità. I ricordi, i pensieri, le riflessioni raccolte in queste pagine, alla fine, mostrano come Mario abbia saputo testimoniare che in qualsiasi tempo, persino nel nostro, è possibile praticare le virtù, purché si risponda con il proprio intelletto e la propria volontà alla Grazia di Dio.

Solo un uomo virtuoso, conoscendo nel dettaglio l’esito della sua malattia, pochi mesi prima di morire avrebbe potuto scrivere parole come queste:

Andando a Roma per la Marcia ho potuto visitare la Galleria Borghese. Fra le molte cose meravigliose, ho ammirato da vicino La Verità svelata dal Tempo, opera scolpita da Gian Lorenzo Bernini. Vedere quella statua mi ha commosso: ho pensato che dovremmo eleggerla a simbolo del nostro Comitato Verità e Vita. Una piccola compagnia di gente che non si prefigge di cambiare il mondo a colpi di “male minore” e di compromessi, ma affermando qui e ora tutta la verità, pur sapendo che è messa in minoranza dall’opinione pubblica. Nella speranza che il tempo la vedrà trionfare. Il fatto interessante è che Bernini, quell’opera non ha mai potuto terminarla. Proprio come accade spesso a ciascuno di noi, quando ci accorgiamo che non avremo abbastanza tempo per adempiere al nostro compito, perché il termine di questa vita si avvicina a grandi passi. Altri, però, continueranno il lavoro iniziato. E non taceranno.





marzo 2015