
ENRICO MARIA RADAELLI, All'attacco! - Cristo
vince.
Edizioni Aurea Domus, Milano 2019 - pp. 136
in 8°, € 24,00.
Il libro, in copie numerate a
mano, si trova già nelle seguenti librerie:
Áncora (Milano e Roma), Coletti (Roma), Hoepli (Milano).
Oppure si può richiedere via e-mail scrivendo dal sito
dell’Autore: http://enricomariaradaelli.it/emr/aureadomus/presentazione/libro_all-attacco_cristo_vince_radaelli.html
Sinossi
del libro
COME FAR TORNARE SPLENDIDA E SANTA
LA NOSTRA AMATA
CHIESA.
Cosa sta succedendo nella Chiesa? E, tutto ciò che sta
succedendo, dipende, come si vuol credere, solo da Papa Francesco? E,
per finire, quello che poi sta succedendo nella società: tutte
le più invasive immoralità, le più innominabili
pretese, la corruzione inverosimile, la litigiosità a tutti i
livelli, la perdita di senso in ogni ambito, di onestà
intellettuale, di senso del diritto, e mille altre cose così, da
cosa mai dipende?
C’è una connessione, magari, tra i due cataclismi?
Tra gli analisti che anche di recente hanno cercato di definire la
situazione e darvi una risposta convincente, direi che solo Sergio Belardinelli riesce a
schierare come si conviene le problematiche in campo, e lo fa nel
saggio La Chiesa cattolica e l’Europa,
editato da Il Mulino, Bologna 2019, in compartecipazione con lo studio
di Angelo Panebianco, All’alba di un nuovo mondo.
La sua analisi si accosta più di altre alla realtà,
perché, al contrario di Panebianco,
o di Luca Diotallevi, Il paradosso di papa Francesco (Rubettino),
o di Pietro De Marco, Appunti su una Chiesa in crisi
d’identità (Il Foglio,
14-11-19), Belardinelli tiene
conto anche del fattore squisitamente spirituale della fede, tiene
conto cioè, anche in un’analisi sociologica, delle vicissitudini
religiose di un popolo, della presenza di Dio come realtà viva,
il che, per uno studioso di sociologia, è ben raro.
Le pagine di All’attacco! non
sono strettamente sociologia, ma gnoseologia “estetica”, però vi
si proiettano, come spesso avviene tra ambiti scientifici limitrofi, e
provano a fare anche qualcosa di più, e non solo perché
si possono avvalere di soggetti sociologici che maestri come Niklas Luhmann, Leo Strauss, Max Weber eccetera non inseriscono
nei loro orizzonti storicisti, ma anche perché Colui che
andrebbe riconosciuto di gran lunga il soggetto principe, il Belardinelli lo pone nella posizione
determinante che nessun altro soggetto può mai pretendere.
I protagonisti della vita
del mondo, infatti, sono quattro, ossia non sono solo Chiesa e
mondo, o, come direbbe lo Strauss, “Gerusalemme e Atene”, o “Papa e
Imperatore”, ma: Dio, satana, Chiesa
e mondo, il che significa, per ‘Dio’: Realtà/Verità/Amore;
per ‘satana’: vanità/falsità/odio;
per ‘Chiesa’: Spirito e per
‘mondo’, infine: carne.
E, essendo proprio ‘Dio’ il soggetto da cui tutto dipende, compresi gli
altri tre ora visti, è Lui il soggetto sulla cui scala, volere,
disegno e parola va riferito, anche considerando la libertà da
Lui stesso posta a servizio di tutti gli attori in scena e senza dei
quali non ci sarebbe storia.
Infatti il vero intrigo sociologico della Storia nasce proprio da qui,
da questa messa in discussione della preminenza di uno dei quattro
soggetti sugli altri tre, vuoi che essa sia quella dovuta, cioè
Dio, vuoi che sia invece una qualsiasi delle altre tre, due delle
quali, malgrado non abbiano la minima possibilità di prevaricare
il loro Creatore – satana e mondo –, da sempre vi provano, ma la loro
sconfitta è scontata.
Allora la domanda da farsi
è: nella folle lotta mossa per invidia da satana al suo
Creatore, Signore e Dio, sarà il mondo/carne a cadere nella Chiesa/Spirito o sarà la Chiesa/Spirito a cadere
nel mondo/carne?
Inoltre, un serio studioso di sociologia delle religioni non può
non tener conto che, come da sottotitolo del mio saggio, Cristo vince, ovvero che non
è per nulla scientifico non considerare che la religione vera,
come, in generale, la realtà, è una sola, è la
cattolica, e che ogni altra nozione va considerata dal sociologo per
ciò che è: frutto di elaborazioni
umane, spesso suggerimenti più o meno demoniaci, esse sì
tutte soggiacenti anche a standard riconducibili al plesso
storico-naturale.
La sociologia, come ogni scienza, non può non avere a fondamento
la realtà, ossia la verità delle cose, compresa la
percezione che genti, popoli e insiemi sociali possono avere di essa
verità, la sua distorsione, o affabulazione, o mitizzazione, e
ogni altro analogo processo, ma sempre a partire dalla verità
oggettiva e sacrosanta della realtà. E la realtà ci
evidenzia che il Signore è risorto, sicché la ss.
Trinità è vera e ogni altra nozione religiosa è
pura fantasia.
La Civiltà
Occidentale è oggi nel pieno di un cataclisma che ha tutte le
proprietà e dimensioni dei grandi rivolgimenti della Storia,
quelli dopo i quali niente è più come prima. Quali
rivolgimenti? Eccoli.
Primo rivolgimento: la Chiesa non parla più al mondo. E questo
è già un fatto grave.
Secondo rivolgimento: il mondo non se ne dispiace affatto: sta
auto-annientandosi, si sta suicidando (e non è una metafora), ed
è felice così. Due fatti gravi, uno più dell’altro.
Bene, ce n’è un terzo, di rivolgimento, ed è il
più grave di tutti: perché non solo la Chiesa non parla
più al mondo, ma non parla più neppure a Dio. Perlomeno:
non nel modo dovuto, non nel modo da Lui insegnato, richiesto, preteso.
È da cinquantasette anni che la Chiesa si è ritirata sia
dal mondo che da Dio.
Perché la Chiesa
sta fuggendo. È da cinquantasette anni che sta fuggendo.
È una lunga e lenta fuga dalle proprie responsabilità.
Una lunga e lenta fuga, più esattamente, dalla realtà.
E il mondo, la civiltà, quella civiltà che noi chiamiamo
“Occidentale”, ma che è simpliciter
la Civiltà come la vuole Dio, fondata sui præambula fidei greci e sulla
Rivelazione di Gesù Cristo nostro Signore, ossia su Atene e
Gerusalemme, quella civiltà chiamata da Dio all’alto incarico di
realizzare Gesù Cristo in se stessa, poi di insegnare e
propagare ciò che ha appreso e realizzato, ecco: questa
civiltà su cui pesa tanta potente e anche molto spirituale
responsabilità, sta fuggendo anch’essa.
Le pagine di All’attacco! si
propongono di inquadrare la situazione nel momento storico e nelle
emersioni teologiche, ideologiche e filosofiche più
significative già analizzate e studiate in profondità nei
miei precedenti lavori, specie in La
bellezza che ci salva, in Il
domani – terribile o radioso? – del Dogma, in La Chiesa ribaltata e in Street Theology.
Una vera e propria tetralogia, questa, dove son poste la basi
più adeguate e gli sviluppi più realistici per delineare,
e qui ora concludere, l’unico percorso possibile per poter ricostruire
la Civiltà Occidentale.
Essa va ricostruita, e va ricostruita perché è unica, e
la sua unicità è dovuta a un preciso, evidente e
straordinario disegno di Dio, e prima ancora va fatta un’opera di
ricostruzione della Chiesa, la cui realtà umana, storica e
sociale, sulle orme di sant’Ambrogio, viene in queste pagine più
che mai severamente ma anche molto amorevolmente giudicata, e, pesata
con le bilance del Logos,
trovata seriamente mancante.
È in questa prospettiva che questo testo di gnoseologia si
proietta su un versante anche sociologico, oltre che politico e
giuridico, posto che i quattro
importanti soggetti che vi vengono considerati hanno – debbono avere –
una precisa scala gerarchica, la cui sopravvivenza è in
realtà proprio la sua stessa ragion d’essere: è
proprio la scala gerarchica dei quattro soggetti che dà luogo
alle realtà sociali, politiche, giuridiche, culturali e via
dicendo che sostanziano e danno vita alla Storia.
È la contesa tra
Cesare e Papa, tra Impero e Chiesa, e dunque, traslando, tra uomo e
Dio, cioè tra le volontà umane e quella di Dio.
All’attacco!
è la vetta conclusiva di un lungo percorso analitico col quale
ho potuto individuare, di questa terribile contesa, aspetti
sconosciuti, che però hanno permesso di giungere a una linea
d’assalto alle forze contrarie a Dio e alla Chiesa prima impensabile.
Se oggi si sono potute stendere più di un centinaio di pagine
sotto un comando tanto promettente è infatti proprio
perché si hanno buoni motivi per poterne suggerire l’uso, anzi,
per vedere finalmente realizzabile il ritorno alla conformazione
sociale che discenderà dalla vittoria delle sante schiere mosse
dal tanto imperioso ordine di battaglia.
L’ordine si dà, le schiere ci sono, e la battaglia anche.
Ma in cosa consistono queste tre cose?
Le schiere, prima di tutto, sono quei pochi cattolici ancora rimasti
fedeli al Vangelo e, non contaminati dal Modernismo che ha invaso la
Chiesa fino al Trono più alto, sono oranti e genuflessi, sono
pronti cioè a sbucciarsi le ginocchia, a far penitenze e congrue
elemosine (penitenze ed elemosine lavano una moltitudine di peccati)
perché Dio si muova a pietà dei suoi figli e dia loro
Pastori santi, in primo luogo tornati integri e solidi nella dottrina e
ancor più fedeli di prima al Magistero dogmatico da cui ora sono
discostati, da cui sono cioè fuggiti.
La battaglia infatti
è questa: è la battaglia tra il magistero dogmatico
rifuggito dai Pastori Modernisti saliti con Papa Roncalli alle cattedre
più alte della Chiesa e un magistero “pastorale” usato proprio
da quegli stessi medesimi Pastori Modernisti come scudo dietro
cui nascondere tutte quelle dottrine ambigue, se non pure false e
aberranti, che serviranno loro per accomodare finalmente il grande
conflitto Imperatore/
Papa, o Mondo/Chiesa, in modo da ricavarne il grande, impagabile
vantaggio della placidità, della pace finalmente col mondo, e
questo al prezzo nascosto, ma in fondo non troppo, di riconoscere al
mondo la supremazia, purché non lo si divulghi troppo ai quattro
venti, tanto non ci vuol molto a capirlo.
È il Modernismo a
fare questa pace tra Chiesa e mondo, ma nessuno deve saperlo, Dio prima
di tutto, cioè il Cristo, che ne è il prezzo.
Ma il comando che si alza potente fin dalla copertina del libro
è tutto il contrario: è All’attacco!,
ossia niente patti col nemico modernista!
Niente nascosti sotterfugi con gli scellerati filo-protestanti!
Facciamola finita con gli infingimenti truffaldini ai danni di Colui
che dei quattro soggetti in scena pare il meno presente solo per il
fatto che di sicuro è il meno visibile, ma a cui in
realtà tutto dobbiamo, e ce ne chiederà conto e merito un
giorno, e stiamo parlando proprio di Dio!
Perché la realtà è che Cristo vince (sottotitolo), e con
questa sicurezza si pone un’ipoteca non da poco, un’ipoteca decisiva,
già vittoriosa, su tutto il processo storico che da oggi in poi
si può far partire, come vivamente si consiglia, per risolvere
la feroce e storica controversia.
Questa controversia si
può risolvere solo in un modo, che è proprio quello che i
Pastori (Modernisti) non vogliono, cioè solo se si mettono i due
contendenti a confronto: Magistero dogmatico contro Magistero pastorale.
E dove sono i quattro soggetti in conflitto? Semplice: nel primo sono
raccolti Dio (Realtà/Verità/Amore)
e la vera Chiesa (spirito);
nel secondo, che da cinquant’anni è un camuffamento carnale del
vero Magistero pastorale (che era ancora spirito), sono raccolti i
Modernisti, coacervo nato da satana (vanità
falsità/odio) e dal mondo (carne).
È l’Ordalia, il
Giudizio dottrinale di Dio, che riporta la verità al centro del
campo, rompe il patto scellerato, fa tornare la Chiesa nella
realtà, da cui così può riprendere a
richiamare il mondo a Dio, alla Realtà ultima cui tutti siamo
chiamati, e così farvi tornare anche il mondo, come di certo
comunque un giorno avverrà, a sua felice conclusione.
Tale comando, come si vede, è dunque più che altro un
forte invito a tutti i fratelli nella fede a unirsi sotto le bandiere
di Cristo. Esso getta le basi per il percorso strategico avvincente e
fortemente persuasivo, pur essendo i primi a segnalare le forti
difficoltà e i mille ostacoli per raggiungere la vittoria, cui
comunque si giungerà.
Dunque All’attacco!
E che la Beata Vergine ci
conduca e protegga!
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gennaio 2020
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