LORENZO STECCHETTI JUNIOR, Francescheide - Pasquinate per papa Francesco - Edizioni Youcanprint, 2017, pp. 260, € 18,00.

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Il libro è reperibile, in formato cartaceo o elettronico (e-book) presso l'editore o tramite i canali di distribuzione e vendita in rete: per esempio su: www.ibs.it - o - www.unilibro.it -


Nostra presentazione

Dopo la pasquinata dei manifesti affissi a Roma per sfottere papa Francesco, si sentiva quasi il bisogno di qualcosa come la messa in rima, proprio secondo lo stile di Pasquino, delle interminabili e inqualificabili scompostezze di questo papa talmente improbabile che supera i limiti della realtà.

In tale frangente, un lettore ci ha sottoposto un suo lavoro che, condotto sullo stile suddetto, ci è sembrato degno di nota.
Si tratta di un volume in cui sono raccolte considerazioni su questo papa espresse con tono un po’ canzonatorio e un po’ censorio, ma tutte centrate sulla reale personalità di Bergoglio come la si evince dai suoi detti, dai suoi scritti e dai suoi atti.
Lo sottoponiamo quindi all’attenzione dei lettori.

L’autore si presenta con lo pseudonimo di Lorenzo Stecchetti junior, pseudonimo che spiega lui stesso.
Lasciamo a lui, quindi, la presentazione del suo lavoro e da parte nostra ci limitiamo a fornire, alla fine, alcuni esempi dei duecento epigrammi contenuti nel volume, bastanti perché i lettori possano farsi un’idea concreta del contenuto.

Dalla Introduzione

Lorenzo Stecchetti, alias Olindo Guerrini, pubblicò le Ciacole de Bepi, ignobile satira, di assai modesto valore letterario, contro il santo papa Pio X. Il suo giovane omonimo si propone, con questa operina, di cancellare l’onta caduta sulla sua famiglia, epurando le volgarità di linguaggio, modificando il tenore delle critiche e aggiustando la mira sul retto bersaglio.
[…]
Pochi grandi scrittori, e pochissimi tra i mediocri, ci hanno lasciato degli epigrammi gradevoli: concisi, non volgari, graffianti, efficaci come e meglio di un ritratto caricaturale o di una prolissa geremiade. Quelli qui raccolti non possono certo pretendere di sfuggire a questa inesorabile legge.
[…]
Puotesi sfotticchiare il Sommo Pontefice Romano?
[…]
Un primo valido motivo è che Francesco è simpatico a tutti, almeno così dicono: e questo dovrebbe essere sufficiente per stimolare la fantasia di ogni epigrammista, in erba o in fiore.
[…]
Poi, senza scomodare il solito san Paolo della lettera ai Galati e dei rimproveri a san Pietro, né l’aspra ironia usata da Dante verso un Bonifacio VIII colpevole soprattutto di essergli politicamente avverso, come non ricordare le critiche feroci e gli insulti volgari, senza neppure il filtro della satira poetica, rivolti al papa emerito non solo da sedicenti cristiani adulti, ma anche da fior fiore di preti, vescovi e porporati? Quel che è permesso ai tanti, sarà vietato al singolo? Quel che è lecito verso il tedesco, sarà forse illecito a buon pro dell’argentino? Lungi da noi il sospetto di razzismo!
[…]
Appurato che oggi si sostiene a gran voce, con tanto di benedizione papale, che al tempo della riforma protestante tutti i torti non fossero dalla parte di quel cane rognoso di Lutero, sarebbe forse d’uopo interrogarsi, anche ai massimi vertici, del perché un buon numero di cattolici di indole pia e sottomessa si siano tutto a un tratto dedicati al tiro al bersaglio pontificio.
[…]
Vorrei inoltre contribuire a correggere un evidente errore di strabismo nella misericordia pontificia: con l’occhio buono Francesco benedice ogni sorta di peccatori e di peccati, mentre con quello guasto fulmina inflessibile chi non lo adula.
[…]
Questi epigrammi, in fondo, sono quasi un atto di riparazione per ben più gravi oltraggi. E poi, diciamocelo francamente: mi diletto al pensiero che i più orecchiabili vengano ritmati dai fedeli in attesa del fervorino all’Angelus, o da giovani e meno giovani durante le veglie delle altrimenti inutili GMG.
[…]
Caro lettore, se sei uno dei tanti fedeli innamorati di papa Francesco hai già letto fin troppo: fermati qui, a meno che tu non sia disposto a mettere in gioco le tue certezze e a scoprire che il tuo imperatore è nudo.  Per chi avesse questo coraggio, o per chi fosse già autonomamente pervenuto a tale scoperta, mi scuso nuovamente per il livello non sempre adeguato dei testi e per il loro numero probabilmente eccessivo: se c’è
poco, o forse nulla, di eccelso e molto, o forse tutto, di orrido.
[…]
Devo in ultimo ammettere che provo un certo senso di colpa al pensiero di questo vecchierello fragile: l’averlo così irrispettosamente sbeffeggiato me lo rende quasi simpatico. Se solo non avesse delle idee così sbagliate...

Dalla Notizia

L’autore, per essere sicuro della validità del proprio battesimo, ha scelto di nascere prima del Concilio; per ulteriore garanzia, quand’era ancora regnante Pio XII.
A compensazione di tanta fortuna, s’è accontentato di vedere la luce nella più triste delle tristi metropoli italiane, che per pudore non rivela. […] Amando la natura si è iscritto a ingegneria, per poi abbandonarla e conseguire una laurea in una differente disciplina tecnica. […] ha scritto poesie, per lo più d’amore, che non sono piaciute a nessuno, a iniziare da lui stesso. Amando lo studio ha iniziato a lavorare a vent’anni e, disprezzando fannulloni e vagabondi, ha smesso di lavorare a quaranta. […] Incerto sulla propria ortodossia dottrinale, e sicuro che senza teologi ci sarebbero meno eretici in circolazione, si è iscritto a una facoltà teologica, giungendo all’inevitabile conclusione che a essere eretici erano i docenti. […] Dotato di un romanticissimo disincanto, si è intrufolato in paio di ordini cavallereschi cattolici militanti, scoprendo che hanno molto di ordinario, ma oramai ben poco di militante, di cavalleresco e di
cattolico. […] Da buon cattolico si interroga sovente sui novissimi, un poco incerto circa la propria destinazione, come ebbe a scrivere un giorno:
Se non entran tutti,
non mi fanno entrare;
ma se entran tutti
è un cattivo affare.



Alcuni Esempi

Nuntio vobis un gaudio a tutto tondo:
abbiamo un papa ch’è dell’altro mondo!

Abbiamo un papa ch’è uno di noi,
un papa che ci dice: Fate voi.

Francesco primo è il papa che c’è adesso,
vicario del vicario di se stesso.

Anch’io, se sbaglio, mi correggerete.
Ma io non sbaglio mai, voi lo saprete.

Ho trasformato con ottima resa
la Chiesa povera in povera Chiesa.

Basta zitelle e castità perfetta:
voglio ogni suora donna e coniglietta.

Sono venuto per il peccatore
e per punire chi è retto di cuore.

Abbiamo un papa aperto a tutto tondo,
che corre dietro al correre del mondo.

Sono Francesco, papa ed argentino:
non all’Ostia, ma al secolo m’inchino.

Quante volte dovrà cantare il gallo
prima che Pietro si emendi del fallo?

Questi è Francesco, papa e Bergoglio,
che dell’umiltà s’è fatto orgoglio.

Se rinnegano il Concilio, che fa?
Basta che adorino Mia Santità!

Sono il custode di fede e morale,
tenute sotto chiave a non far male.

La Chiesa è in divenire, è un gran processo:
quello ch’era vietato ora è concesso.

Per salvar la famiglia siano uniti
mogli con mogli e mariti ai mariti.

Quello che ho ricevuto vi trasmetto:
più quel che aggiungo, meno quel che ometto.








marzo 2017