Il libro della fiducia
… All'anima colpevole, oppressa dal peso delle sue colpe,
Gesú
diceva: « Abbi fiducia, figliuolo, i tuoi peccati ti son
perdonati»
(Mt., 9, 2). «Fiducia!» diceva ancora alla
malata
abbandonata che attendeva da Lui la sua guarigione: «la tua
fede
ti ha salvata» (Mt., 9, 22). Quando i suoi apostoli
tremavano
di spavento, vedendolo camminare di notte sul lago di Genezareth, egli
li tranquillizzava con questa affermazione rassicurante: «Abbiate
fiducia! Sono io; non abbiate paura» (Mc., 6, 50). E
la
sera della Cena, conoscendo i frutti infiniti del suo sacrificio,
lanciava,
mentre andava alla morte, questo grido di trionfo: «Fiducia,
abbiate
fiducia! Io ho vinto il mondo» (Gv., 16, 33).
… Alcune anime sentono cosí vivamente le loro macchie e la loro
miseria che osano appena avvicinarsi alla Divina Santità. Sembra
loro che un Dio cosí puro debba provare una repulsione
invincibile
a chinarsi verso di esse. … Come si ingannano queste anime!
… Cristiani, che avete ricevuto tanti segni del suo amore, non abbiate
paura. Nostro Signore teme, piú di ogni altra cosa, che abbiate
paura di Lui. Le vostre imperfezioni, le vostre debolezze, le vostre
colpe
piú gravi, le vostre ricadute cosí frequenti non lo
irriteranno,
purché desideriate sinceramente convertirvi. Piú siete
miserabili,
piú Egli ha compassione della vostra miseria, piú
desidera
compiere presso di voi la sua missione di Salvatore. Non è forse
soprattutto per i peccatori che Egli è disceso sulla terra? (Mc.,
2, 17).
… Ad altre anime manca la fede. Esse hanno certamente quella fede
generale,
senza la quale tradirebbero la grazia del loro battesimo. Credono che
Nostro
Signore sia onnipotente, buono e fedele nelle sue promesse; ma
applicano
malamente questa credenza alle loro necessità particolari. Esse
non sono dominate dalla convinzione irresistibile che Dio, attento alle
loro prove, si china su di loro per soccorrerle. Eppure Gesú
Cristo
ci domanda questa fede speciale concreta. Egli la esigeva un tempo come
condizione indispensabile ai suoi miracoli; Egli la esige ancora da noi
per concederci i suoi favori. «Se puoi credere, tutto è
possibile a colui che crede» (Mc., 9, 22).
… Potete credere? Potete arrivare a questa certezza, cosí forte
che niente la fa vacillare, cosí chiara che equivale
all'evidenza?
È tutto qui. Quando arriverete a questo grado di fiducia,
vedrete
meraviglie realizzarsi in voi. Chiedete dunque al Divin Maestro di
aumentare
la vostra fede. Ripetetegli spesso la preghiera del Vangelo: «Credo,
Signore; aiutate la mia incredulità» (Mc., 9,
23).
… San Tommaso definisce la fiducia: «Una speranza fortificata
da una solida convinzione»
… Si noti bene: la differenza non è di natura, ma solo di grado
di intensità. Le luci incerte dell'alba e quelle abbaglianti del
sole a mezzogiorno fanno parte della stessa giornata. Cosí, la
fiducia
e la speranza appartengono alla stessa virtú: l'una non è
che il pieno sviluppo dell'altra.
… Quale forza sovrana fortifica la speranza al punto da renderla
inespugnabile
agli assalti dell'avversità? La fede.
… La nostra fiducia si sviluppa nella misura in cui diviene piú
profonda la nostra fede.
… Essa si rivolgerà semplicemente a Nostro Signore; in Lui si
appoggerà con tanta maggior sicurezza, quanto piú essa si
sentirà privata di ogni aiuto umano. Pregherà con ardore
piú vibrante, e nelle tenebre della prova proseguirà il
suo
cammino, aspettando in silenzio l'ora di Dio.
… Anime colpite dalla prova, non mormorate nell'abbandono in cui siete
ridotte. Dio non vi domanda un'allegria sensibile, impossibile alla
nostra
debolezza. Solamente, rianimate la vostra fede, riprendete coraggio e,
secondo l'espressione cara a San Francesco di Sales, sforzatevi di
rallegrarvi
nel «fondo ultimo dell'anima». La provvidenza vi sta dando
il segnale da cui si riconosce la sua ora: essa vi ha privato di ogni
appoggio.
È il momento di resistere all'inquietudine della natura. Siete
arrivati
a quel punto dell'officio interiore in cui si deve cantare il Magnificat
e far fumigare l'incenso: «Rallegratevi sempre nel Signore; ve
lo ripeto, rallegratevi: il Signore è vicino» (Filipp.,
4, 4 e 5). Seguite questo consiglio e vi troverete bene. Se il Divino
Maestro
non si lasciasse commuovere da una tale fiducia, non sarebbe piú
quello che i Vangeli ci mostrano compassionevole, colui che era scosso
da un fremito doloroso alla vista delle nostre sofferenze.
… Questa fiducia, che la sua bontà dovrebbe naturalmente
ispirarci,
Nostro Signore l'esige da noi esplicitamente: la pone come una
condizione
essenziale per ricevere i suoi favori.
…
O Maestro adorabile, vogliamo ormai abbandonarci interamente al Vostro
amoroso comportamento.
Vi affidamo la cura del nostro avvenire materiale. Ignoriamo ciò
che ci riserva questo avvenire, carico di minacce; ma ci mettiamo nelle
mani della Vostra Provvidenza.
Vi affidiamo le nostre pene: esse sono talvolta davvero crudeli, ma
Voi siete qui per addolcirle.
Vi affidiamo le nostre miserie morali; la nostra debolezza ci spinge
a temere ogni mancanza. Ma Voi ci sosterrete e ci preserverete dalle
cadute.
Come il Vostro Apostolo prediletto, che poggiava il capo sul Vostro
petto, noi ci riposeremo sul Vostro Cuore divino, e, secondo le parole
del Salmista, ci addormenteremo in una pace deliziosa, perché
Voi,
o Gesœ, ci avete posto in un'inalterabile fiducia.
Amen.
[padre THOMAS DE SAINT-LAURENT, Il libro della fiducia.]
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