Qualcuno dovrà pur dirlo
di G. L. G.

SULL'EDUCAZIONE SESSUALE

A margine della squallida vicenda dei ventilati corsi scolastici sull'uso del preservativo in funzione anti AIDS, qualcuno dovrà pur dire ad alta voce quelle verità che troppi fingono di non aver mai conosciute. 

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Tanto per cominciare è scandaloso che in questa materia i genitori permettano che lo stato si appropri di responsabilità educatrici di cui dovrebbero essere gelosissimi. 
Accettarlo significa che, per debolezza e per plagio, si è già diventati spiritualmente servi dello stato, quello stato che dovrebbe essere al servizio dei cittadini, e non viceversa. 
Accettarlo significa consegnare i figli come schiavi allo stato, che li renderà tali dando loro, a suo arbitrio, i valori, morali e immorali, veri o falsi, in base ai quali agiranno. 
Accettarlo significa (fingere di) aver dimenticato la propria adolescenza quando insegnamenti di questo genere, per di piú dati collettivamente e promiscuamente, generano turbamenti, scherzi osceni e istigazione ad applicare subito nella pratica quanto appreso nella teoria. 
Accettare tutto ciò vuol dire accettare una società in cui corruzione e conformismo sono diventati obbligatori; e uno stato cosí è totalitario, piú di quello che mette in catene i corpi ma non gli spiriti. 
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Passando al peggio, questa proposta, indegna di un ministro cattolico, ("educatore" di boyscout dei quali è stato il presidente nazionale per molti anni), è censurata da un teologo cattolico, sull'organo della Santa Sede, con richiami agli orientamenti in materia nientepopodimeno che dell'Unione Europea, e con inviti a limitarsi ad informare "chiaramente" i ragazzi sulle "vie" per cui si contrae l'infezione nonché sul fatto che «i rapporti sessuali liberi, soprattutto con persone dedite alla prostituzione, contengono un grave rischio che si deve decisamente evitare, per la propria dignità (sic!) e per la salute degli altri (sic!)». 
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Nessuno ha sentito parlare dell'unico vero Dio e dei suoi comandamenti? 
Nessuno ha sentito parlare di inferno e paradiso? di Sodoma e Gomorra? 
Nessuno ha sentito dire che abbiamo un'anima (anche fosse quella di un laico) da salvare ad ogni costo? 
Nessuno ricorda che Dio ha diritto al primo posto non solo nel privato ma anche nel pubblico? 
Nessuno ha sentito parlare della sorte riservata da Dio a chi scandalizza i piccoli, e a chi si vergogna di Lui davanti agli uomini? 
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La verità tragica è che la epidemia mortale non è quella dell'AIDS del corpo ma quella dell'AIDS dello spirito. 
Come l'AIDS del corpo lo porta alla morte indirettamente, rendendolo "tollerante" degli organismi estranei che lo invadono, cosí l'AIDS dello spirito lo uccide indirettamente rendendolo "tollerante" verso ogni vizio ed ogni eresia che gli faranno perdere la Fede, e con essa la vita eterna. 
Il corpo colpito dall'AIDS non può difendersi; lo spirito colpito dall'AIDS si sente colpevole se si difende; sensibile al preteso diritto del peccatore di praticare e pubblicizzare il suo vizio, è sordo ai sacrosanti diritti dell'innocente a non essere scandalizzato e corrotto: mette la sordina alla unica verità rivelata per non infastidire… il demonio. 
Il microscopio elettronico ci svela che aspetto ha il virus dell'AIDS del corpo. L'aspetto dell'AIDS dello spirito ce lo svelano giorno per giorno le cronache: è quello del modernismo, è quello dell'"aggiornamento", è quello dello "spirito del concilio", è quello della falsa tolleranza, è quello del falso ecumenismo. 
Se manca la cura per l'AIDS del corpo, non manca però quella per l'AIDS dello spirito: essa è quella del ritorno a Dio, ai suoi diritti, ai nostri doveri, alla lotta senza quartiere al peccato, alla preghiera e penitenza per la conversione dei peccatori e la perseveranza dei giusti. 
Torniamo indietro e faremo progressi. 

(5/95) 

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